Laffite26 ha scritto:Su facebook un noto giornalista a proposito di CL
"Ho mai scritto che Leclerc è lento o più lento di Sainz? Mai. Faccio solo notare che ormai la retorica del predestinato o del fidanzato d’Italia ha stancato come hanno stancato le giustificazioni. In 7 anni Leclerc non ha compiuto quello scatto che ci si sarebbe attesi. Dimostra di non essere un leader e non conta un tubo il fatto che la Ferrari sia ormai allo sbando da una decina d’anni, dilaniata da lotte intestine, da scelte sbagliate. Il leader non è quello che va forte, il leader è colui che indica una strada, che agisce con pragmatismo, che unisce la squadra verso il raggiungimento di un obiettivo comune. Questo è il suo limite che definirei di personalità. Troppo buono e troppo vittima degli eventi in cui con il talento non riesce a sopperire alle carenze della vettura. Sono proprio i Gran Premi in cui Sainz, che di talento ne ha meno, gli sta davanti sia in qualifica(perché non sbaglia) sia in gara con condotte più razionali. Poi ci sono le spiegazioni sui motivi che non hanno permesso a Leclerc di evolversi come si sperava: si è trovato catapultato su un trono scomodo troppo presto, quando era un velocissimo giovane vincente in F.2 (che voglio ricordare non è la F.1)e bravino con Sauber; ha ricevuto standing ovation eccessive in un anno in cui Ferrari aveva defenestrato de facto Vettel e il suo morale anche grazie alla connivenza di molta stampa compiacente. Non ha avuto delle guide, degli esempi di fronte. Questo gli manca e gli è mancato: lo hanno eletto prima guida in uno dei periodi storici peggiori di Maranello, in una squadra dove la pressione è quintupla rispetto alle altre, quando ancora non ne possedeva l’esperienza e doveva essere lui a fornire la strada. Il rischio, che a Maranello non hanno calcolato, era di bruciarlo e poco ci è mancato(spero perché di natura sono ottimista). Per questo l’arrivo di Hamilton sarà manna per lui: finalmente avrà chi indicherà una metodologia differente in materia di lavoro quotidiano, uno capace di coinvolgere un team intero. Quella qualità appartenuta a Schumacher che a Leclerc manca. Di piloti velocissimi ne è piena la storia (Leclerc ha vinto e vincerà ancora),di campioni meno. Mi auguro che riesca a diventarlo ma non essendo tifoso di nessuno, ed essendo del tutto imparziale(in pratica non mi sposta una virgola la vittoria dell’uno o dell’altro) non posso che esprimere quella che è la mia analisi, frutto non della gara di Silverstone. E lo ripeto da due anni"
Mi pare di capire che non si stia afferrando che il punto fondamentale sia l'ambiente in cui Leclerc è costretto a lavorare. Potrà anche essere deficitario dal punto di vista della personalità, ma mi sembra chiaro che sia finito in un posto incapace di fornirli anche le giuste condizioni per crescere, e non solo quelle tecniche, ma anche ambientali. Perciò cos'altro c'è da imputargli ancora?
Quante sciocchezze...
Con la personalità Leclerc regala quel mezzo secondo che manca alla Ferrari? Elimina il porpoising? Ingaggia un tecnico di peso a dirigere lo sviluppo?
Ma soprattutto...che ha combinato domenica Sainz? Un quinto posto senza il minimo guizzo. O se torniamo indietro, un terzo posto che, fino a pochi giri dalla fine, era un quinto senza guizzi.
Piuttosto interroghiamoci, come ha fatto qualcuno, sul perché Adami ha fornito a Sainz i dati corretti sullo sviluppo della pista, indicandogli il momento giusto per lo switch, mentre Buozzi comunicava a Leclerc un acquazzone imminente.
A parti invertite la figura del fesso la avrebbe fatta Sainz...
Perché, nello stesso team, due ingegneri danno comunicazioni opposte ai loro piloti? Questo non è accettabile, se si vuole massimizzare il risultato.
Però il problema di Leclerc è la leadership e che sbaglia.
Pari pari le medesime ****** che venivano scritte contro Vettel nel 2018, salvo poi scoprire che correva con una vettura sviluppata male e che era più veloce nella configurazione di inizio stagione...
La mia teoria è che vi siano tanti presunti esperti prezzolati che, da anni, allontanano le responsabilità da una parte della gestione sportiva. Quella parte di umanità che si è fumata un po' tutti, fra piloti e timonieri, ma che resta salda al suo posto e, guarda caso, commette sempre gli stessi errori.
Il problema non sono i piloti o quelle 20/30 persone impegnate nei weekend di gara, ma quelle centinaia di persone che restano a Maranello e che, a conti fatti, non sanno lavorare.