
“Personalmente, non sono contro gli ordini di scuderia, ma sono contro le bugie,” ha dichiarato il francese. “Gli ordini di scuderia nascosti prendono in giro il pubblico e i media. I team order sono proibiti dal 2002, ma mi chiedo quanti se ne siano verificati di ’soft’. La differenza tra quelli e il caso della Ferrari è che in quest’ultimo è stato tutt’altro che ’soft’. E’ stata una provocazione contro le regole.”
Dunque, la regola contro gli ordini di scuderia sarà abolita? “Sarà legalizzata,” risponde il numero uno di Place de la Concorde a “La Stampa”. “La Formula 1 è uno sport di squadra e ogni team sarà responsabile del suo comportamento. Non tollereremo bugie o messaggi in codice come ‘risparmia il carburante’.”
La questione è spinosa, ancor più perchè a scatenare l’originaria proibizione voluta dal suo predecessore Max Mosley fu proprio Todt, quando, da team principal della Ferrari, ordinò esplicitamente a Rubens Barrichello di far passare Michael Schumacher, in lotta per il campionato, al termine del Gran Premio d’Austria 2002. Ma il brasiliano, innervosito dall’ordine, si spostò solo all’ultimo rettilineo e in maniera plateale: un comportamento che ancor oggi non va giù a Todt.
“Ci eravamo accordati prima che se Barrichello fosse stato davanti dopo il pit stop, avrebbe dovuto lasciar passare Schumacher senza esagerare,” ricorda oggi. “Ci eravamo accordati e i piloti sono pagati anche per accettare certe decisioni. Ma lui mi costrinse a chiamarlo 50 volte e si spostò solo all’ultima curva: il pubblico protestò, Schumacher gli cedette il primo gradino del podio e la Ferrari fu multata di 500.000 dollari per aver violato il protocollo.”
Rimpianti? “Sì, perchè con il senno di poi avremmo potuto evitarlo. Schumacher avrebbe vinto comunque il campionato. Ma avrei rimpianto ancora di più se avessimo perso il titolo per un paio di punti.” E in tempi più recenti, Todt è convinto che gli accordi sottobanco continuino.
Scondo quanto lo stesso presidente FIA ha dichiarato, infatti, i due piloti della Renault avrebbero “aiutato” i colleghi della Red Bull (a cui forniscono i motori) a vincere il titolo piloti 2010 ad Abu Dhabi. “Kubica e Petrov hanno aiutato la Red Bull, anche se questo team si lamenta spesso della mancanza di competitività del motore Renault,” ha commentato ai microfoni de “L’Equipe”.
Un altro impegno di Jean Todt per il futuro è quello di migliorare lo spettacolo e i sorpassi in Formula 1. “Dobbiamo incoraggiare i sorpassi,” prosegue a “La Stampa”. “Ad Abu Dhabi erano impossibili. Parlo da presidente della FIA: Hamilton aveva gomme nuove ed era più veloce di Kubica di due secondi al giro, ma non è riuscito a superare. D’ora in poi, prima dell’approvazione di un nuovo circuito, valuteremo il potenziale dello spettacolo oltre alla sicurezza.”
In merito a questo punto, Todt ha rivelato ad “Autosprint” di avere già convocato un meeting nel prossimo futuro con esperti tecnici del calibro di Patrick Head, direttore tecnico della Williams, e Rory Byrne, ex capo progettista della Ferrari nell’epoca Schumacher.