40° McLaren

Il 2 settembre di quarant’anni fa il pilota neozelandese Bruce McLaren fondava una propria scuderia. Bruce, ingegnere prima che pilota, aveva debuttato nelle corse già nel ’58 partecipando al Gran Premio di Germania di Formula 1 con una Cooper di F2 giungendo 5°. La sua carriera come pilota iniziò quindi con un risultato di tutto rispetto. L’anno seguente, e fino al 1965 corse con la Cooper con la quale ottenne 3 vittorie e 3 giri veloci; nel 1960 (alla sua seconda stagione completa in F1) giunse secondo nel mondiale, mentre nel 1962 fu terzo nella classifica finale.

La sua formazione universitaria, l’esperienza che aveva maturato in famiglia e nelle competizioni, e la possibilità di formare una scuderia avvalendosi della fornitura di telai e motori esistenti, crearono le premesse per la nascita della “Bruce McLaren Motor Racing”.

Il primo obiettivo di questo giovane team fu quello di partecipare alla fortunata quanto remunerativa serie Tasman e le innumerevoli gare per Sport-Prototipo che arricchivano lo scenario automobilistico dell’epoca. Già da subito il team si avvalse della collaborazione dell’avvocato Teddy Mayer che conferì alla squadra fondi ed un’aria di organizzazione, competenza e crdibilità che gli fruttarono innumerevoli successi agonistici ed aziendali.

 Primi successi, primi soldi, primi investimenti in progetti propri. In un mondo delle corse popolato da tanti che volevano acquistare monoposto per correre in proprio, Bruce e Teddy ebbero l’istinto quanto la fortuna di appoggiarsi alla Elva-Trojan per la produzione dei propri modelli commerciali per le corse, i quali portarono altri fondi in seno alla squadra.

La giovane azienda presto acquisì popolarità e prestigio, tanto che marchi come Firestone e Ford si rivolsero ad essa per sviluppare i propri prodotti.

La Cooper, per la quale correva ancora Bruce in F.1 stava per chiudere e, così come aveva fatto Brabham, nasce tra mille difficoltà un team di F.1 che ebbe il suo battesimo in occasione del Gran Premio di Monaco del 1966. Come ho detto, l’esordio non fu brillante ma presto, anche grazie a fornitori di materiali innovativi quali l’alluminio, motori competitivi e soldi degli sponsor, la giovane squadra si pone all’attenzione di tutti.

 Come pilota Bruce McLaren disputò 100 Gran Premi di F1 ottenendo 4 vittorie, 3 giri veloci e 198,5 punti iridati; nel frattempo la Mclaren aveva ottenuto la sua prima vittoria in F1 al Gran Premio del Belgio 1968 proprio con il suo fondatore al volante.

 Dopo pochi anni, la McLaren è presente anche in Can-Am, F.2, F.A/5000 e nel campionato americano USAC (Indianapolis), diventando con le vittorie il punto di riferimento nella costruzione di biposto e monoposto. Da questi successi e da tanto entusiasmo anche due divisioni per lo sviluppo dei motori vedono la luce in Inghilterra ed America.

 Nel 1970 questa fiorente azienda è colpita dal lutto del fondatore (avvenuto il 2 giugno 1970 a Goodwood mentre stava collaudando una Mclaren per la serie Can-Am), ma il talento di Mayer fa si che la McLaren continui nella conquista di titoli in F.1, USAC e Can-Am oltre a tanti successi per mano dei privati.

 Periodo d’oro fu quello relativo ai primi anni settanta nei quali il team crebbe ulteriormente riuscendo a conquistare i mondiali piloti costruttori del 1974 e del 1976 con Emerson Fittipaldi e James Hunt e ponendosi come valida antagonista dei migliori teams del periodo (Ferrari, Lotus).

La McLaren ha infatti avuto sempre come principale obiettivo la Formula 1 e quando, a fine anni ’70- inizio anni ‘80, subì l’affacciarsi di una nuova tecnologia nella massima formula (effetto suolo e turbo), cominciò ad abbandonare le altre categorie per concentrarsi sulla massima formula automobilistica, che già rappresentava anche la migliore sfida anche da un punto di vista strettamente tecnologico..

