Il peggiore di tutti, - di Paolo Baldinotti

Michael Schumacher ha conquistato nel 2002 il suo quinto titolo mondiale.
Ha raggiunto Fangio.
Va per il sesto.

Ha il record di vittorie in Formula 1. Ha molte pole.
Il record lo detiene ancora un certo Ayrton Senna.

Per quanto il tedesco vinca e segni nuovi records, la disquisizione su chi è stato il migliore pilota di Formula 1 dal 1950 ad oggi non potrà essere facilmente risolta. Tanti i piloti candidati, epoche diverse, avversari diversi, auto diverse, regole diverse.

E la risposta rimane estremamente difficile da dare.

Puntualmente però si va ragionando su un nome piuttosto che un altro.
Fangio, Brabham, Clark, Stewart, Prost, Senna, Schumacher.. qui siamo di fronte a dei monumenti della F1.

Indimenticabili e indimenticati.

Proviamo invece a guardare la F1 da un altro punto di vista. Opposto!

Appurato che non si può dire il migliore su due piedi... proviamo a dare il peggiore!

Anche quest'anno se ne sono viste delle belle. Il povero Alex Yoong ha dato spettacolo, a modo suo. Per lo meno ci ha divertito. E dobbiamo ringraziarlo per averci un poco distratto dalla monotonia di un dominio schiacciante della Ferrari.
Pur comprendendo le sue difficoltà non abbiamo potuto fare a meno di paragonarlo ad altre "pecore nere" che hanno tentato una sfortunata presenza nei circuiti di tutto il mondo inseguendo chissà quali sogni di gloria.

Gli intenditori più smaliziati potranno snocciolare una lista di "asinacci" con la stessa disinvoltura che una più vasta platea può elencare, con semplice precisione, per i big.
Negli anni sono stati tantissimi gli antieroi, le comparse, gli imbranati che hanno "scaldato il seggiolino" di una monoposto. Spesso piloti paganti, sempre nomi destinati ad essere dimenticati dalle masse nel giro di pochi anni; non prima di aver lasciato una scia di sorrisetti attorno a sè.

Precisiamo innanzitutto due concetti importantissimi. 1) Non sempre questi sfortunati cavalieri del... testacoda hanno potuto utilizzare mezzi sufficientemente validi; qualcuno ha potuto dimostrare le proprie doti in altre categorie; 2) In molti casi questi "fanalini di coda" riuscirebbero a far mangiare la polvere alla maggior parte di noi detrattori.

Ma tant'è... lo sfottò prosegue imperterrito.

Detto questo cominciamo a dare questi "nomi terribili" andando (appropriatamente) a ritroso per quasi un ventennio.

Alex Yoong (Malesia) - 2002 Minardi. Praticamente sempre fanalino di coda e lontano da chi lo precedeva, ha mancato la qualificazione in tre occasioni restando fuori dal 107% regolamentare. Portatote di fondi alla squadra praticamente pagava il suo compagno per batterlo regolarmente. E' stato sostituito anche per un paio di GP da un esordiente che ha fatto migliore impressione. Spesso ha dimostrato di avere seri limiti fisici in gara. E' stato il primo pilota malese della F1, forse neanche lì lo hanno apprezzato.

Gaston Mazzacane (Argentina) - 2000 Minardi, 2001 Prost. Questo se lo ricordano ancora in tanti e non solo perchè è roba fresca... Alla Minardi è all'esordio ma si distingue comunque per restare quasi puntualmente dietro al suo compagno (Genè) anche lui esordiente. La conclusione della stagione sembra poter dire la parola fine alla pittoresca carriera di questo simpatico giovanotto... che invece si ripresenta nel 2001 sulla Prost. L'auto è lenta, i problemi tanti ma lui comunque ci mette del suo. Solo 4 Gp incolori poi il ritiro definitivo.

Taki Inoue (Giappone) - 1994 Simtek, 1995 Footwork. Dopo un solo GP nel 1994 con la Simtek un 1995 sulla Footwork. In questa stagione ha saputo difendersi in qualche occasione. L'auto che utilizzava non era la peggiore dello schieramento e questo un pò l'ha aiutato. Viene ricordato soprattutto per essere rimasto vittima di incidenti piuttosto particolari. A Monaco, fermo ancora in auto è stato centrato dalla safety car; in Ungheria è stato investito dall'auto dei commissari che arrivava mentre cercava di spegnere un principio d'incendio!

Giovanni Lavaggi (Italia) - 1995 Minardi. Stavolta qualcuno dirà che siamo un pò cattivelli. Ma se uno è ultimo, è ultimo. A dirla tutta Lavaggi non si è distinto per clamorosi errori ma allora anche altri piloti di questa lista andrebbero tolti. Diciamola tutta, questo gentiluomo dalle nobili origini si è voluto semplicemente togliere uno sfizio, calcare la scena della F1. Dopo aver ben figurato in altre categorie (ha vinto la 24 ore di Daytona) ha approfittato di un sediolo vuoto per esordire. Punto e basta. I risultati non sono stati buoni ma onestamente c'era poco da fare, era difficile capire una monoposto in pochi chilometri. Bilancio 3 non qualificazioni e 3 Gp. Sempre ultimo!

