
L’ultima pillola dell’Ecclestone-pensiero viene direttamente da un’intervista rilasciata al sito ufficiale della Formula 1 e al settimanale tedesco “Bild am Sonntag”. Un’intervista a cui Bernie si è presentato con 25 minuti di ritardo, perchè, spiega lui, stava “risolvendo problemi”.
“Se smettessi di lavorare, non potrei più risolvere problemi,” ha dichiarato. “Se non risolvo problemi, sarebbe l’inizio della fine. Perciò lavoro. E mi piace.” Uno degli ultimi “problemi” risolti da Ecclestone riguarda proprio il primo Gran Premio di Corea che si disputerà questo weekend e che, fino a poche settimane fa, era ancora a rischio.
“Ora il circuito è completo, ma il mese scorso non pensavo che ce l’avrebbero fatta,” ha dichiarato al “Guardian”. “In quel caso, avremmo dovuto cancellare la gara, di sicuro.” Ma il salvataggio in extremis della Corea non spegne le polemiche su un calendario che (con il prossimo ingresso di India, Stati Uniti e Russia) sarà sempre più esotico e sempre più distante dal suo storico nocciolo europeo.
“Alla fine ha prevalso il buon senso e siamo cresciuti. Si trattava solo di avere il coraggio di farlo,” commenta il patron inglese. Ma questa espansione rischia di mettere in dubbio gare leggendarie come l’amato Gran Premio del Belgio? Bernie non ha dubbi: “Assolutamente. Se non avesse il sostegno del governo, probabilmente sarebbe stato cancellato perchè non se lo possono permettere. Lo stesso vale per il Gran Premio di Gran Bretagna.”
Nemmeno il proliferare di circuiti-fotocopia di marca Tilke sembra preoccupare Ecclestone: “Il nostro problema è che stiamo cercando di costruire piste super-sicure. Non si hanno così tanti saliscendi perchè non si può mettere un nuovo circuito dovunque. Ma una delle migliori piste del mondo è la Turchia. E’ un grande circuito, pieno di saliscendi.”
Fatto che potrebbe non salvare il posto di Istanbul nel calendario: “Non c’è molto entusiasmo da parte del pubblico, non so perchè. Forse decideranno di prendersi una pausa perchè la gara non funziona commercialmente dal loro punto di vista.”
Ma, calendario a parte, nessuno, nemmeno Bernie Ecclestone, è eterno. Anche se, ufficialmente, non è ancora pronto a indicare un suo successore. “Chi potrebbe sostituirmi? Non ne ho idea. Probabilmente dovrebbero cercare un altro rivenditore di auto usate!” Un nome per la sua successione, però, lo si fa ormai da tempo ed è quello di Flavio Briatore.
Rinegoziata con la FIA la sua espulsione a vita dalle corse, il manager piemontese è pronto a rientrare in Formula 1 dal 2013, quando scadrà la sua punizione. Già quest’anno lo si è visto in pista in diverse occasioni e si è parlato di lui nei ruoli più disparati: con la Pirelli, la Ferrari oppure, appunto, come vice di Ecclestone, che è tuttora suo socio in diverse attività (tra cui la squadra di calcio inglese Queens Park Rangers).
“Ho tirato una riga sul ruolo di team boss, ma questo non significa che dirò addio alla Formula 1, anzi,” ha recentemente dichiarato al “Journal du Dimanche”. “Mi concentrerò su ruoli commerciali o di business.” Sarà italiano l’Ecclestone del futuro?