formula_488A vederla da fuori, la decisione di Michael Schumacher di superare Fernando Alonso poco prima del traguardo, quando la safety car era appena rientrata ai box, poteva apparire o come un errore marchiano o come una furbata maldestra che non poteva farla franca. E tale, in effetti, è stata raccontata dalla maggior parte della stampa. (continua...)

Ma era veramente pensabile che un sette volte campione del mondo e un team guidato dal più esperto degli strateghi potessero cadere su una buccia di banana così evidente? A ben guardare, la realtà appare un po’ diversa e deriva tutta da un’apparente contraddizione nel regolamento sportivo 2010.

Proprio quest’anno, infatti, nel libro delle regole è stata introdotta una modifica che era praticamente passata inosservata: quando la gara riparte dopo una safety car, la linea dopo la quale scatta il via libera ad effettuare nuovamente sorpassi non è più quella del traguardo, ma è stata anticipata alla cosiddetta “linea della safety car” (articolo 40.11).

Ciò vale, naturalmente, in condizioni di normale svolgimento della gara. Quando invece la gara termina sotto safety car, ad essere applicato è l’articolo 40.13, che prevede che “se la gara termina in regime di safety car, questa entrerà in corsia box al termine dell’ultimo giro e le vetture prenderanno il traguardo normalmente, ma senza sorpassarsi.”

E proprio qui sorge il problema. Come si fa a capire se la gara termina in regime di safety car oppure se la vettura di sicurezza rientra all’ultimo giro per via del cessato pericolo? La posizione della Mercedes è stata chiarita dal loro comunicato: “Pensavamo che la combinazione del messaggio della direzione gara ‘la safety car rientrerà in questo giro’ e ‘pista libera’, nonchè le bandiere verdi e le luci mostrate dai commissari dopo la linea della safety car significasse che la gara non terminava in regime di safety car e che tutti i piloti fossero liberi di correre.”

In altre parole: la safety car è rientrata al termine dell’ultimo giro solo per permettere ai fotografi di scattare le foto del traguardo senza il disturbo di un’altra vettura, ma la gara terminava sotto neutralizzazione? Oppure i detriti dell’incidente di Trulli e Chandhok erano stati ormai ripuliti (cosa che in effetti era accaduta) e quindi la gara (o almeno gli ultimi metri tra la linea della safety car e quella del traguardo) si concludeva con bandiera verde?

Secondo le intenzioni della direzione gara, era vero il primo caso. Ma perchè, allora, sono state sventolate le bandiere verdi e non è stato mantenuto il cartello “SC” sul rettilineo principale fino all’arrivo? Forse, la Mercedes ha semplicemente cercato di approfittare di questa falla nei regolamenti. Ma è pur vero che appellandosi alla decisione dei commissari (appello poi ritirato perchè i 20 secondi di penalità equivalgono a un drive through e sono quindi inappellabili) ha evidenziato un precedente tutt’altro che trascurabile.

La direzione gara, compreso il commissario-pilota Damon Hill (che ha rivelato di aver ricevuto non poche lettere minatorie dopo la sua decisione), si è comportata dal canto suo nel pieno rispetto delle regole (anche se forse la penalità era un po’ troppo severa, rispetto ad un fatto come quello di Barrichello che ha gettato il volante in pista con estrema pericolosità, senza essere nemmeno investigato). Ma i commissari stessi hanno riconosciuto la fondatezza dell’interpretazione della Mercedes.

E’ evidente che il problema sta nel regolamento stesso. Per usare le parole dell’odierno comunicato della FIA, una “mancanza di chiarezza nell’applicazione della regola che proibisce il sorpasso dietro la safety car”. Il punto, ivi compresa la penalità di 20 secondi definita “sproporzionata alle circostanze”, sarà oggetto di una discussione nell’ambito del prossimo Gruppo di Lavoro Sportivo, organo che risponde alla Commissione F1. Perchè, prosegue la nota della Federazione: “Sono necessarie modifiche alle regole per chiarire la procedura.”

Forse sarebbe stato opportuno pensarci prima. O, ancora meglio, non mettere le mani per motivi inspiegabili su regole che hanno funzionato benissimo per decenni. Se questi sono i risultati…

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