formula_664Proprio lui, l’uomo su cui nessuno, alla vigilia, era più pronto a scommettere per la vittoria, colui che solo la freddezza della matematica teneva in gioco nella corsa al titolo, proprio Sebastian Vettel, insomma, si ritrova a festeggiare, a sciogliersi in lacrime su quel podio più alto, al termine di una corsa durata in realtà nove mesi. (continua...)

E’ lui il vincitore dell’ultimo, decisivo Gran Premio della stagione, ad Abu Dhabi; è lui il nuovo più giovane campione del mondo di Formula 1; è lui a portare la Red Bull sul tetto del mondo dopo sole sei stagioni di vita della scuderia. Alla Ferrari restano le briciole: il secondo posto in classifica piloti, addirittura il terzo tra i costruttori, dietro anche alla McLaren oggi alleata inattesa della Red Bull con il secondo posto di Hamilton e il terzo di Button.

Il miracolo è maturato grazie alla strategia, come da previsioni della vigilia elemento chiave di questa lunga gara che poco ha concesso allo spettacolo. Già al primo giro, Fernando Alonso perde la posizione da Jenson Button, che ha uno spunto migliore di lui al via. Poi, poche curve più tardi, Michael Schumacher finisce in testacoda e viene centrato in pieno da Tonio Liuzzi: incidente spettacolare, vetture in mille pezzi ma nessun guaio fisico per i piloti.

La direzione gara deve mandare in pista la safety car e c’è chi ne approfitta per effettuare già il cambio gomme. Le temperature più basse della gara al tramonto fanno svanire i rischi di un’usura eccessiva degli pneumatici manifestati al venerdì e così anche un Rosberg, fermatosi proprio in quell’occasione, riesce a portare la vettura al quarto posto praticamente con lo stesso treno dall’inizio alla fine della gara.

Al restart, Vettel riprende saldamente il comando davanti alle due McLaren e ad Alonso: quarto, l’ultima posizione che gli assicurerebbe il titolo. Mark Webber resta alle sue spalle, ma dopo poche tornare decide di spaiare la strategia e si ferma già ai box. In questo momento arriva l’errore madornale del muretto Ferrari: gli uomini in rosso decidono di marcare non Vettel (evidentemente, non ci credevano nemmeno loro), ma Webber e fanno fermare Alonso al giro successivo.

La missione di restare davanti all’australiano è compiuta, ma il brasiliano si ritrova così incastrato in mezzo a un gruppetto di vetture più lente, alcune delle quali già fermatesi ai box, come Vitaly Petrov. Alle spalle del russo Alonso resterà per tutta la gara, riuscendo a passare Hulkenberg e Sutil in occasione dei loro pit stop, ma non le due Renault (compresa quella di Kubica, partito con le dure e rimasto in pista quasi fino al traguardo senza sostituirle) e la vettura di Rosberg.

Tre posizioni di troppo perse rispetto al quarto posto che rappresentava la salvezza e, dunque, campionato sfumato. Quello di Webber, invece, era andato via già ieri, per colpa del suo errore in qualifica e così l’australiano si ritrova ad arrivare mestamente alle spalle di Alonso, battuto sia dall’asturiano che dal suo compagno di squadra (e questo gli peserà ancora di più).

Il resto della gara è una guerra di nervi, con sorpassi inesistenti: un invisibile Massa non riesce a passare Alguersuari, Alonso si sognerà anche di notte il posteriore della vettura di Petrov e Hamilton fa buona guardia del secondo posto, che artiglia di nuovo quando il suo compagno di squadra compie il pit stop ritardatissimo (nel suo primo stint praticamente 35 giri di fila con lo stesso set di gomme morbide).

Il resto è facilmente immaginabile: la tensione ai box, gli ultimi giri con il cuore in gola, la bandiera a scacchi più bella della vita e Sebastian Vettel che scoppia in lacrime nel giro di rientro ai box, mentre la regia trasmette la sua radio in mondovisione. Un finale di stagione che rimarrà nella storia della Formula 1, al termine di una delle annate più belle e combattute di sempre. E che anche noi ci ricorderemo finchè campiamo.

1 – Sebastian Vettel – Red Bull – 1:39:36.837
2 – Lewis Hamilton – McLaren – + 10.162
3 – Jenson Button – McLaren – + 11.047
4 – Nico Rosberg – Mercedes Grand Prix – + 30.747
5 – Robert Kubica – Renault – + 39.026
6 – Vitaly Petrov – Renault – + 43.520
7 – Fernando Alonso – Ferrari – + 43.797
8 – Mark Webber – Red Bull – + 44.243
9 – Jaime Alguersuari – Scuderia Toro Rosso – + 50.201
10 – Felipe Massa – Ferrari – + 50.860
11 – Nick Heidfeld – Sauber – + 51.551
12 – Rubens Barrichello – Williams – + 57.606
13 – Adrian Sutil – Force India F1 – + 58.325
14 – Kamui Kobayashi – Sauber – + 59.558
15 – Sebastien Buemi – Scuderia Toro Rosso – + 1:03.178
16 – Nico Hulkenberg – Williams – + 1:04.763
17 – Heikki Kovalainen – Lotus F1 – + 1 giro
18 – Lucas Di Grassi – Virgin Racing – + 2 giri
19 – Bruno Senna – HRT F1 Team – + 2 giri
20 – Christian Klien – HRT F1 Team – + 2 giri
21 – Jarno Trulli – Lotus F1 – + 4 giri
22 – Timo Glock – Virgin Racing – + 12 giri
23 – Michael Schumacher – Mercedes Grand Prix – + 55 giri
24 – Vitantonio Liuzzi – Force India F1 – + 55 giri

www.422race.com