Sopra: Ayrton Senna da Silva (McLaren-Honda Mp4/6) impegnato tra le strade e i muretti di cemento di Phoenix Park, in Arizona;

 

 

 

Sopra: Immagini di un duello in famiglia: Il pavodano Riccardo Patrese attacca il compagno di Squadra Nigel Mansell ma arriva lungo alla staccata della prima curva;

 

 

Sopra: Il francese Jean Alesi (Ferrari F1-91 “papera” n°28) impegnato nel doppiaggio del britannico Mark Blundell (Brabham-Yamaha n°8) sul circuito di Phoenix Park;

 

 

Sopra: Il britannico Nigel Mansell (Williams-Renault FW14) in pista a Phoenix Park, nel Gran Premio degli Stati Uniti 1991;

 

 

Sopra: Il pilota pavodano Riccardo Patrese (Williams-Renault FW14 n°6) impegnato in una frenata al limite tra le strade e i muretti di cemento di Phoenix Park, in Arizona;

 

 

Sopra e a lato: La cerimonia di premiazione del Gran Premio degli Stati Uniti 1991 a Phoenix. Il brasiliano Ayrton Senna (al centro) trionfa davanti al francese Alain Prost (a sinistra, non inquadrato) e al connazionale Nelson Piquet (a destra);

 

Buona la prestazione del Team Tyrrell, con Modena e Nakajima che si piazzano al quarto e quinto posto finale. Il giapponese Aguri Suzuki conquista l’ultimo punto della Classifica aggiudicandosi il sesto posto con la sua Larrousse-Ford. Come sempre, la selezione è durissima sul tracciato cittadino di Phoenix, e alla fine sono solamente otto le monoposto che riescono a portare a termine la corsa. Alesi è costretto alla resa al 72° giro per un guasto al cambio. Al pilota di Avignone la consolazione di aver fatto registrare il primo Giro più Veloce in Carriera. Peggio va a Berger, compagno di Squadra di Senna, mai competitivo per tutto il week-end e costretto al ritiro alla 36° tornata per un problema alla pompa di benzina. La nuova Williams-Renault FW14 conferma il potenziale che era emerso nei Test invernali. A Phoenix, Nigel Mansell e Riccardo Patrese si rivelano i piloti più competitivi alle spalle di Senna. Dopo una lotta ravvicinata in famiglia, Mansell insidia a lungo la seconda posizione di Prost prima di arrendersi a bordo pista per il cedimento del propulsore Renault. Patrese, invece, dopo una straordinaria rimonta, finisce fuori gara dopo un pericoloso incidente con Roberto Moreno (Benetton-Ford). Nonostante la trasferta americana non abbia prodotto risultati concreti, l’impressione è quella di una Williams in forte crescita. In Arizona, il giovane pilota finlandese Mika Hakkinen debutta in Formula 1 al volante della Lotus-Judd 102B, una monoposto lenta e problematica. Dopo un’impressionante Sessione di Qualifica (13° posizione in griglia di partenza), in gara Hakkinen viene urtato dall’inglese Mark Blundell (Brabham-Yamaha) ed è costretto ad una lunga rimonta tra i muretti e le strade di Phoenix. La sua prima corsa si conclude al 59° giro per un problema al motore Judd V8 della sua monoposto. La Squadra irlandese “Jordan Grand Prix” debutta in Formula 1 sul tracciato di Phoenix Park con il romano Andrea De Cesaris e il belga Beltrand Gachot. Il primo non riesce a superare le Pre-Qualifiche, mentre il secondo raccoglie un positivo 10° posto finale in corsa.

 

 

Sopra: Il pilota belga Beltrand Gachot (Jordan-Ford n°32) porta al debutto la monoposto del Costruttore irlandese Eddie Jordan nel Mondo della Formula 1;

 

 

Sopra: Il giovane pilota finlandese Mika Hakkinen (Lotus-Judd n°11) debutta in Formula 1 nel Gran Premio degli Stati Uniti 1991 a Phoenix Park, dimostrandosi subito molto veloce e promettente al volante di una monoposto non delle migliori del lotto;

 

Dopo l’Edizione 1991, Phoenix non ha più organizzato la corsa anche per la scarsa affluenza del pubblico. Il rombo della Formula 1 non tornò più a farsi sentire negli Stati Uniti d’America per otto lunghi anni.

