Sul tracciato più lento del Mondiale, vince... chi va piano.
Lo ha fatto Ricciardo lo scorso anno con una Red Bull in debito di potenza; lo ha fatto quest'anno Lewis Hamilton con una Mercedes con gli pneumatici in crisi.
Niente di nuovo sotto il sole quindi, se vogliamo. Anche senza andare a scomodare l'edizione 1992 quanto uno strabordante Nigel Mansel con gomme nuovissime non potè aver la meglio su un Ayrton Senna che sapientemente riuscì riuscito a chiudere tutti gli spazi con estrema abilità.
Ma questo paragone non crediamo di poterlo fare. Probabilmente il pilota inglese della Mercedes ha avuto buon gioco a restare davanti all'arrembante Verstappen sfruttando la maggior trazione e potenza della sua P.U. giusto il necessario per guadagnare in rettilineo spazio utile sull'avversario impedendogli la stoccata vincente in frenata.
Vince Lewis Hamilton, davanti a Sebastian Vettel e al suo compagno di team Mercedes Valtteri Bottas, allungando così sul rivale finlandese nella classifica piloti. Ma è certo che la sfida tutta interna in casa Mercedes sarà ancora molto lunga.
Il secondo posto del ferrarista può essere considerata indubbiamente una boccata d'ossigeno per il morale del tedesco. Ma è altrettanto vero che la Sf90, anche a Montecarlo, è apparsa la terza forza del mondiale, dietro Mercedes e Red Bull. Solo la (giusta) penalizzazione di Verstappen (secondo al traguardo ma poi quarto nella classifica ufficiale) e i problemi occorsi a Bottas, gli hanno permesso di guadagnare due posizioni. Per il resto non è sembrato mai in grado di pressare realmente gli avversari che lo precedevano in pista.
Il momento chiave del Gp è coinciso con le soste ai box, avvenuto strategicamente con il regime di Virtual Safety Car originato dall'incidente di Leclerc di cui parleremo più avanti. Mentre Hamilton ha potuto agevolmente mantenere la testa della corsa, la sfida per le posizioni dietro di lui ha avuto il suo sviluppo principale. Scattando dalla sua postazione, l'olandese è ripartito davanti a Bottas, tagliandogli la strada e stringendolo contro il guard-rail, nel più classico Unsafe release, poi sanzionato come detto.
Dal canto suo, Bottas è stato costretto ad uno stop aggiuntivo ai box a causa della toccata, perdendo la sua seconda posizione a favore di Verstappen e Vettel. Da quel momento in poi i quattro piloti (Hamilton, Verstappen, Vettel e Bottas) hanno costituito il trenino che è giunto immutato fino alla bandiera a scacchi.
Per questo quartetto, l'elemento pneumatici ha condizionato la sfida, con Hamilton non più in grado di mantenere il ritmo di inizio gara per il loro progressivo degrado anche per la scelta del suo muretto di montargli un set di morbide. Dietro di lui Vertappen ha cercato di pressarlo ma senza successo. L'olandeve, sapendo di dover scontare la penalità di 5 secondi, sperava di portarsi in testa ed allungare a sufficienza sugli altri. Per vincere.
Il quinto posto è conquistato dall'altro pilota Red Bull, Gasly. Staccati da lui l'ottimo Sainz che ha preceduto i due piloti della Toro Rosso Kvyat e Albon. Ricciardo (Renault) e Grosjean (Haas) hanno chiuso la zona punti in nona e decima posizione.
Tornando alla Ferrari, un protagonista mancato è stato indubbiamente Charles Leclerc che nel toboga del Principato è sembrato poter essere più a suo agio rispetto al team mate Vettel. La sua gara è stata però pesantemente condizionata dell'esito delle prove di qualificazione, durante le quali, con un grosso errore di valutazione, il suo muretto lo lascia fermo ai box mentre le prestazioni altrui migliorano sensibilmente. 16^ posizione in griglia e il difficile compito di rimontare la domenica in gara.
Rimonta che il pilota di casa ha cercato di attuale con una serie di sorpassi determinati che hanno ravvivato le primissime fasi del Gran Premio. Nel tentativo su Hulkenberg però si scompone girandosi e toccando poi le barriere bucando la gomma che, distruggendosi, danneggia irrimediabilmente il fondo della sua monoposto. A nulla serve il pit stop per la sua sotituzione; la Sf90 è inguidabile e il ritiro avviene al 16° giro.
Di seguito la classifica finale del Gp di Monaco 2019.
POS | PILOTA | SQUADRA | GIRI | TEMPO | |
1 | Lewis Hamilton | Mercedes AMG Petronas Motorsport | 78 | 1:43:28.437 | |
2 | Sebastian Vettel | Scuderia Ferrari Mission Winnow | 78 | 1:43:31.039 | |
3 | Valtteri Bottas | Mercedes AMG Petronas Motorsport | 78 | 1:43:31.599 | |
4 | Max Verstappen | Aston Martin Red Bull Racing | 78 | 1:43:33.974 | |
5 | Pierre Gasly | Aston Martin Red Bull Racing | 78 | 1:43:38.383 | |
6 | Carlos Sainz | McLaren F1 Team | 78 | 1:44:21.891 | |
7 | Daniil Kvyat | Red Bull Toro Rosso Honda | 78 | 1:44:23.011 | |
8 | Alexander Albon | Red Bull Toro Rosso Honda | 78 | 1:44:23.637 | |
9 | Daniel Ricciardo | Renault F1 Team | 78 | 1:44:29.331 | |
10 | Romain Grosjean | Rich Energy Haas F1 Team | 78 | 1:44:29.471 | |
11 | Lando Norris | McLaren F1 Team | 78 | 1:44:35.238 | |
12 | Sergio Perez | SportPesa Racing Point F1 Team | 77 | 1:43:36.895 | |
13 | Nico Hulkenberg | Renault F1 Team | 77 | 1:43:39.847 | |
14 | Kevin Magnussen | Rich Energy Haas F1 Team | 77 | 1:43:40.954 | |
15 | George Russell | ROKiT Williams Racing | 77 | 1:43:54.771 | |
16 | Lance Stroll | SportPesa Racing Point F1 Team | 77 | 1:44:06.696 | |
17 | Kimi Raikkonen | Alfa Romeo Racing | 77 | 1:44:17.079 | |
18 | Robert Kubica | ROKiT Williams Racing | 77 | 1:44:47.505 | |
19 | Antonio Giovinazzi | Alfa Romeo Racing | 76 | 1:43:34.397 | |
20 | Charles Leclerc | Scuderia Ferrari Mission Winnow | 16 | 0:24:10.404 |
L'evento monegasco è stato preceduto dalla triste notizia della morte di Niki Lauda, uno dei più grandi piloti di F1 di tutti i tempi.
Tutto il Circus ha tributato il giusto e doveroso omaggio all'austriaco, Campione del Mondo 1975, 1977 (Ferrari) e 1984 (Mclaren). Hamilton e Vettel hanno corso con una versione speciale dei loro caschi, che riprendevano gli storici colori usati da Lauda per il suo negli anni d'oro.
CIAO NIKI (1949-2019)