Parte sul tracciato di Buenos Aires la nona edizione del campionato mondiale conduttori.
Al via del sesto Gran Premio di Argentina si presentano dieci vetture: per tutto il corso delle prove nessuno dei partecipanti sapeva se questo Gran Premio sarà considerato valido per il campionato mondiale perchè la BRM e la Vanwall, non avendo ricevuto in tempo la comunicazione sulla data in cui si sarebbe svolta la gara, avevano chiesto di non validarlo ai fini del punteggio finale.
La FIA si riunirà tra due settimane per prendere una decisione in merito.
La Maserati schiera sei vetture tra cui quelle di Fangio e di Menditeguy sono assistite dalla casa, mentre le altre sono private.
La Ferrari affida le sue auto a Collins, Musso ed Hawthorne mentre la Copper-Climax con motore aspirato di 2200 cc. è affidata a Stirling Moss.
Alla fine delle qualifiche è Fangio il più veloce. La classifica che forma la griglia di partenza è la seguente:
1 - Fangio - Maserati - 1'42"
2 - Hawthorne - Maserati - 1'42"6
3 - Collins - Ferrari - 1'42"6
4 - Behra - Maserati - 1'42"7
5 - Musso - Ferrari - 1'42"9
6 - Menditeguy - Maserati - 1'43"7
7 - Moss - Cooper-Climax - 1'44"
8 - Schell - Maserati - 1'44"2
9 - Godia - Maserati - 1'49"3
10 - Gould - Maserati - 1'51"7
Il più veloce a scattare al via è Berha che prende la testa davanti a Hawthorne e Fangio mentre Collins rompe un semiasse.
Hawthorne sorpassa subito Berha ed al secondo giro transita al comando seguito dallo stesso Berha e da Moss la cui Cooper ha più di 100CV meno delle altre vetture.
Fangio è supportato dal pubblico di casa e nel corso dei giri supera i piloti che lo precedono. Al decimo giro transita in testa seguito da Hawthorne, Berha e Moss.
Nonostante l'inferiorità del proprio mezzo il pilota britannico è autore di una gara brillante e al ventunesimo giro è in seconda posizione.
Al trentaquattresimo giro Fangio si ferma ai box per sostituire le gomme ma è frenato dalla cattiva organizzazione dei meccanici della Maserati che gli fa perdere tutto il vantaggio che aveva accumulato.
Moss si trova così al comando della gara. Al quarantesimo giro le posizioni sono queste: primo Moss, secondo Berha, terzo Musso che ha recuperato varie posizioni dopo una partenza sbagliata, quarto Fangio, quinto Hawthorne.
Il pilota britannico deve rallentare e tenere un ritmo più basso per via dell'usura delle gomme ma è tenuto costantemente informato dai box di quello che accade in pista.
Al quarantottesimo giro si ferma anche Berha per cambiare le gomme e quando rientra in pista è in quinta posizione.
Musso è secondo ma non viene avvertito dai box che Moss sta girando più lentamente per cui non accenna ad un tentativo di rimonta.
Dopo cinquantacinque giri Moss è sempre in testa seguito ad una trentina di secondi da Musso, Hawthorne, Fangio e, molto arretrato, Berha.
Musso si rende conto del ritmo tenuto da Moss troppo tardi e sebbene si lanci in un tentativo di rimonta e guadagnando molto sul pilota britannico, non riesce a sopravanzarlo.
Moss taglia il traguardo con 2 secondi e 7/10 di vantaggio sul pilota italiano.
Alla fine della gara però nessuno può recriminare su eventuali situazioni fortunose o meno capitate a sè stesso o agli altri: il caos ai box Maserati e le mancate segnalazioni a Musso sono state controbilanciate dalla minore potenza della Cooper rispetto a Maserati e Ferrari.
Classifica finale:
1 - Moss, 2h 19'33"7 alla media di 134,559 km/h
2 - Musso, 2h 19'35"4
3 - Hawthorne, 2h 19'46"3
4 - Fangio, 2h 20'26"7
5 - Berha 78 giri
6 - Schell 77 giri
7 - Menditeguy 76 giri
8 - Godia 75 giri
9 - Gould 71 giri
ritirati:
1° giro: Collins, rottura assale posteriore
giro più veloce:
30° Fangio in 1'41"8 alla media di 138,354 km/h
Classifica del campionato:
8 Moss
6 Musso
4 Hawthorne, Fangio
2 Berha
(GPX.it)