Nonostante gli sforzi del team e del fedele e facoltoso sponsor Marlboro, le cose non andarono come auspicato; i risultati peggiorarono e il team cadde in un baratro che solo la forza e l’intuito nel cercare il giusto cambiamento riuscirono a risollevare la McLaren dal tracollo.

 Nel 1980 arriva la figura di Ron Dennis che rivitalizza un team ormai vecchio, logoro ed avulso da una nuova F.1. Dennis, aiutato dalla Marlboro, rimodernò lo staff tecnico e strinse nuovi accordi per la fornitura di materiali tecnologici, mai usati fin d’ora nelle corse e poi diventati dominio di tutti. In quel periodo venne introdotto il telaio in fibra di carbonio, una innovazione storica che fece mutare profondamente tutto il “circus”. Ma solo un telaio non poteva bastare, quindi Dennis seppe trovare come partner per la nuova èra un’azienda che gli avrebbe finanziato e prodotto un motore turbo su misura: la TAG.

Con quest’ultima fu amore a prima vista tanto che i due marchi si fusero per dar vita ad un’azienda che andava oltre gli impegni in F.1. La “TAG McLaren Group” da quel momento è stata presente dalla F.1 alla produzione di auto da serie, dall’elettronica per automobili alle apparecchiature radio, dalla gestione di tutto ciò che ruota intorno ai due marchi, alla ristorazione ed alle sonde spaziali.

Grazie a questi sforzi, la McLaren seppe nuovamente risalire la china iniziando un nuovo fortunato periodo ricco di soddisfazioni ed allori.

 Titoli mondiali piloti nel 1984 (Lauda), 1985 (Prost), 1986 (Prost), 1988 (Senna), 1989 (Prost), 1990 (Senna), 1991 (Senna) e Costruttori 1984, 1985, 1988, 1989, 1990, 1991 costituiscono un palmares ineguagliato che caratterizzò un’intera epoca della Formula 1 e che potè ripetersi nel 1998 con gli allori piloti (Hakkinen) e Costruttori e nel 1999 con il titolo piloti da Hakkinen.

Nel 2000, per porsi ad un livello ancor più alto, si allea con la DaimlerChrysler (Mercedes-Benz) che ne fa una costola da utilizzare come veicolo pubblicitario nella F.1 e come antenna tecnologica nella produzione di supercar dalle prestazioni e caratteristiche avanzatissime.

 Da ricordare che prima ancora si era accordata con un altro colosso tedesco, la BMW, per la realizzazione di una speciale supercar dalle avanzatissime prestazioni. E’ la Mclaren che vincerà pure la classifica assoluta della 24 ore di Le Mans del 1995 con l’equipaggio Dalmas-Letho-Sekiya.

 A tutto il mondiale 2002 la McLaren ha disputato 543 Gran Premi di Formula 1 ottenendo 135 vittorie, 108 secondi posti, 107 terzi posti (per un totale di 350 podi), 112 pole position e 109 giri veloci in gara. Nella sua storia ha conquistato 8 titoli costruttori e 11 titoli piloti.

 Dopo quarant’anni trascorsi così, non si può parlare della McLaren solo come un team di F.1, perché la F.1 non è che la punta di un iceberg di un’azienda viva, che spazia in ogni settore della tecnologia e che guarda prevalentemente al futuro. Oggi come sempre, il marchio McLaren evoca dinamismo, modernità ed attitudine a saper cogliere e dare il meglio di quanto offre la tecnologia.

 E proprio la sfida nel campo tecnologico ha indirizzato il team nella ideazione e nella realizzazione di una nuova factory fantascientifica fornita di quanto di meglio lo “stato dell’arte” permette: Paragon. Un centro dall’architettura futuristica che accorpa centri di ricerca avanzata ed impianti di prim’ordine in grado di saper rispondere ad ogni esigenza del nuovo millennio e non solo collegate alla F1.

 Luca Tuzzolo