 

 

Sopra: Immagini di una competizione di Formula Indy in America;

 

15 – INDIANAPOLIS 2000-2005

         Ritorno al Futuro

 

Indianapolis Motor Speedway, autodromo

 

Località: Indianapolis;

Stato: Indiana;

Tipologia tracciato:

autodromo;

Primi utilizzi: 2000;

Prima gara di Formula 1: 2000;

Lunghezza: 4.195 km / 2,607 m

Gran Premi disputati: 6;

Edizioni: 2000/2005;

Record sul giro in gara:

R Barrichello, 1'10”399,

2004, Ferrari

Record distanza in gara:

R. Barrichello, 73 giri in 1.31'07”934, media 201,476 km/h,

2002, Ferrari

Pole Position:

R. Barrichello, 1'10”223,

2004, Ferrari

 

L'America è sempre stata un Paese importante per la Formula 1, specialmente da quando, verso la fine degli anni Sessanta, la sponsorizzazione è diventata l'asse portante di questo Sport. Dopotutto, quale Sponsor non sarebbe stato interessato a comparire sul Mercato Commerciale numero uno al Mondo? Però, c'era delusione quando il Gran Premio degli Stati Uniti continuava a vagare per il Paese su circuiti sempre meno emozionanti e che attiravano sempre meno interesse. Finché, nel 1991, fu eliminato dal Calendario del Campionato del Mondo. I fanamericani di Automobilismo, a quanto sembra, non riuscivano a trovare un accordo con l'immagine cosmopolita della Formula 1. Era troppo lontana da loro. Quello che volevano era una cosa a loro familiare, le macchine truccate Nascar, che capivano bene. Dopotutto, i bravi ragazzi che guidano le NASCAR non raggiungono i 370 Kmh sulle piste superveloci, riuscendo dunque più veloci delle macchine di Formula 1. Per far ritornare la Formula 1, bisognava fare in modo che gli Americani capissero, e cosa meglio allora che gareggiare sur più famoso circuito d'America, la pista di Indianapolis?

 

Sopra: Tony George, Proprietario dell'Indianapolis Motor Speedway e principale promotore del Gran Premio degli Stati Uniti in Formula 1;

 

 

Sopra: Lo storico traguardo in mattonelle del “Brickyard”, il Leggendario circuito di Indianapolis;

 

Descrivere un giro della pista di Indianapolis è facile, dato che consiste solo in due lunghi rettilinei uniti da un paio di curve sopraelevate a ciascun capo. Tuttavia,oggi tutto il circuito si presenta asfaltato ad eccezione della striscia di mattoni che ancora segnala linea di partenza/arrivo. Ma non è questa la pista su cui i piloti di Formula 1 metteranno alla prova le loro capacità. Infatti, per gli ospiti è stato realizzato un circuito speciale, con solo il rettilineo di partenza/arrivo e la Curva 1che saranno utilizzati prima che il tracciatosi stacchi verso l'interno poco prima della Curva 2. La pista poi prosegue in una curva a sinistra seguita da una brusca a destra e da una ancor più brusca a sinistra. Una più larga a destra porta il tracciato sul rettilineo di ritorno che corre lungo il retro del paddock, fino a una curva a destra prima di una più lunga a sinistra e di una veloce a destra. Un'ulteriore curva a destra segna l'estremità del circuito, poiché, tornando indietro, porta il tracciato a una “S” destra-sinistra-destra fino al rettilineo principale leggermente sopraelevato. E se questa parte interna sembra tortuosa in modo assai preoccupante, niente paura, perché quelli che l'hanno vista dicono che la pista è insolitamente larga e può rendere possibili comunque i sorpassi. Questa è una caratteristica su cui gli americani hanno insistito, e anche a ragione…

 

 

 

Sopra: Le spettacolari infrasturutture del circuito di Indianapolis;

 

