Dalle due alle quattro ruote – di Paolo Baldinotti

Le recenti dichiarazioni della Ferrari e di Valentino Rossi circa un possibile test sulla rossa del plurimondiale del motociclismo hanno portato alla ribalta quel “grande passo” dalle due alle quattro ruote che già nei tempi andati era considerato una vera originalità.

Ricordando solo velocemente quei pochi e frettolosi giri al volante di una Ferrari di F1 compiuti dall’altro motociclista “nostrano” Max Biaggi qualche anno fa, c’è da ricordare che la storia, in realtà, di tali passaggi ne ha visti molti e significativi.
Nei tempi “eroici” delle corse automobilistiche molti erano i motociclisti che passarono alle vetture. Tra i protagonisti più significativi bisogna citare Tazio Nuvolari che, dopo essere stato campione italiano nel 1924 classe 500cc con una Norton, passò all’automobilismo divenendo il “grande Tazio” vincendo tra l’altro i titoli assoluti nel 1932, 1935 e 1936 si Alfa Romeo.
Achille Varzi, il grande rivale del “mantovano volante” corse con le moto a lungo e con successo prima di diventare uno dei grandi assi del volante del periodo, fino alla sua morte avvenuta nel 1948 sul tracciato di Berna.
I tedeschi Bernd Rosemeyer e Hermann Lang si erano cimentati con le moto (il secondo è stato campione tedesco sidecar nel 1931) prima dei loro successi con Auto Union e Mercedes antecedenti lo scoppio della seconda guerra mondiale.

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Con la nascita ufficiale del Campionato Mondiale di Formula 1 nel 1950 vari sono stati gli ex motociclisti di fama ad esordire nella massima formula come ad esempio: Nello Pagani (Campione Mondiale classe 125 cc nel 1949 su Mondial), Piero Taruffi, Jean Behra e von Trips.
Negli anni sessanta corse in F1 quello che tuttora è stato l’unico pilota in grado di laurearsi Campione Mondiale nei due sport motoristici. L’inglese John Surtees, “il figlio del vento” era stato Campione Mondiale di motociclismo per ben quattro volte nella classe 500cc e tre volte nella classe 350cc con la MV Agusta dal 1956 al 1960 passando poi in Formula 1 con notevole successo tanto da fregiarsi dell’iride Mondiale nel 1964 con la Ferrari. Quando “Big John” decise di diventare pure costruttore scelse come suo pilota un altro ex motociclista: Mike Hailwood

Hailwood.jpg (17180 byte) Mike Hailwood

“Mike the bike” (ovvero Mike la moto) aveva vinto nove titoli mondiali dal 1961 al 1967 su Honda e MV Agusta nelle classi 250, 350 e 500cc ma non ebbe la stessa fortuna del suo mentore. Riuscì a diventare Campione europeo di F2 nel 1972 con una Surtees ma in Formula 1 ottiene solo qualche piazzamento, pur non sfigurando.
Più recentemente il venezuelano Johnny Cecotto, già mondiale classe 350cc su Yamaha, esordisce in F1 nel 1983. Nonostante indubbie doti non avrà fortuna; la sua ultima stagione è il 1984 su Toleman come compagno di squadra di Ayrton Senna nel team Toleman fino ad un serio incidente che gli interrompe anzitempo la carriera. Cecotto continuerà a correre nelle categorie turismo con ottimi risultati.
Infine vorrei ricordare che anche il “boss” Bernie Ecclestone ebbe trascorsi sulle due ruote prima del suo sfortunato tentativo di esordio con una Connaught nel 1958.