Senna in Ferrari

Aneddoti, immagini, informazioni inerenti le vecchie stagioni

da Niki » 20/06/2024, 11:24

330tr ha scritto:Il Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso ha dapprima annunciato e quindi presieduto la cerimonia per l’emissione in data 7 giugno 2024 di un francobollo commemorativo dedicato a Italo Foschi, per i 140 anni dalla sua nascita.

Mentre in tutta Italia si celebra Giacomo Matteotti, la Consulta filatelica decide di dedicare un francobollo ad Italo Foschi, militante e simbolo del partito fascista. Considerato responsabile di atti di estrema violenza verso gli oppositori politici, fu l’organizzatore dello squadrismo a Roma. Fu fedele a Mussolini fino alla Repubblica di Salò, quando l’Italia subiva gli eccidi delle brigate nere e delle S.S. naziste.

Ad Amerigo Dumini, capo della squadra fascista che sequestrò e uccise il deputato socialista veneto Giacomo Matteotti, Italo Foschi scrisse: «Sei un eroe, degno di tutta la nostra ammirazione».

https://www.fpcgil.it/2024/06/18/enac-comunicato-sul-francobollo-commemorativo-italo-foschi/

Questo era il fondatore della Roma Calcio.

Forse a Fiorio manca l'atto di ferocia e criminalità, per aver accesso all'omaggio nazionale.
Forse.

Ps. La mia era ed è una provocazione, non penso affatto che Fiorio o Todt debbano avere consacrati ponti e statue, ancora in vita tra l'altro.

Ritengo invece stupido e incivile dedicare francobolli a persone violente che facevano del sopruso la propria bandiera.


Gli italioti, a parte tutti gli altri difetti, sono fasci nel dna. Ma questa è un'altra storia.
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da Laffite26 » 20/06/2024, 12:10

Sulla vicenda Giovinazzi hanno ottenuto esattamente l'effetto contrario, ovvero aggiungere pressione su quel pilota anzichè supportarlo in modo genuino e soprattutto in maniera disinteressata.
Leclerc è in formula 1 solo perchè lo gestisce il figlio di Todt, ignorando completamente come ha dominato la GP3 e la Formula 2.....già questo è la cartina di tornasole di giudizi espressi solo in base a quello che (o chi) gli va a genio. Fu l'unico a difendere Binotto nel dopo Silverstone 22, la famosa gara del dito puntato, propugnava l'idea che Sainz dovesse partire alla pari con monegasco anche quando questi lo sotterrava in qualifica. Dopo l'annuncio di Hamilton sembrava poi che la notizia vera fosse l'allontanamento dello spagnolo e dopo che questi a vinto a Melbourne rivendicava con forza l'errore della Ferrari e che fosse l'altro a dover fare le valige. Ecco, io credo che scaricare Prost sia stato solamente per il fatto che non lo considerava all'altezza di vincere con la Ferrari, proprio lui un tre volte iridato, solo in malafede si poteva pensare ciò. E i giudizi espressi nel corso degli anni stanno ad indicare questo aspetto. Emerge proprio la sua incapacità di sopportare chi arriva al successo con i suoi mezzi senza essere andato in udienza da lui come ha fatto il Giovi.
Io voglio sperare che non ci credeva nemmeno lui a quello che scriveva, e penso che i diretti interessati (i quali molto probabilmente nemmeno saranno mai venuti a conoscenza dei suoi articoli) avrebbero dovuto intimargli di scrivere di meno proprio perchè aveva un nome e una reputazione che ad occhi esperti e non da tifosi era sul rischio di scadere, ma ha sempre trovato protezione dai suoi amici editori, e mantenuto un certo auditorio che lo supporta ancora oggi e perciò ha continuato. E' triste constatare come un grande manager si sia lasciato andare a becere constatazioni da bar e dispiace che nemmeno la famiglia si sia accorta che spesso esagerava. E questa la cosa che mi innervosisce di più.
"A special hello to our dear friend Alain, we all miss you Alain."
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da groovestar » 20/06/2024, 14:38

Sai, alla fine chi segue il motorsport e parla di motorsport, sta inesorabilmente invecchiando, soprattutto se si parla di carta stampata.
Se si parla di TV, penso che a nessuno, a parte qualche trasmissione da digitale terrestre o qualche streamer su web, interessi più della sua opinione, considerando che è fuori dal giro buono da più di una ventina d'anni (facciamo quasi trenta).

Lo stesso Briatore, a mio avviso, ha ampiamente fatto il suo tempo e sarebbe ora di superare questa gerontocrazia e dare spago a chi ne sa dell'attuale.

