
Ecclestone, ovviamente, ha smentito tutte le accuse a suo carico e il suo avvocato, il tedesco Sven Thomas, ha riferito che il suo assistito è disponibile ad aiutare le indagini, come riportato dal “Suddeutsche Zeitung”. L’articolo riportava anche altre parole dell’avvocato, secondo le quali “Ecclestone potrebbe anche deporre come testimone”.
Intanto, il “Telegraph” londinese afferma che Bernie è stato prosciolto dalle accuse di un’altra indagine separata, istigata dal proprietario della CVC F1. L’indagine è stata condotta da revisori esterni e l’ottantenne ha commentato: “Hanno compiuto tutte le ricerche possibili, e non hanno trovato nulla di male.” Il britannico ha comunque riconosciuto che CVC augura “che tutto questo non sia mai accaduto”, anche se la società di private equity “non ha intenzione di vendere” la sua quota di azioni in questo sport.
Mentre questo scandalo continua a prendere piede, Ecclestone, che era atteso a Melbourne per l’inizio della stagione, ha disdetto la sua presenza in Australia, essendo stato invitato a New York dallo stesso sindaco Michael Bloomberg. Il quotidiano di Melbourne “Herald Sun” ha riportato che questo invito faceva seguito alle voci secondo cui lo stato del Victoria vorrebbe abbandonare la sua gara a causa dell’aumento dei costi.
Bloomberg “avrebbe invitato Bernie per discutere sull’eventuale possibilità di una gara a Staten Island,” si legge nell’articolo. “Com’è risultato dagli avvenimenti delle ultime due settimane, Bloomberg è stato con Ecclestone,” ha confermato anche il presidente dell’Australian Grand Prix Corporation Ron Walker.
“La nostra lotta non è solo contro New York, ma anche contro Delhi e la Russia, pronte a ospitare un GP, e anche contro la Corea, e gli altri stati arabi, che richiedono anche loro una fetta di questa torta, perciò ci sarà sempre una battaglia,” ha aggiunto.