LE PROVE DELLA TECNO F1 SUL CIRCUITO DI SAN PIERO A SIEVE

 

Citazione di: "Powerslide"
Sull'ultimo AS la rubrica "Autosprint story" offre due spunti interessanti.

(...)

2) Nello stesso numero è riportata la discesa in pista della Tecno F1. I piloti sono Nanni Galli e Gigi Fontanesi (con quest'ultimo che si farà prestare casco e guanti da Galli, ma che guiderà in jeans, maglione a collo alto e gilet di lana!)
A parte questa curiosità, forse già allora fuori tempo massimo, è per noi interessante sapere dove si svolse il test. Si trattava di un circuito di un chilometro scarso autocostruito nel Mugello da tal Lando Baldissini, nella vita inventore di macchine tessili. Il luogo dove sorge/sorgeva questa pista è San Piero a Sieve paese natale e di residenza del nostro Pedro59 (da tempo purtroppo un po' latitante dal forum).
Spero che Pedro legga questo intervento e lo corredi di eventuali ricordi di prima mano!

tecnof1spieroasieve

Mi scuso per la "latitanza" giustificata dall'impegno per "chiudere" l'ultima fatica...letteraria e "avviare" un'altra faccenda di cui parleremo.
Dunque per capire bene la storia di quella Formula 1, la prima che mai sia apparsa nel Mugello dove le corse erano di casa allora più che adesso, occorre una premessa ...storico-geografica.
San Piero a Sieve si trova su quella che all'epoca era la direttrice Firenze-Bologna, arteria fondamentale per il commercio e gli affari della Firenze dei Medici.
Per garantire la sicurezza dei viaggiatori fu costruita la Fortezza di San Martino, simile come pianta alla celebre Fortezza da basso che si può ammirare a Firenze, solo che per renderla più efficace venne costruita sullo sprone roccioso che sorge alle spalle dell'attuale abitato, diciamo, per usare un eufemismo, un po' fuori mano.
Bene, giusto sotto gli spalti della Fortezza di San Martino, Lando Baldassini costruì la sua pista, un nastro d'asfalto senza guard-rail (non scherziamo) e con un paio d'alberi a filo di carreggiata, così come l'angolo di una casa colonica che si trovava al centro dell'impianto. La costruì con l'intento di farci correre la Formula 850 o la Formula Italia sottovalutando molto i problemi logistici e il fatto che, quattro chilometri più su lungo la statale che punta il Passo del Giogo la caparbia ostinazione di due personaggi senza eredi: Amos Pampaloni (detto "il Pampa") e l'ingegner Pasquale Borracci, rispettivamente Direttore e Presidente dell'ACI di Firenze stavano costruendo l'Autodromo Internazionale del Mugello che sarebbe stato inaugurato meno di due anni dopo. 
Nel 1972 io facevo la terza media e leggevo Autosprint dalla prima all'ultima pagina, almeno due volte.
In quel pomeriggio di primavera l'aria era tiepida ed io, lo ricordo bene, ero sul balcone quando ai profumi si mischiò il rumore inconfondibile di un motore da corsa. E che motore !
Casa mia era in linea d'aria a meno di un chilometro dal circuito di Croce ai Monti (quello è il toponimo del luogo dove si trova il tracciato) e mentre cercavo di capire da dove arrivasse quella musica ecco uno dei miei migliori amici sfrecciare in bici "Vieni !" - mi gridò con quanto fiato aveva - "in Fortezza c'è una Formula 1 !"-
Era come dire, più o meno, "guarda c'è un ciuco vola !".
Per arrivare alla pista, infatti, c'è (e c'era) una sola strada che si arrampica sul Poggio, così si chiama la parte più alta e del paese vecchio, e poi, divenuta sterrata, sale fra sassi e buche fino ai piedi dell'ultima rampa che si inerpica alle porte della Fortezza: una Formula 1 lassù era probabile come un banano in Antardide !
Invece c'era.
Quando arrivammo, io e il mio amico che aveva lasciato la bici sotto casa mia e si era avventurato con me sul sentiero di Buon Riposo (nome chiaro per la via breve che permetteva di salire rapidamente a mezza strada), avevamo il cuore in gola, non tanto per la fatica di aver fatto tutta la strada di corsa, quanto per la curiosità, l'ansia di scoprire cos'era quella macchina che qualcuno, probabilmente non sapendo di cosa parlava, aveva chiamato Formula 1.
Mi bastò un'occhiata per riconoscere l'inconfondibile livrea Martini della Tecno Formula 1 e il rumore del 12 cilindri "che aveva fatto arrabbiare Forghieri" era davvero accattivante.
Al volante c'era un mito, il pratese "Nanni" Galli uno che andava forte dappertutto.
Ancora oggi quando lo incontro, e per fortuna mi capita abbastanza spesso, mi torna in mente quel pomeriggio nel quale fece una passeggiata in Formula 1 sotto gli spalti della Fortezza di San Martino.