BMW SAUBER F1.06



Il pragmatisno svizzero della Sauber si è unito alle grosse risorse economiche della BMW che in questi ultimi anni ha rappresentato una delle compagini più forti in campo motoristico.
La nuova configurazione dei motori potrebbe aver "resettato" i livelli di vertice raggiunti fino allo scorso anno, ma la capacità della casa di Monaco di Baviera resta intatta ed è garanzia di ottimi risultati.
Qualche perplessità sul fronte telaistico, in consederazione che l'apporto della BMW non potrà che vedersi più in là nel tempo.
La nuova F1.06 in realtà è molto più simile alla vecchia Sauber di quanto non sembri a prima vista, ovviamente con tutte le considerazioni relative al nuovo tipo di motore utilizzato.
Le maggiori similitudini si riscontrano infatti nelle fiancate che ricalcano le linee con forte rastremazione inferiore già viste l'anno passato; lo stesso dicasi per il sistema di sfoghi superiori a ferritoia e per il gruppo dei deviatori di flusso anteriori.
Piuttosto diverso è invece l'anteriore. Il muso è molto basso, tanto che risultano estremamente corti i due supporti dell'ala anteriore, anch'essa modificata e priva dell'elemento "a cassetto" del 2005.



L'abbassamento del telaio si riscontra soprattutto nella zona degli attacchi della sospensone anteriore.
Il triangolo inferiore infatti è direttamente ancorato allo spigolo inferiore senza alcuna estensione (ricordate invece che la Sauber era stata una delle prime fautrici delle doppie chiglie inferiori qualche anno fa?) in linea con quanto introdotto lo scorso anno dalla Mclaren.
La parte posteriore è quella che presenta le caratteristiche maggiormente peculiari della monoposto.
Innanzittutto l'andamento degli scarichi del motore non è più particolarmente avanzato come nel 2005 e il gruppo del cambio è stato generosamente dimensionato in senso longitudinale in modo da non ridurre troppo il passo della vettura nonostante l'accorciamento del motore e del serbatoio.



Questa scelta è stata dettata principalmente da ragioni di centramento delle masse e di tipo aerodinamico.
Rivedute e corrette le pinne e le alette poste davanti alle ruote posteriori.
Infine si nota la presenza di una estesa sottile pinna nella parte posteriore del cofano motore che ne altera, appesantendola esteticamente, la linea alla vista laterale.


MIDLAND M16



Si parte dal basso ovviamente e anche se molti dei diretti avversari si sono rinforzati, nel team russo si è ben consci di aver ben lavorato.
La struttura ex Jordan ha completato il lavoro di progettazione commissionato dalla italiana Dallara. Ne è scaturita una monoposto interessante e per certi versi innovativa, ricca di molti elementi di distinzione che, lo vedremo tra un mese, potrebbero funzionare.
La Midland M16 si distingue per forme piuttosto particolari del musetto, largo e piatto e dall'andamento a formichiere pronunciato.
L'ala anteriore, poco sinuosa è dotata del raddoppio dei profili con l'estensione delle paratie laterali come visto sulla Renault dello scorso anno e copiata già sulla vecchia Midland.



Molto carenati i bracci anteriori del triangolo superiore della sospensione anteriore. Inferiormente l'attacco è in stile Mclaren.
Anche il disegno delle pance laterali è caratteristico.
Anteriormente sono molto alte e squadrate, con vistose estensioni superiori ed inferiori con quest'ultime che, al contrario di quanto visibile su altre F1, non si collegano con i deviatori di flusso anteriori che sono effettivamente piuttosto corti.
Le pance laterali sono prive di scassi inferiori ma si restringono fortemente al posteriore dove sono piazzate estese pinne e scarichi motore molto avanzati ed incassati.



Abbastanza stretta anche la zona del cambio.
Tradizionali infine la presa dinamica del motore, il cofano motore e l'alettone anteriore dal diedro orizzontale.
Il motore è in nuovo Toyota RVX06 che dovrebbe essere fornito nella medesima versione utilizzata dal team ufficiale.


