Oggi 28 settembre è esattamente il cinquantesimo anniversario della scomparsa di Caracciola, dovuta a una intossicazione al fegato.
Pilota dallo stile pulito, velocissimo, dotato di una costanza di rendimento straordinaria e di un'abilità sul bagnato che gli valse il soprannome di "Regenmeister (o Rainmaster)" cioè di re della pioggia.
Fu il pilota più vittorioso nel ventennio tra le due guerre mondiali, l'epoca che gli storici chiamano l'Era dei Titani, perchè non si era mai visto, e mai si rivedrà in futuro, che i piloti dovessero domare macchine di quasi 700 CV senza alcun tipo di aiuto aerodinamico o elettronico.
Tra Gran Premi, corse Sport, cronoscalate, vinse ben 149 corse, di cui 137 per la Mercedes, squadra di cui fu la bandiera tra per quasi trent'anni, con la parentesi del 1932 all'Alfa Romeo, dove si trovò a convivere con assi come Nuvolari, Campari e Borzacchini.
Ancora oggi è considerato il migliore pilota tedesco di sempre, primato che gli contendono solo Rosemeyer e Schumacher.
Ottenne 25 vittorie nei Gran Premi internazionali, e parliamo di anni in cui la maggior parte di essi si disputavano su distanze di 500 chilometri.
Fu 3 volte Campione d'Europa Grand Prix (equivalente al Mondiale F1 di oggi), nel 1935, 1937 e 1938.
Fu anche 3 volte Campione d'Europa delle Cronoscalate (1930-1931-1932).
Fu il primo straniero a vincere la Mille Miglia (1931), e unico insieme a Moss.
Sentiamo Alfred Neubauer, direttore sportivo della Mercedes per tutta la carriera agonistica di Caracciola:
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Guardando indietro, dovrò sempre ricordare Rudof Caracciola come il più grande pilota della sua epoca e probabilmente di ogni tempo. Ha saputo combinare a un livello straordinario la concentrazione, la determinazione, la resistenza fisica e l'intelligenza. Nessun altro pilota che ho conosciuto avrebbe potuto, secondo me, trionfare sulle infermità come ha saputo fare Caracciola. Pensavo allora, e lo penso ancor oggi, che di tutti i grandi piloti che ho conosciuto - Nuvolari, Rosemeyer, Lang, Fangio, Moss - Rudi è stato il più grande di tutti".George Monkhouse, storico, giornalista, scrittore, che sull'Era dei Titani ci ha lasciato preziose testimonianze fotografiche, letterarie e filmate:
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Caracciola non era un estroverso re della velocità; era calmo, tranquillo, riservato e, per certi versi, era lo stesso anche quando pilotava. Ruote slittanti, code di traverso e gran fumate di gomme non facevano per lui; la sua guida era pulita, precisa e inesorabilmente veloce, anche se non sembrava. Sapeva affrontare una curva in pieno powerslide così perfettamente controllato che difficilmente sembrava in sbandata, ma i tempi sul giro parlavano del suo ritmo formidabile. Era un maestro nel togliersi dai problemi, restava calmo nelle lotte più accese ed era meravigliosamente gentile con la sua macchina. Nelle parole di Neubauer-e chi meglio di lui potrebbe dirlo?-Caracciola era l'artista perfetto".Enzo Ferrari dedica un ricordo molto positivo (per i suoi standard di giudizio) a Caracciola:
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Un pilota che da molti è considerato uno dei più grandi di tutti i tempi è stato Caracciola. Elegante, signorilmente asciutto nel comportamento, il grande Rudi era pilota attento, preciso, particolarmente efficace sulla pista o strada bagnata. Era dotato di una straordinaria adattabilità a qualsiasi tipo di vettura o di percorso, e poi occorre aggiungere che era uno di quei piloti che offrono, a conti fatti, un rendimento eccezionalmente e costantemente alto".Nella biografia di Hans Stuck (uno dei grandi avversari di Caracciola), c'è una testimonianza del 1939:
"[....] Caracciola, per esempio. Io non l'ho ancora mai visto perdere la calma. E va detto che nella vita di Caratsch ci sono state tante situazioni pericolose delle quali solo il cielo sa come abbia fatto a cavarsela. Quest'uomo ha una calma di ferro, accompagnata da un'energia assolutamente incredibile. Caratsch, che da più di una dozzina d'anni si è installato al vertice della comunità dei piloti da corsa, ha patito gravi ferite a Montecarlo, che da allora impediscono alla sua gamba destra di essere perfettamente a posto e che si fanno sempre più sentire ad ogni corsa importante. Abbiamo già visto che Caratsch sa stringere i denti, quando il dolore gli fa vedere le stelle. Eppure chi ha mai sentito un lamento uscire dalla sua bocca?".