Perry McCarty (Canada) - 1992 Andrea Moda. Essere seconda guida di un team allo sbando non è una bella cosa. La squadra Andrea Moda riusciva a stento a far partire il primo pilota, a lui spesso neanche gli accendevano il motore. Quando gli andava meglio, riusciva solo a partire per fermarsi alla fine della corsia dei box. Con queste premesse si può fare ben poco e questo lo giustifica in parte. In ogni caso i tempi registrati erano da misurarsi col calendario... Dopo questa particolare "luce della ribalta" ha salutato la compagnia ed è tornato nel limbo da dove era arrivato.

Giovanna Amati (Italia) 1992 Brabham. E' stata l'ultima donna a calcare le scene (si fa per dire) della F1. Erede della De Filippis e della Lombardi ha disilluso quanti speravano in un positivo ritorno del "gentil sesso". Tuttavia qualche scusante l'ha avuta. Pur non avendo mai brillato nelle categorie minori riesce a trovare un posto alla Brabham. Il glorioso team è al suo ultimo anno, anche Van de Poele e Damon Hill avranno serie difficoltà anche se riescono a gareggiare tre volte in totale. Lei no. Tre mancate qualificazioni su tre tentativi e arriva lo stop.

Andrea Chiesa (Svizzera) 1992 Fondmetal. Altra meteora del folto gruppo di piloti e team che in quegli anni hanno riempito i box e lottato all'arma bianca nelle qualifiche. Seconda guida del team italiano alle prese con i soliti problemi di budget. Bilancio essenziale come i suoi risultati: 3 soli Gp mai finiti e ben 7 mancate qualificazioni. C'è sicuramente che ha fatto peggio.

Michael Bartels (Germania) 1991 Lotus. La Germania era ancora un paese sottosviluppato dal punto di vista automobilistico, Schumacher si stava solo allora affacciando in F1. Su una Lotus già in declino Herbert e Hakkinen riuscivano ancora a combinare qualcosa; Bartels invece non ha potuto fare di meglio che non qualificarsi per ben quattro volte prima di sparire nel limbo delle meteore sconosciute.

Pedro Chavez (Spagna) - 1991 Coloni. Vittima pure lui di un mezzo da "tregenda". La Coloni di auto scarse ne ha costruite tante, d'altra parte con pochi mezzi proprio non si può combinare nulla. Ma il bilancio di Chavez è stato il peggiore in assoluto: ben 13 mancate prequalificazioni su 13 presenze, un vero record! Praticamente lui alle nove del mattino se ne tornava già a casa!

Claudio Lagnes (Italia) - 1990 Eurobrun. Battuto il record di Chavez. Ben 14 mancate prequalificazioni! Che dire... con un bilancio così restano poche scusanti. L'unico alibi (e basterebbe) è l'auto utilizzata: una fiammante Eurobrun... che anche con il primo pilota ha visto poche volte la linea di partenza. Della serie: "cosa si fa per dire di essere un pilota di F1"!

Jean Luis Schlesser (Francia) 1988 Williams. Un solo Gp in carriera ma che fuochi d'artificio! Al Gp d'Italia sostituisce Mansell, la sua auto è buona ma lui non ci si trova. In gara è attardato e ad un paio giri dalla fine viene avvicinato da Senna che sta dominando la gara per il doppiaggio. Alla prima variante il brasiliano fa per passarlo e lui lo chiude clamorosamente costringendolo al ritiro! Evento clamoroso certo, anche se bisogna dire che Schlesser è stato uno dei migliori piloti Endurance del periodo; non una mezza calzetta ma un ottimo pilota.

Allen Berg (Canada) - 1986 Osella. Le nebbie del tempo hanno cancellato la sua presenza in F1 anche tra molti veri appassionati. D'altra parte spesso è problematico ricordarsi dei protagonisti, figuriamoci di chi fa una fugace apparizione. In quegli anni l'Osella sopravviveva a stento con tanta passione e materiale obsoleto. La seconda auto ha permesso l'esordio di giovani speranze italiane (Caffi, Forini) e di piloti che sono apparsi dal nulla e scomparsi nel nulla. Berg è spuntato e sparito in un attimo, giusto il tempo per qualche gara in coda al gruppo. A sua discolpa c'è da dire giustamente che grandi guai non li ha combinati, anzi. Doveva qualificarsi e disputare la gara cercando di arrivare e questo ha fatto tutte le volte che l'auto non l'ha lasciato a piedi.
Un solo particolare: alla sua prima uscita dai box ha innestato la retromarcia invece della prima!

E ci siamo fermati qui, la lista avrebbe potuto essere molto più lunga, se poi andiamo ancora indietro nel tempo non basterebbe una enciclopedia.

Ma qual'è il pilota più scarso apparso in Formula 1? Il dubbio rimane.

Al di là di ogni personale giudizio, regola imporrebbe di verificare il peggior piazzamento in prova mai verificatosi e dare un'occhiata al risultato della gara. Statistiche fredde e matematiche che forse potrebbero non rispondere giustamente alla domanda, ma in qualche modo bisogna pur fare.

Nel 1953 al Gp di Germania un pilota si qualifica 34° su 34 partecipanti, in gara è costretto al ritiro. E' un certo O. Karch su Veritas... sarà stato lui il pilota peggiore di tutti i tempi?