Pole Position per il pilota tedesco Michael Schumacher (la settima della Stagione 2000), al volante della Ferrari F1-2000, in una gara densa di significati, visto che la Formula 1 torna, dopo tanto tempo, negli Stati Uniti e per di più a Indianapolis. In tribuna ci sono più di 250.000 persone, il colpo d'occhio è fantastico: la Formula 1 ha conquistato l'America. Schumacher parte secondo, bruciato da Coulthard, che però poco dopo viene fermato per uno stop and go per partenza anticipata. Lo scozzese chiude più volte il tedesco, inutilmente, mentre il pilota finlandese Mika Hakkinen (McLaren-Mercedes Mp4/15) anticipa troppo il pit-stop montando gomme da asciutto. Ma la pista è ancora troppo umida e il finlandese perde terreno per poi iniziare una furiosa rimonta sul tedesco. Ma il V10 Mercedes-Benz va in fumo e cominciano ad andarsene le speranze di conquistare il terzo Titolo Mondiale consecutivo da parte dell'Asso di Helsinki. Schumacher trionfa non senza brividi, incappando in un piccolo testacoda nel finale, davanti all'altra Ferrari del brasiliano Rubens Barrichello, ottimo scudiero. Terzo è il tedesco Heinz-Harald Frentzen (Jordan-Mugen Honda), che riscatta parzialmente una Stagione poco felice. Quarto un incredibile Villeneuve, con la Bar-Honda 002, autore di staccate mozzafiato. L'unica McLaren al traguardo è quella di Coulthard, quinto. Nel Mondiale Piloti, Schumacher ha ora otto punti di vantaggio su Hakkinen, la Ferrari dieci sulla McLaren nel Mondiale Costruttori. La risonanza della vittoria negli Stati Uniti, primo mercato per le Gran turismo Ferrari, è enorme. Una nota curiosa: è la 150° vittoria di un motore V10, ovvero quel tipo di frazionamento brevettato per la prima volta dalla Renault sul finire degli anni Ottanta.

 

 

Sopra: Foto di gruppo dei piloti di Formula 1 2000 sul circuito di Indianapolis;

 

 

Sopra: Partenza del Gran Premio degli Stati Uniti 2000 a Indianapolis;

 

 

 

Sopra: Il tedesco Michael Schumacher (Ferrari F1-2000), in una suggestiva immagine sul circuito di Indianapolis nel Gran Premio degli Stati Uniti 2000;

 

 

Sopra: Spettacolare duello ad alta velocità tra il tedesco Michael Schumacher (Ferrari F1-2000) e lo scozzese David Coulthard (McLaren-Mercedes Mp4/15);

 

 

Sopra: Podio del Gran Premio degli Stati Uniti 2000 a Indianapolis. Doppietta Ferrari con il tedesco Michael Schumacher davanti al brasiliano Rubens Barrichello e al tedesco Heinz-Harald Frentzen (Jordan-Mugen Honda);

 

