Chi vincera'''' il mondiale di F1? Chi e'''' il pilota attualmente piu'''' forte sullo schieramento della massima formula? E'''' ancora possibile essere vincenti sia in America che in Europa? Di questo, e molto altro ancora, abbiamo parlato con Mario Andretti, la leggenda con la L maiuscola dell''''automobilismo mondiale. L''''eroe dei due mondi ci ha concesso un''''intervista esclusiva in cui parla a tutto campo e ci svela che la possibilita'''' di vedere a medio termine un altro Andretti in F1 e'''' piu'''' che mai da tenere in considerazione... (continua...)
Mario, come vedi l’attuale situazione del campionato del mondo di F1? Chi vedi favorito per la vittoria finale?
MA:
Per quello che si e'''' visto nelle ultime gare il mondiale sembrerebbe sorridere alla McLaren. Non credo, pero'''', che la Ferrari in realta'''' sia cosi'''' indietro. Le ultime vittorie McLaren sono state a volte frutto di situazioni particolari, con lo stesso Hamilton che si e'''' prodotto in sorpassi che denotano molto coraggio. Certo, ora il morale in McLaren e'''' alto, ma penso che la Ferrari abbia tutto il potenziale per recuperare e credo che possiamo aspettarci un campionato combattuto fino alla fine. Attenzione, aspettiamo a dare per morta la Ferrari.

Nel campionato 2008 sembra contare molto il fattore umano. Chi pensi sia il pilota piu'''' forte sulla griglia?
MA: Non e'''' facile rispondere a questa domanda. Quest’anno l’assenza di aiuti elettronici, in particolare il Traction control, ha messo in primo piano il pilota, portando piu'''' in evidenza valori e stili di guida. Per quello che si e'''' visto finora mi verrebbe da fare il nome di Hamilton, che specie sotto la pioggia ha mostrato grandissime qualita''''. Si tratta comunque di un’annata strana. Non c’e'''' un pilota nettamente superiore agli altri, una ‘bestia’ (letterale ndr) come Michael Schumacher. Le situazioni paiono mutevoli. Ad esempio, all’inizio dell’anno avrei valutato Raikkonen piu'''' forte di Massa, pero'''' il brasiliano in diverse occasioni gli e'''' stato davanti. A mancare a Felipe pero'''' e'''' stata la costanza: non basta essere certe volte al 100% e certe volte al 70%: per vincere i mondiali bisogna essere sempre minimo al 95%, e questa e'''' una caratteristica che gli fa un po’ difetto.

Come valuti la condizione di Alonso? Sembra nervoso nelle ultime gare...
MA: In realta'''' non credo alla storia secondo cui lui sia nervoso e per questo guidi male. Credo semplicemente che tornando alla Renault abbia trovato una realta'''' meno competitiva rispetto a quella che aveva lasciato due anni fa, e che ora ne paghi le conseguenze. La Renault durante lo sviluppo ha perso terreno, e ora si trova parecchio indietro. Sono decisamente diversi i tempi rispetto a quelli in cui Fernando lottava contro Michael Schumacher, ma e'''' piu'''' che altro una questione di vettura, non di pilota.

Secondo te, a fine 2008 Fernando farebbe bene a restare in Renault o a cambiare casacca?
MA: E dove altro potrebbe andare? Il fulcro di tutto e'''' l’alternativa possibile. Certo, se gli si aprissero le porte della Ferrari o gli arrivasse una chiamata da Maranello dovrebbe partire di corsa, e pure gratis. Io perlomeno lo farei! Ma se dovesse cambiare team per ritrovarsi in una scuderia che non gli da'''' garanzie, compirebbe un errore. A quel punto farebbe bene a restare in Renault.

Quanto manca alla Ferrari una figura di riferimento come Michael Schumacher?
MA: Non e'''' un discorso semplice. Piloti come Michael Schumacher ne nascono pochi, sotto ogni punto di vista. Al di la'''' dell’indubbio talento al volante, indiscutibile e fondamentale, il valore aggiunto del tedesco era quello di saper far lavorare tutti i membri della squadra, dal primo all’ultimo, al 102% delle loro possibilita''''. E’ una dote che o hai o non hai, e'''' questione di metodo di lavoro e motivazione. E nella F1 di oggi questo fa piu'''' che mai la differenza. Forse e'''' sotto quest’aspetto che l’assenza di Michael Schumacher si fa sentire, ma non e'''' facile poterlo valutare dall’esterno.

Parliamo di Bourdais. Plurititolato in Champ Car, in difficolta'''' in F1 anche a confronto con il compagno di team. Come valuti la sua stagione? E’ davvero cosi'''' difficile passare dall’America alla F1? E qual e'''' il segreto di Mario Andretti, l’eroe dei due mondi?
MA: Bourdais mi sta deludendo molto. Mi dispiace, perché in America era una superstar, un pilota fortissimo, eppure in F1 non sta rendendo come dovrebbe. Lui dice di non essersi adattato perfettamente alla vettura, ma il suo compagno di squadra va piu'''' forte di lui, per cui e'''' un problema solo e soltanto suo. Se il tuo compagno va piu'''' forte di te non puoi accampare scuse. Non capisco Sebastien, perché in fondo andava fortissimo anche in F.3000. La cosa che mi dispiace di piu'''' e'''' che c’e'''' il rischio di veder considerati poco validi i campionati americani. Quando mio figlio Michael venne in F1 approdo'''' in un team prestigioso che pero'''' si trovava nella fase peggiore. Lui era nel momento migliore della carriera, era veloce, e senza dubbio aveva capacita'''' e talento per poter ottenere gli stessi risultati di un Mika Hakkinen... pero'''' non ha funzionato. Poi e'''' stato il turno di Zanardi fare flop, poi Bourdais... non vorrei che si considerasse la Indycar un campionato di serie b, e non vorrei che i piloti che ci corrono, come mio nipote Marco, vengano considerati dei fermi... mi dispiacerebbe molto. Ad ogni modo, personalmente non ho una ricetta particolare per poter essere vincenti in America ed Europa, non esiste una formula magica o un segreto inconfessabile. Bisogna solo sapersi adattare ed avere la determinazione e l’umilta'''' di voler sempre imparare.

Hai citato Marco Andretti, parliamo allora di tuo nipote. Quando lo vedremo al volante di una F1, e con quale squadra?
MA: E’ presto per dirlo, pero'''' ci stiamo lavorando. Dipende innanzitutto dalle possibilita'''' che gli verranno offerte e dalla sua situazione contrattuale. Ad ogni modo gli ho sempre consigliato di fare contratti brevi, anno per anno, per potersi tenere libero da vincoli o impegni in caso di una chiamata dalla F1. Anche se corre con il team di mio figlio, gli ho sempre consigliato di lasciarsi una porta libera, di rinegoziare anno per anno, perché la F1 secondo me e'''' e resta il campionato piu'''' importante.

Un’ultima curiosita''''... chi vedresti bene al via della 500 miglia di Indianapolis tra i piloti di F1?
MA: Beh, sono in tanti quelli che potrebbero far bene a Indy. Del resto, se uno e'''' bravo a guidare lo e'''' ovunque. Ovali, stradali, cittadini... non fa differenza, se uno va forte ci va dappertutto. Serve solo la volonta'''' e la determinazione ad adattarsi, e'''' questo il nocciolo. Ora come ora non mi pare di vedere nessuno interessato a questa gara, ma penso che i top driver della F1, se lo volessero, potrebbero andar la'''' e fare bene, molto bene!
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