Era l'estate del 1985; in F1 le chances di Alboreto stavano sciogliendosi come neve al sole a favore della Mclaren di Prost. Io stavo terminando il militare e la mia passione per la Formula 1 aveva trovato compagni d'avventure nella caserma di Milano, in particolare un mio commilitone di Rescaldina.
Lui tifava Ferrari (e beneficiò di uno dei miei primi disegni... su un fazzoletto) io Alfa Romeo che in quei mesi mi dava la triste impressione che si sarebbe ritirata definitivamente (come infatti fece); Lui leggeva Autosprint, io Rombo.
Grandi "differenze", grande passione entrambi. Grande amicizia in quei pochi mesi.
Mancavano poche settimane al termine della naja e lui (che invece aveva ancora qualche mese da fare) mi propose di andare a vedere i test privati a Monza che si sarebbero tenuti nella prima settimana di Agosto quando sarei stato già in congedo.
Non c'ero mai stato, lui era un vero abituè e si era tenuto apposta dei giorni di licenza per andarci con suoi amici. Per me l'occasione appariva unica, anche se poi dopo quella volta ci tornai assiduamente. Accettai con entusiasmo. Del nostro gruppo, altri commilitoni contavano di restare con noi tutto il giorno benchè disponessero solo di un permesso per la mattinata sperando di farla franca.
Ci vedemmo presto per poter arrivare tranquillamente e sceglierci i posti migliori; non c'erano le code dei giorni del Gran Premio e in poco tempo giungemmo all'autodromo. Nell'immensità del Parco molti sfruttavano i minori controlli e la perfetta conoscenza dei punti adatti per scavalcare le recinzioni ed entrare gratis; in certe zone le reti erano molto piegate per il grande flusso di "portoghesi" e subito oltre il terreno aveva una rivelatrice buca nel punto di atterraggio di chi saltava. Facemmo altrettanto!
I test erano iniziati da poco tempo e nell'aria si sentivano già i rumori dei motori. Tutta un'altra cosa rispetto alla TV. Dapprima il cadenzato accelerare e calare di giri per il riscandamento, poi il rombo delle auto in corsa.
Sarà stata la magia della prima volta o forse quel clima di gara e di festa che Monza sa dare; fattostà cominciammo a camminare con passo sempre più rapido per raggiungere la prima gradinata disponibile con l'angosciante impressione di perderci istanti preziosi. Nonostante mancasse più di un mese al Gran Premio vero e proprio, l'atmosfera era già quella giusta. A contribuire le tribune già montate, i venditori ambulanti con ogni genere di mercanzia, i tifosi piuttosto numerosi e competenti, le bandiere di ogni colore sparse ovunque, le ospitality degli sponsors, gli stands e soprattutto quel rombo dei motori!
Un rumore forte ma mai fastidioso, un suono pieno, penetrante. Mi avevano detto che ogni auto (all'epoca c'erano i turbo) poteva essere riconosciuta dal rumore prima ancora di arrivare... tutto vero! Quel giorno, sulle gradinate riuscii con disarmante facilità e in pochissimo tempo a distinguere le auto in avvicinamento, persino la differenza tra la Renault e la Lotus che pure disponevano dello stesso motore. Quasi si riusciva a capire, da chissà quali impercettibili differenze, chi era il pilota che guidava. Qualche motore sibilava, altri ratavano e borbocchiavano con fatica, soprattutto nei primi giri, il Renault e il BMW della Brabham avevano un fragore immenso... il mio Alfa Romeo sembrava strozzato...
Il rumore diceva molto di più, ci diceva se il pilota stava veramente tirando, se alleggeriva appena il piede o se invece faceva uso del suo coraggio per prendere in pieno qualche curva. Quello che vedevano e sentivamo ci consentiva di comprendere la competitività delle vetture apprezzando completamente quello che succedeva e i progressi dei piloti col procedere dei test nella ricerca dell'assetto migliore.
Dalle tribune il rumore "prendeva" tutti gli appassionati come una musica incantatrice e l'aria si inebriava dell'odore dei carburanti al passaggio di ogni monoposto. La giornata sarebbe stata "storica" per me, ma ancora non lo sapevo. Avrei visto per la prima volta le F1 con piloti del calibro di Lauda, Alboreto e De Angelis... Avrei scattato qualche approssimativa foto. Avrei visto per la prima ed ultima volta quel dinosauro in estinzione chiamato Alfa Romeo. Avrei gironzolato nella zona degli stands come incantato da quello che vedevo. Avrei sperato di vedere qualche big nel retro box sognando un autografo. Avrei vissuto ogni attimo marchiando la mia mente con ricordi indelebili e invogliandomi a tornare a vedere la Formula 1 dal vivo per anni.
Cominciammo a percorrere il lungo viale nel parco che dall'ingresso di .... conduce alla zona retrostante le tribune centrali davanti ai box, prima tappa per quella giornata.
Man mano che ci si avvicinava il rumore aumentava ipnotizzandoci; tra i tralicci delle tribune e gli alberi sembrava di poter scorgere da un momento all'altro la pista. Si camminava quasi correndo e si cercava di intravvedere qualcosa distogliendo solo per un attimo la vista per vedere dove si mettevano i piedi per non cadere.
Ora siamo molto più vicini alla pista e intuiamo il passaggio delle auto dal rumore.
Ne passa una... non si vede ancora nulla.
Ne sta arrivando qualcun'altra, si sente... forse si vede... no, niente da fare.
Camminiamo più spediti guardando solo a destra, direzione Parabolica.
Arriva un'altra auto... non si vede ancora nulla...
Si invece!
Si intravede qualcosa... chi è?
L'auto è nera... è una Lotus!
Il casco è giallo!
E' Senna!