Il Circus della Formula 1 aveva lasciato Monza avvolto in una nube di tristezza per i tragici eventi americani dell'11 settembre 2001 e si è ritrovato a gareggiare proprio negli Stati Uniti a Indianapolis, fra mille dubbi e rischi di defezioni. Invece tutto è filato via alla perfezione. Un grande pubblico, partecipe e commosso, ha seguito la cerimonia in ricordo dei morti per gli attentati alle Twin Towers a New York che si è svolta poco prima del via sull'asfalto del circuito. Sabato, nelle Prove, il tedesco Michael Schumacher (Ferrari F2001) aveva conquistato facilmente la Pole Position, la 10° della Stagione su 16 Prove, seguito dal finlandese Mika Hakkinen (McLaren-Mercedes Mp4/16) poi retrocesso al 4° posto con una decisione quanto meno discutibile per essere uscito dalla pit-lane col semaforo rosso nel warm-up della domenica. Bene le Williams-BMW, ben assettate e come al solito molto veloci, su un circuito che per metà è quasi un rettilineo. Al via parte bene Schummy, mentre il fratello scatta male e si fa infilare dal compagno di Squadra Montoya e da Barrichello, che va subito all'attacco del colombiano. È scatenato Il brasiliano della Ferrari che in due giri infila prima Montoya e poi anche il suo caposquadra, accumulando in pochi giri un vantaggio di quasi 10 secondi, grazie anche ad una macchina più leggera degli inseguitori avendo programmato due pit-stop. Per Schummy invece è previsto un solo pit-stop, così come per la Williams di Montoya e per le due McLaren. Quando Rubens si ferma per il primo pit-stop passa al comando l'altra Ferrari, seguita da Montoya che pochi giri dopo, alla staccata alla fine del rettilineo infila con decisione Schumacher, fra il delirio dei suoi numerosi fans accorsi nel catino americano. È una gioia che dura solo 15 giri, poi Montoya si ferma con la trasmissione K.O. mentre il regolare Hakkinen va a conquistare la testa della gara, seguito da Barrichello. La gara è fra loro, tutti e due con un pit-stop ancora da fare. Rubens spinge al massimo o forse troppo e la Ferrari va arrosto, mentre Mika si avvia alla conquista della seconda gara dell'anno, la 20° e ultima vittoria della sua lunga Carriera in Formula 1, seguito da Schumacher e da Coulthard. Trulli è quarto ma in sede di verifiche viene squalificato per eccessiva usura del fondo piatto, cedendo così il suo posto a Irvine.

 

 

 

 

Sopra: Il pilota finlandese Mika Hakkinen (McLaren-Mercedes n°3) conquista sul circuito di Indianapolis la 20° e ultima vittoria della sua Carriera in Formula 1;

 

 

Sopra: Il tedesco Michael Schumacher (Ferrari F-2001), secondo nel Gran Premio degli Stati Uniti 2001 a Indianapolis, penultima Prova del Mondiale di Formula 1 2001;

 

 

Sopra: Il brasiliano Rubens Barrichello (Ferrari F-2001 n°2) davanti al compagno di Squadra, il tedesco Michael Schumacher. In gara, Barrichello sarà costretto al ritiro nel corso negli ultimi giri per un guasto al propulsore Ferrari V10 sulla sua vettura;

 

 

Sopra: Il pilota francese Jean Alesi (Jordan-Honda) festeggia sul circuito di Indianapolis il suo 200° Gran Premio della sua lunga Carriera in Formula 1;

 

Nell'Edizione 2002, non si saprà mai se la vittoria del pilota brasiliano Rubens Barrichello è stata un regalo di Schummy per ricambiare la spudorata “cortesia” ricevuta nel Gran Premio d'Austria o se invece è stato Barrichello a sfruttare, involontariamente a suo favore, l'arrivo in parata. Certo è che il penultimo Gran Premio della Stagione è stato un vero show delle vetture di Maranello ed una schiacciante dimostrazione del livello qualitativo raggiunto dalla marca italiana, proprio nel Mercato Commerciale per loro più importante. Sabato nelle Prove, Pole Position per il pilota tedesco Michael Schumacher (Ferrari F2002) con a fianco il fido Barrichello. Dietro come al solito le McLaren e le Williams seguite da un redivivo Villeneuve (BAR-Honda) e da Trulli (Renault). Mancano ancora le due Arrows e il tedesco Heinz-Harald Frentzen sostituisce il brasiliano Felipe Massa sulla Sauber-Petronas anche se il cambiamento non sembra portare grandi vantaggi alla Scuderia dello svizzero Peter Sauber. Al via Schummy parte senza problemi seguito da Barrichello. Poi, due giri dopo, il pasticcio fra i piloti Williams. Ralf Schumacher nella curva in fondo al rettilineo di partenza mette le ruote sull'erba e si intraversa andando a colpire il compagno di Squadra Montoya, peraltro troppo azzardato nel suo tentativo di sorpasso all'esterno. E ancora una volta la televisione inquadra con grande prontezza Patrick Head, al muretto Williams, che ha un gesto di stizza, mandando chiaramente “a quel paese” i suoi piloti. Montoya perde posizioni ma prosegue mentre Ralf è costretto ad una lunga sosta al box per rimontare l'alettone posteriore volato via nell'urto. Poi è purtroppo la solita noia, con la sola eccezione di un sorpasso prima sbagliato e poi riuscito da parte del giapponese Takuma Sato su Frentzen e del duello tra Villeneuve e Trulli. Un po' poco per il pubblico americano, abituato a ben altro tipo di spettacolo in pista nelle gare sui circuiti ovali. All'arrivo, lo scozzese David Coulthard (McLaren-Mercedes) si piazza terzo, mentre Montoya è quarto, nonostante qualche problema alla sua monoposto in seguito al contatto con il compagno, seguito da Trulli e Villeneuve, gli unici a piedi giri.

