vedo che abbiamo toccato argomenti molto seri. anche dove abito io e in tutta la zona intorno per km e km , dal sud milano all'emilia, è un fiorire di centri commerciali e "Outlet" giganteschi. I finti paesi "non luoghi" della disperazione:
I don't need it
I don't like it
but I'll buy it
non sono contro il commercio, il concetto di mercato (inteso come luogo di ritrovo) lo sento come positivo, ma prima si trattava di concepire opere "culturali", la galleria commerciale, il mercato coperto, i mercati generali, e i mercati all'aperto, le gallerie dei negozi in centro, perfino nella mia piccola città (15000 abitanti) c'era e c'è un piccolo mercato coperto costruito in stile stazione centrale di milano (con le arcate di ferro). Queste cose sono state sostituite da luoghi dove nutrire il desiderio di qualcosa che non serve, il desiderio di una cosa "televisiva".
viaggiando in Francia ci si accorge che la cultura del negozietto sotto casa, dei mercati o mercatini (Halle) è ben radicata nonostante siano stati tra i primi proprio in francesi a spingere per gli ipermercati (carrefour e auchan).
Poi è chiaro che se mi serve una cosa dell'ikea, io ci vado , non è un controsenso.
Il problema è la totale copertura del territorio con questi mostri.
Abusi edilizi, logistiche, trasporto su gomma senza controllo, strade devastate, dipendenza energetica e delle materie prime, incultura generale, slot machine....
buon anno.