E chi erano i compagni di squadra di Pelè nei mondiali 1966 e 1970?
Solo degli esperti appassionati sono in grado di rispondere correttamente. Quando in un determinato campo (economico, artistico, politico o qualsiasi altro che rispecchia l'umana attività) qualcuno primeggia su tutti gli altri dominando, si fatica a ricordare chi ha assunto il ruolo della "cornice".
Chi erano i generali di Napoleone?
Gli antagonisti politici ai tempi di Churchill o di Cavour?
Nella stessa storia della Formula 1 l'epoca di Fangio ha visto tanti altri ottimi piloti impallidire di fronte alla classe e superiorità dell'argentino ed essere dimenticati dal grande pubblico col passare degli anni.
Cosa dire quindi dell'epopea Schumacher che stiamo vivendo?
Noi tutti possiamo ricordare facilmente i suoi rivali, sia perchè seguiamo attentamente questo sport, sia perchè contemporanei degli eventi. Ma in futuro, statistiche alla mano, i ricordi potrebbero essere nebulosi per chi non ha vissuto direttamente questi anni.
Il pilota tedesco ha esordito nel 1991 al Gran Premio del Belgio e in poco tempo ebbe modo di dimostrare le sue ottime doti pur se nessuno era stato capace di predirne esattamente i successi neanche nella più rosea delle aspettative.
E' con la tragica stagione 1994 che esplose in tutta la sua forza vincendo il titolo iridato che bissò l'anno successivo in maniera ancora più netta e perentoria. Ma è a partire dalla stagione 2000 che cominciò a primeggiare nel mondiale senza soluzione di continuità fagocitanto, in certe stagioni particolarmente favorevoli, tutto e tutti lasciando da spartire solo briciole come un moderno Moloch.
Indubbiamente ha beneficiato della prematura scomparsa di Ayrton Senna, che in una carriera fisiologicamente più lunga, molto avrebbe potuto ancora fare, vincere e quindi sottrarre al tedesco.
Comunque sia, dal 1994 al 2004, ovvero 11 stagioni, si è preso la briga di conquistare ben 7 titoli e di essere sempre in grado di vincere molte gare anche nelle stagioni meno favorevoli. Il numero delle sue vittorie adesso è enormemente superiore rispetto al più vicino primatista (Alain Prost) e non passa gara che non si debba ritoccare qualche nuovo record frutto delle statistiche più certosine.
In tutto questo tempo forse solo il velocissimo Mika Hakkinen è stato in grado di rivaleggiare adeguatamente ed uscirne a testa alta con l'onore delle armi; gli stessi Damon Hill e Jacques Villeneuve sembrano invece sparire tra le pieghe del tempo ed impallidire lontano. E chissà quanti altri piloti avrebbero potuto ottenere molto di più se solo il destino avesse deciso di giocare diversamente le sue carte.
Ogni anno si è cercato di individuare un valido antagonista, il pilota in grado di contrastare il tedesco. Invero un'intera generazione di promettenti piloti ha dovuto sottostare ad una dura legge ed adeguarcisi; oltre ai tre iridati appena ricordarti, bisogna proseguire l'elenco: Coulthard, Barrichello, Frentzen, Alesi, Irvine... di fatto tutti i piloti hanno visto le loro chances pesantemente compromesse nello scomodo confronto che ha avuto ripercussioni nei risultati in pista ma anche in quella sorta di "indotto" costituito da contratti, sedili, prime guide... anticipati ritiri.
Tuttavia il tempo passa per tutti e, anche se il pilota di Kerpen è ancora adesso in piena forma e al top, si parla sempre più insistentemente del suo ritiro nella convinzione vera o presunta che vorrà lasciare la Formula 1 invitto. E quindi si parla tanto dei possibili eredi; stavolta è il turno di Jenson Button ma in precedenza sono stati proclamati Fernando Alonso, Juan Pablo Montoya, Kimi Raikkonen e la fantasia potrebbe aggiungere Mark Webber, Giancarlo Fisichella, Jarno Trulli, Ralf Schumacher, Felipe Massa a seconda dei gradimenti di ognuno.
Tutti pretendenti che aspettano solo il momento di scatenarsi, ma solo pochi avranno davvero fortuna.
Il protrarsi della "buona stella" di Schumacher ha progressivamente tarpato le ali a molti: chi poteva essere visto come leader della nuova leva cinque anni fa, adesso sembra non rappresentare più una novità.
Gli addetti ai lavori cercano il nome del futuro tra gli esordienti. La "ricetta" di molti piloti sembra già scaduta e se passerà ancora qualche anno anche piloti come Raikkonen o Montoya vedranno la loro carriera seriamente compromessa.
Se già non lo è stata.
I "fenomeni dell'ultima ora", gli eredi hanno tutto sommato, vinto ancora molto poco.
Alonso 1 Gran Premio, Raikkonen 1 , Montoya 3, Ralf Schumacher 6, Barrichello 7, Fisichella 1... altri sono rimasti ancora al palo.
Stesso discorso per quanto riguarda le pole position e i giri veloci, anche se la distribuzione sembra più democratica.
Indubbiamente ha contribuito notevolmente la gerarchia delle squadre. La Ferrari in questi anni ha dettato legge e la F1 moderna, con il suo elevato livello di affidabilità, tende a concentrare maggiormente i successi creando più facilmente delle supremazie. Se Schumacher avesse corso negli anni sessanta, settanta o ottanta avrebbe vinto sicuramente molto meno e la sua eccezionale bravura e continuità sarebbe stata diluita non poco dalla incidenza delle avarie, molto più frequenti allora rispetto ad ora.
Allo stesso modo, in futuro potrà accadere un altro periodo nel quale un pilota potrà giovarsi della supremazia della sua squadra e avvantaggiarsene per incrementare considerevolmente il suo palmarès, probabilmente non come Schumacher ma pur sempre in maniera significativa.
In ogni caso il tempo stringe, perchè corre veloce quasi quanto le monoposto e chi vorrà apporre il suo sigillo nella storia della Formula 1 dovrà necessariamente darsi da fare per vincere il più presto possibile.
Per battere il tedesco;
Per essere il primo del post-Schumacher;
Per rimanere nella storia;
Per non essere semplicemente uno degli "altri".