
A nulla sono servite le parole rassicuranti degli organizzatori: “Noi non abbiamo la sensazione che qui la situazione sia fuori controllo,” aveva affermato Laurent Madore, direttore commerciale del circuito, “ci stiamo preparando per l’apertura del campionato, come da programma. Solo a Manama ci sono dei problemi. Io vivo appena fuori, in un’area in cui ci sono molti emigrati, ma ci sentiamo abbastanza sicuri”.
Niente da fare, fumata nera. Piloti e manager hanno detto no. Troppo rischioso correre. Il Mondiale inizierà il 27 marzo in Australia. “Non ha senso andare in Bahrain”, gridano i team. Non hanno voluto attendere nemmeno domani, giorno della decisione definitiva, con il patron della F1 Bernie Ecclestone che aveva passato la patata bollente al principe del Regno Dei Due Mari, lo sceicco Salman bin Hamad al-Khalifa, capo supremo delle forze armate. È bastata una breve e concisa conference call tra le varie scuderie e un’attenta riflessione dello sceicco per emettere il verdetto: in Bahrain non si corre, per adesso. E intanto si vocifera addirittura un prolungamento della stagione fino a dicembre. “C’è la possibilità di gareggiare in Bahrain alla fine del calendario”, ha annunciato Ecclestone. Nessuna comunicazione ufficiale dalla FIA però. C’è comunque un legame stretto tra le proteste antigovernative e la F1, sostenuta dallo sceicco. “La sua preziosa F1 è più importante del sangue versato dal suo popolo”, dice un manifestante.
Annullate pure le quattro giornate di prove pre-campionato, il circuito del Montmelò si è offerto per ospitare gli ultimi test stagionali. “La F1 è il nostro principale cliente, quando loro decideranno le date modificheremo il calendario della pista,” ha dichiarato il direttore del circuito, Salvador Salvia. “Noi siamo aperti ai loro bisogni. Se succederà qualcosa, troveremo una soluzione”. I team però vogliono il caldo. Un test fuori dall’Europa. “Abbiamo bisogno di provare con alte temperature”, afferma Adrian Newey, progettista della Red Bull. “Se saltasse il Bahrain, si potrebbe andare ad Abu Dhabi”, propone Steve Nielsen, della Lotus Renault. Insomma, tutto è ancora in itinere. Ma le nubi sul circus cominciano a diradarsi.