
Ma quale appuntamento entrerà in calendario? Il GP d’India.
Già i 19 gran premi di questo pazzo anno sembrano un’enormità e le speranze di vederli diminuire si fanno sempre più flebili. Il gioco è subdolo e cinico allo stesso tempo: i team vorrebbero meno appuntamenti per ridurre i costi ma non vogliono rinunciare a certi, i quali Stati, si stanno dimostrando eccezionali trampolini di lancio per la loro economia… è un po’ come un topo che si mangia la coda.
Per quanto riguarda la Turchia e la Cina, più volte sono state lì lì per abbandonare la postazione osservando il numero di spettatori diminuire di anno in anno, ma alla fin fine porteranno a termine il loro contratto con Ecclestone, quello stesso Ecclestone che è tra l’altro proprietario del circuito dell’Istanbul Park e che ha più volte assicurato che la gara turca non uscirà dal campionato.
Grande sostenitore per la gara cinese è la Mercedes, fornitrice di tre diversi team, la quale economia sta letteralmente sfondando nel mercato asiatico e in particolar modo proprio in Cina.
E se pensavate che gli storici circuiti europei fossero salvi da questo genere di problemi, vi sbagliavate! Hockenheim e Silverstone erano le due classiche dal futuro incerto che finalmente si sono sistemate con un contratto a lunga scadenza.
Le garanzie delle piste non servono però a rilassare le squadre troppo preoccupate per gli eccessivi costi di trasferta a causa di un calendario che ha tutto fuorché qualcosa di razionale.
Perché l’appuntamento del Bahrain e quello di Abu Dhabi si trovano alle estremità opposte del calendario quando invece potrebbero essere ravvicinati? Vale lo stesso per la Malesia e Singapore e tra l’altro sarebbe opportuno spostare la gara cinese nei circondari dei GP del Giappone e di Corea.
E ricordando l’ormai celebre citazione del personaggio disneyano Buz di “Toy Story” questo pare sia quello che effettivamente lo stesso Ecclestone pensa e crede determinando l’entrata in calendario nel 2012 di un ulteriore appuntamento negli Stati Uniti (probabilmente in Texas) e le alternative della Russia e di Roma non sono ancora crollate.
La prospettiva di un calendario più lungo in termini di tempo è una buona notizia per i tifosi di questo sport, ma non dimentichiamoci che rappresenta anche un vantaggio per i team costruttori che possono così esportare e rappresentare sul posto il proprio prodotto.
Ma in un momento economicamente difficile come questo, fino a che punto le scuderie potranno fronteggiare questi costi? E non si sta parlando di team come Ferrari/McLaren/Mercedes o Renault, che in ogni modo soffriranno di ciò, ma io sto facendo riferimento alle varie Sauber, Lotus o HRT.