 

 

Sopra: Partenza del Gran Premio degli Stati Uniti 2002 a Indianapolis. Le due Ferrari F-2002 del tedesco Michael Schumacher e del brasiliano Rubens Barrichello si involano al comando;

 

 

Sopra: Lo scandaloso arrivo in parata delle due Ferrari F2002 nell'Edizione 2002. Nel Gran Premio degli Stati Uniti a Indianapolis, Schumacher e Barrichello giungono appaiati sul traguardo; il successo viene colto da quest'ultimo, tra mille polemiche;

 

 

Sopra: Lo scozzese David Coulthard (McLaren-Mercedes Mp4/17) impegnato sul circuito di Indianapolis davanti all'abruzzese Jarno Trulli (Renault);

 

 

Sopra: Clamoroso autoscontro in Casa Williams-BMW: Juan-Pablo Montoya e Ralf Schumacher vengono al contatto alla prima curva, gettando al vento la gara di entrambi i piloti;

 

L'anno successivo Indianapolis ospita la penultima Prova del Campionato del Mondo di Formula 1 2003. La situazione in Classifica Generale, a due gare dal termine della Stagione, vede il tedesco Michael Schumacher (Ferrari) in testa al Mondiale con 82 punti, seguito dal colombiano Juan-Pablo Montoya (Williams-BMW) staccato di 3 lunghezze e dal finlandese Kimi Raikkonen (McLaren-Mercedes) a 7 punti dalla vetta. A Indianapolis l'atmosfera si surriscalda: la gara risulta l'appuntamento decisivo. Come sempre, Montoya è seguito in America da un grande numero di fans venuti da ogni parte del globo. Proprio Raikkonen ottiene una fantastica Pole Position, mentre Montoya è quarto davanti a Schumacher, costretto ad accontentarsi della settima posizione in Griglia di Partenza. Al via, Raikkonen scatta al comando della corsa davanti a Panis, Ralf e Michael Schumacher, mentre Barrichello e Montoya si muovono lenti a centro gruppo. I due piloti vengono subito al contatto alla seconda curva: Montoya tampona e spedisce fuori pista Barrichello (costretto al ritiro) ma prosegue la gara. Al quinto giro inizia a piovere, e il fattore meteo condiziona l'esito della corsa. Al quindicesimo passaggio, Raikkonen è sempre in testa davanti a Montoya di sette secondi. Tutti i piloti si precipitano ai box per rifornimento e cambio gomme, mentre inizia a piovere con sempre più insistenza. Montoya è richiamato ai box su ordine dei Commissari per scontare un drive-through (passaggio lento nella pit-lain). È un duro colpo per le speranze iridate del pilota colombiano, che non sarà più in grado di lottare per il Titolo Mondiale. Al ventottesimo giro smette di piovere, e dopo i pit-stop Schumacher riparte con un ritmo indiavolato infilando due sorpassi ai danni di Heinz-Harald Frentzen (Sauber-Petronas) e Jenson Button (BAR-Honda), portandosi al comando della gara. Raikkonen perde la testa della corsa e il suo ritmo cala notevolmente, anche per una scelta non azzeccata delle gomme da pioggia. Il pilota finlandese infila a sua volta Frentzen ma deve accontentarsi della seconda posizione finale. Al 63° giro finisce la gara del canadese Jacques Villeneuve (BAR-Honda) per un guasto al motore. È la sua ultima gara prima di concedersi un anno sabbatico lontano dal Circus Formula 1. Michael Schumacher vince il Gran Premio degli Stati Uniti 2003 mettendo una pesante ipoteca sul suo sesto Titolo Mondiale, davanti a un ottimo Raikkonen, pilota molto giovane ma estremamente veloce in pista, e Frentzen, bravo a sfruttare a suo favore la situazione meteo di pioggia. Ora Schumacher ha 9 punti di vantaggio su Raikkonen e 11 su Montoya, ormai fuori dai giochi iridati.