TORO ROSSO STR01



Si parte da una situazione decisamente più solida che in passato, poichè la sicurezza e stabilità economica ha permesso al piccolo team ex Minardi di lavorare con serenità e portare avanti un doveroso e proficuo lavoro di preparazione.
Siamo ancora in una fase di transizione, la F1 moderna necessita di una programmazione a lungo termine che richiede tempi lunghi.
Intanto il 2006 verrà disputato con una monoposto di stretta (se non strettissima) derivazione Red Bull, in quanto il team utilizzerà i vecchi telai della squadra madre, compreso il vecchio V10 Cosworth che verrà limitato nelle sue caratteristiche da una flangia nella presa dinamica del motore e da una riduzione del regime nell'ordine dei 1500-1600 giri.



Del tutto superfluo parlare della monoposto se non nelle sue linee generali.
Muso alto e sottile con due lunghi montanti per il sinuoso alettone anteriore.
Semplici deviatori di flusso davanti alle fiancate con queste piuttosto alte e squadrate.
Nel posteriore spiccano le grosse carenature degli scarichi motore e le varie appendici aerodinamiche-ciminiere di chiaro stampo Jaguar.



Analogamente anche l'alettone e i canali estrattori posteriori non evidenziano nulla di nuovo.
Un'aerodinamica non certo di prim'ordine quindi ma che lo scorso anno ha permesso a questa monoposto, sotto i colori del team principale Red Bull di ben figurare.
La sfida, sicuramente alla portata, è quella di riuscire a stare davanti a Midland e Super Aguri.


SUPER AGURI SA05



Ben poco si sa, per ora della prima, vera nuova squadra che si affaccia in Formula 1 da molti anni ormai. Inutile pretendere molto da una struttura che è nata rapidamente e quasi improvvisamente con l'appoggio della Honda, tanto che è principalmente il motore l'elemento di maggior spicco del team.
Tutto è nato in maniera singolare, con uno staff tecnico presentato in tempi recenti e che utilizza delle monoposto di stretta derivazione Arrows, quindi risalenti a qualche anno fa, sia pure modificate ed adattate alle norme in vigore.
Vediano perciò questa monoposto, perfettamente identica alla Arrows A23 del 2002 durante le sue prime uscite e dotata solo di uno spaziatore tra telaio e motore per permettere la giunzione dei due elementi aventi attacchi completamente diversi.
In sessioni successive è comparsa in una versione riveduta e corretta, finalmente adattata alle norme regolamentari e, forse, più interessante per qualche insolito particolare.



Musetto molto alto e sottile che presenta supporti per l'alettone anteriore accorciati rispetto a quelli originari molto lunghi. Decisamente un sistema molto veloce e semplice per alzare il profilo alare come da norme e che è perfettamente identico a quello originario.
Il telaio è provvisto delle due lunghe estensioni inferiori a "pantalone" ex Arrows aventi funzioni aerodinamiche e di ancoraggio dei triangoli inferiori della sospensione anteriore. Questa presenta tutti gli elementi privi di un qualsiasi profilo carenato affusolato come ormai si vede su tutte le altre vetture.
Grossi deviatori di flusso precedono le pance laterali, piuttosto squadrate in origine, ora modificate in modo esteso dal nuovo team giapponese. La parte anteriore, infatti, è ora più rotondeggiante, con leggero scasso inferiore e fornita di una appendice aerodinamica superiore piuttosto caratteristica, a "bulbo" e priva di paratia verticale.
Verso il posteriore sono maggiormente rastremate e completate da una serie di appendici introdotte recentemente. Non mancano quindi gli sfoghi a camino, piccole alette (curiosamente prive anch'esse di paratie verticali) e doppia pinna stile Renault (inizialmente era singola) davanti alle ruote posteriori.
Gli scarichi motore ora sono forniti di due visibili carenature aerodinamiche.



La presa dinamica e il cofano motore sono praticamente gli stessi della vecchia Arrows, con l'aggiunta di due alette ai lati del roll-bar.
Apparentemente anche poco lavoro sull'ala posteriore, squadrata e semplicemente adattata alle misure regolamentari relative alle paratie e al posizionamento del profilo alare.
Questa monoposto non ha grosse aspirazioni ovviamente, è solamente un adattamento della Arrows A23 ai regolamenti salvo le pance laterali che sono state oggetto di un esteso lavoro, d'altra parte costituisce l'anticipo di una monoposto definitiva che, secondo la squadra, ovrebbe debuttare dopo i primi Gran Premi 2006.