
Partiamo dall’Australia. Melbourne ha un contratto con il circus fino al 2014, ma già ci sono i primi segni di insofferenza. L’accordo stipulato con Bernie Ecclestone è stato oggetto di speculazione. Sotto accusa, l’incidenza economica dell’organizzazione dell’evento nelle tasche dei contribuenti. E il cambio dell’esecutivo nello Stato della Victoria sembra alimentare questo braccio di ferro. “Il governo continuerà a supportare il GP d’Australia perché è un appuntamento molto importante”, ha affermato il ministro del turismo Louise Asher, minimizzando le voci del nuovo premier Ted Baillieu che invece non vorrebbe appoggiare l’evento. Intanto si lavora per ridurre i costi.
In India la situazione non è certo più rosea. Anzi. Qui a scaldare il clima sono le accuse di corruzione. Sospetti caduti su Suresh Kalmadi, responsabile del progetto, che si è dimesso. Un giro di profitti illegali che avrebbe le sue radici nella recente edizione dei Giochi del Commonwealth a New Delhi, nel mese di ottobre 2010. E la settimana scorsa aveva lasciato Mark Hughes, promotore della gara.
In Spagna invece il problema è l’abbondanza. Con Barcellona e Valencia, infatti, il Paese è l’unico a ospitare due gran premi: uno nazionale (il primo), l’altro d’Europa. Il patron della F1 Ecclestone ha però annunciato che difficilmente si manterrà questo assetto: in sostanza lo Stato spagnolo avrà un solo Gran Premio all’anno. Da quando? Forse dalla prossima stagione. “È un problema che stiamo affrontando”, ha affermato il boss. Una scelta in linea con la volontà di organizzare un GP per Nazione, dopo il no alla coabitazione di Roma e Monza. Insomma, tanti colpi di scena. E la stagione è appena iniziata.