 

 

Sopra: Il finlandese Kimi Raikkonen (McLaren-Mercedes Mp4/17D), secondo nel Gran Premio degli Stati Uniti 2003 a Indianapolis, penultima Prova del Mondiale di Formula 1;

 

Nel 2004 la Formula 1 è sottomessa dal dominio della Scuderia Ferrari. A Indianapolis, nona Prova del Campionato del Mondo di Formula 1, prima fila tutta rossa con il brasiliano Rubens Barrichello davanti al compagno di Squadra, il tedesco Michael Schumacher. E gli altri? In seconda fila molto promettenti le due BAR-Honda di Sato e Button, in terza fila la rovente coppia Williams-BMW composta da Ralf Schumacher e Montoya. Molto deludenti le prestazioni del Team West McLaren-Mercedes, con Raikkonen settimo e Coulthard dodicesimo. In gara i colpi di scena caratterizzano uno spettacolare Gran Premio degli Stati Uniti. In Griglia di Partenza, Montoya abbandona la sua vettura e parte dai box con il muletto. Barrichello scatta al comando davanti a Schumacher, Alonso, Sato, Raikkkonen e Button. Un incidente alla prima curva elimina Klien, Massa, Pantano e Bruni. Entra in pista la Safety-Car. Alla ripartenza, Schumacher si mette in scia di Barrichello e supera di forza il compagno di Squadra tra il clamore della folla di spettatori di Indianapolis. Al nono giro Alonso va a sbattere contro il muretto della prima curva per una foratura sulla sua Renault. Il pilota spagnolo esce dalla vettura un po' scosso ma fortunatamente illeso. Il giro successivo, il pilota tedesco Ralf Schumacher esce di pista in uno spettacolare testacoda all'ultimo curvone della sopraelevata. La vettura va a sbattere di posteriore contro il muretto ai bordi del tracciato. Rientra in pista la Satefy-Car. Schumacher, in gravi condizioni, viene caricato in ambulanza e trasportato all'Ospedale. Il pilota tedesco riporta la frattura di due vertebre ed è costretto ad un lungo periodo di convalescenza lontano dai circuiti: la sua Stagione è finita. Dopo i pit-stop, Button si ritira per un problema al cambio. Clamorosamente, Montoya riceve l'esposizione della bandiera nera a suo sfavore: squalificato. Il pilota colombiano, infatti, aveva cambiato monoposto prima della partenza utilizzando il muletto, fatto non consentito dai Regolamenti Sportivi. Stranamente, i Commissari americani non lo hanno fatto fermare prima…Michael Schumacher vince il Gran Premio degli Stati Uniti 2004 incassando l'ottavo successo stagionale, davanti a Barrichello e Sato. Un pilota giapponese torna sul podio dopo Aguri Suzuki (Larrousse-Ford) a Suzuka 1990. Buon quarto l'abruzzese Jarno Trulli (Renault) davanti al francese Olivier Panis (Toyota) e alla due McLaren-Mercedes del finlandese Kimi Raikkonen e dello scozzese David Coulthard. L'ultimo punticino disponibile è artigliato dall'ungherese Zsolt Baumgartner (Minardi-Ford), che porta a casa punti preziosi per la Scuderia di Faenza.

 

 

Sopra: Partenza del Gran Premio degli Stati Uniti 2004 a Indianapolis. Le due Ferrari F-2004 del del brasiliano Rubens Barrichello e del tedesco Michael Schumacher si involano al comando;

 

 

Sopra: Il brasiliano Rubens Barrichello (Ferrari F-2004) impegnato sul circuito di Indianapolis nel Gran Premio degli Stati Uniti 2004, gara che gli frutterà un buon secondo posto finale;

 

 

Sopra: Il grave incidente in cui è incorso il pilota tedesco Ralf Schumacher (Williams-BMW), a causa di un improvvisa foratura ad alta velocità. Trasportato in ospedale, Schumacher ha trascorso un lungo periodo di convalescenza lontano dai circuiti;

 

Arriviamo ora a parlare di un tema di attualità: il recentissimo Gran Premio degli Stati Uniti 2005. Prima di iniziare a parlare a pieno di questo episodio, cerchiamo di riepilogare quello che è accaduto nel week-end americano ad Indianapolis. I problemi sono iniziati venerdì 17 giugno, con i due incidenti differenti in cui sono incorse la due Toyota del brasiliano Ricardo Zonta e del tedesco Ralf Schumacher. Quest'ultimo è andato a sbattere con violenza proprio nello stesso punto in cui aveva avuto il terribile incidente nell'Edizione 2004. I medici impongono a Schumacher di non partecipare alla gara, e tocca proprio a Zonta sostituirlo in corsa. Entrambi gli incidenti sono causati da improvvisi cedimenti dei pneumatici Michelin. I responsabili del fornitore di gomme francese non riescono però a trovare la causa della rottura dei pneumatici. L'indomani, il Responsabile del Settore Sportivo della Michelin, Pierre Dupasquier, invia una lettera a tutte le Squadre denunciando la pericolosità delle gomme attuali. Nella lettera, Dupasquier richiede pertanto ai Team di non partecipare al Gran Premio degli Stati Uniti per ragioni di Sicurezza. La Michelin cerca di trattare con la FIA per una possibile sostituzione delle attuali gomme. Infatti, dalla Francia arrivano nella notte di sabato due aerei cargo carichi di gomme “sostitutive”. Ma la sostituzione non è di fatto possibile perché, di fatto, da quest'anno i nuovi Regolamenti Sportivi impongono un solo set di gomme da utilizzare dalla Prove Ufficiali del Sabato fino alla fine della corsa di domenica. La pena è una possibile squalifica in gara da parte della FIA.

 

 

Sopra: Esplode la guerra delle gomme a Indianapolis! I problemi dei cedimenti dei pneumatici Michelin sono evidenti a occhio nudo in questa semplice immagine;

 

Arriva il giorno della gara, e gli spettatori giungono come al sito di massa ad assistere al Gran Premio, ma nessuno ha avvisato loro di un possibile annullamento della corsa, nonostante l'interesse dei mass-media all'evento. La Formula 1 si spacca in due fazioni. La FIA non concedere la sostituzione delle gomme ma proseguono le trattative in pista. Viene proposto addirittura l'inserimento di una chicane formata da pile di gomme sulla curva sopraelevata. Un documento per la costituzione della nuova curva viene firmato da 16 piloti su 20. All'appello delle firme, mancano i piloti delle Squadre Ferrari e Jordan. Ma l'inserimento di una chicane cambierebbe la natura del tracciato, pertanto la gara non sarebbe più valevole per il Mondiale di Formula 1 2005. La Ferrari, in grado di gareggiare regolarmente, si è opposta. Alla fine, dopo inutili trattative, tutti i piloti scendono in pista e si allineano in Griglia di Partenza. In Pole Position troviamo l'abruzzese Jarno Trulli (Toyota) davanti al finlandese Kimi Raikkonen (McLaren-Mercedes). Ma, dopo il giro di ricognizione, tutte le vetture rientrano ai box e non partecipano alla gara. Allo start, si presentano solamente i Team gommati Bridgestone: Ferrari, Jordan e Minardi, ovvero, sei monoposto. Alla fine, lo Spettacolo della Formula 1 viene sacrificato in nome della Sicurezza. E il pubblico non gradisce questo assurdo spettacolo. Vengono lanciati oggetti come lattine e bottigliette in pista, e i commissari hanno avuto il loro bel da fare. Vengono esposti cartelli con messaggi eloquenti: “$ Back”, “Michelin Suck”, “Blame Mosley”, eccetera.

 

La bandiera a scacchi del Gran Premio di Indianapolis 2005 sventola, e i temi d'interesse sono scarsissimi. Provare a parlare della gara è inutile: non c'è poi molto che non sia stato già detto.
La Scuderia Ferrari torna a vincere, lo fa con una doppietta. Il pilota tedesco Michael Schumacher trionfa davanti al compagno di Squadra, il brasiliano Rubens Barrichello. Certo è che vincere contro Minardi e Jordan è il risultato minimo. D'altronde, le tre Squadre gommate Bridgestone non hanno poi molte colpe sulla poca spettacolarità della gara e nient'altro hanno potuto.


Sul podio, Schumacher, Barrichello e Monteiro vengono accolti a suon di fischi e segni di disapprovazione. Una vittoria senza festeggiamenti, ottenuta senza avversari diretti e che, però, riporta i piloti e la Squadra vicini alla vetta del Campionato. Di fatto, questo 18-0 nei confronti di McLaren, Renault e Toyota permette alla Ferrari di cancellare con un solo colpo una buona fetta della sciagurata prima parte di Stagione. Iniziano, però, a sentirsi forti i toni di una frattura tra i piloti. Quando l'episodio di Monaco sembrava messo alle spalle, l'uscita dai box di Schumacher, che costringe Barrichello al fuoripista, non fa altro che gettare benzina sul fuoco di una coppia che sembra destinata a separarsi alla fine dell'anno. In una gara così, diventa ambitissimo il terzo gradino del podio: a conquistarlo è il portoghese Tiago Monteiro, che non riesce a nascondere la sua gioia, e fa bene, per il risultato ottenuto. In fondo, la sua gara l'ha vinta, davanti al compagno di squadra e ai rivali della Minardi. Il portoghese è stato spesso dietro al compagno di Squadra indiano Narain Karthikeyan in questa stagione, ma fin dalla partenza si è imposto come unico “inseguitore” della Ferrari e alla fine lo champagne è meritato. Chiudono al quinto e al sesto posto le Minardi: punti importantissimi, soprattutto perché i sette che ora si contano in classifica varranno soldi a fine Stagione. Potrebbero essere un toccasana per la Scuderia Faentina, che può iniziare a sognare un Cosworth tutto nuovo per l'anno prossimo, quando già si era convinti di dover usare il V10 ultra-limitato per avere le stesse prestazioni degli altri, che passeranno al frazionamento a otto cilindri.

 

 

Sopra: Il podio del Gran Premio degli Stati Uniti 2005 a Indianapolis. Il pilota tedesco Michael Schumacher (Ferrari F2005) vince la gara davanti al compagno di Squadra, il brasiliano Rubens Barrichello, ma nessuno ha voglia di festeggiare…

 

CONCLUSIONI

Quale scenario per la Formula 1 in America?

 

Lo scenario che si presenta oggi nel rapporto tra la Formula 1 e gli Stati Uniti è piuttosto complesso: Come hanno reagito gli americani di fronte a quest'ultimo imbarazzante episodio? Quale immagine si è creata la Formula 1 in questi Cinquant'anni della sua gloriosa Storia? Come è mutata, questa reputazione, in seguito ai fatti di Indianapolis? Quanto inciderà questo episodio in futuro? Sicuramente, domenica 19 giugno 2005 si poteva prendere una decisione per salvaguardare la Sicurezza in pista e allo stesso tempo proteggere lo Spettacolo. La questione è tuttora aperta. Ma nulla di tutto ciò è avvenuto.

 

Per rilassare un po' i toni, che sono e che continueranno ad essere accesissimi, ci piace chiudere con una frase del tedesco Mario Theissen, Direttore di BMW Motorsport: “Sbagliano i telaisti, sbagliano i motoristi, possono sbagliare anche i gommisti”. La Formula 1 sopravvivrà anche a questo. Ma la sua immagine negli Stati Uniti sarà inevitabilmente modificata. Per sempre.

 

 

 

Sopra: Lo storico traguardo in mattonelle del “Brickyard”, il Leggendario circuito di Indianapolis. Rivedremo ancora sfrecciare su questo tratto storico le monoposto di Formula 1 in futuro?



STATISTICHE DI TUTTI I GRAN PREMI DEGLI STATI UNITI, FONTI E CREDITS DELL'ARTICOLO