Per questo ho sempre trovato risibili certe affermazioni degli scorsi anni, ma ancor di più le ultime in cui sconfessa se stesso: insomma quando c'era da gettare il carico da 90 su Vettel, diceva che non valeva Hamilton, mentre oggi critica il management che, con un gran colpo, è riuscito a portarselo a casa (lui si, con Leclerc in casa, può essere un vero valore aggiunto per formare un team davvero vincente).
La cosa divertente, e questo è un vizio tutto nostrano, che certi soggetti riescano a dire tutto ed il contrario di tutto e poi rivendicare addirittura di aver ragione. Sempre ed a prescindere.

Ma detto questo, ripensando al mese scorso ed alle parole di Jo Ramirez e Pino Allievi, ed a prescindere dalle firme sbugiardate da chi doveva cacciare fuori i denari, quella di Senna in Ferrari è sempre e solo stata una suggestione che Ayrton tirava, di volta in volta, fuori quando doveva spuntare un ingaggio od un impegno migliore (secondo me, nel 1990, banalmente, spingeva la Honda verso la soluzione V12 pensando di dover battagliare a lungo con la Ferrari).
Anche nel 1994, le chiacchiere con Montezemolo servivano solo a fare pressione sulla Williams per assecondarlo. Giammai sarebbe andato in un team privo di garanzie di vertice.

E, col passare del tempo, soprattutto in questo trentennale, mi rendo conto come certi lati caratteriali di Ayrton lo abbiano portato alla rovina e come, il suo non essere malleabile e tremendamente istintivo in alcune decisioni, lo abbiano condotto al suo destino.

Facendo un parallelismo con Prost e la sua esperienza in Williams, Alain aveva rappresentato al brasiliano come la vettura che aveva guidato nel 1993 fosse tutt'altro che semplice e terribilmente sensibile alle variazioni di altezza da terra, di carico e, soprattutto, in difficoltà nel leggere (per quanto riguarda la versione attiva) alcune situazioni di gara, con un cambio ed un TC che tendevano a bloccare l'asse posteriore (da qui le difficoltà a Donnington ed Interlagos).
Senna pensava di arrivare e trovarsi una vettura fenomenale, che chiunque avrebbe potuto guidare, salvo accorgersi che, forse, solo Mansell poteva guidare (altro fatto confermato da Alain, del resto la FW16 è figlia delle FW15, ideata fra 1991 e 1992).

Se in Williams accadde ciò che accadde, non oso pensare cosa sarebbe potuto accadere in Ferrari, con una squadra spaccata, un motore non all'altezza ed una dirigenza impegnata nella ristrutturazione Fiat. Non sarebbe durato un anno...
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da Niki » 20/06/2024, 16:12

Come quando andò a provare la formula Indy per far vedere che avrebbe potuto andarsene dalla F1 (si, col cavolo).
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da 330tr » 20/06/2024, 17:46

Niki ha scritto:Come quando andò a provare la formula Indy per far vedere che avrebbe potuto andarsene dalla F1 (si, col cavolo).


...copiando in questo il Vecchio che costruì una macchina intera per scopi "politici"...
Comunque se c'è andato Mansell non vedo perché Senna, foraggiato da un bel piattone di fresche e succulente banconote verdi non avrebbe potuto..
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da Niki » 20/06/2024, 19:48

Perchè la vita per Senna era la Formula 1 e battere Prost.
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da groovestar » 21/06/2024, 10:21

Lo penso anche io, soprattutto con il livello di piloti dell'epoca.
Poi in Penske avrebbe dominato, ma a 33 anni avrebbe significato pensione anticipata, Mansell andava per i 40 e, praticamente, nessuno lo voleva talmente era diventato esoso.

Senna voleva la Williams dal 1991, non appena appreso che Honda avrebbe lasciato il circus (errore, poichè nel 1993, con la McLaren attiva, avrebbero potuto giocarsi il titolo).
Poi pensare a Prost con un titolo in più di lui era impensabile.

Credo che, ragionevolmente, sarebbe arrivato in Ferrari FORSE nel 1996, ma nemmeno di questo sono così sicuro, così come credo che nel 1994, se fosse uscito solo malconcio dall'incidente di Imola, avrebbe avuto grosse difficoltà nel vincere il titolo.

Peraltro, parere impopolare, credo che Ayrton non si sarebbe adattato facilmente al ritmo delle gare con il pit stop, mentre Schumacher, vuoi anche per 9 anni di meno, vuoi per una maggiore fame e voglia di affermarsi, era davvero inarrestabile sul ritmo gara.
In Brasile, nella seconda parte di gara, Michael se ne stava andando e Senna peccò in lucidità.
Si, la Williams non era in ordine, ma la Benetton non era la vettura più facile da guidare, ed aveva un deficit di potenza rilevante rispetto al super motore Renault.
Rileggendo l'autosprint dopo il gp brasiliano mi fanno specie le dichiarazioni di Ayrton che, oltre ad ammettere l'errore, ammette di aver inserito la marcia sbagliata in ripartenza e di aver stallato il motore, aggiungendo che se ne sarebbe fatto poco di un secondo posto...

Secondo me questa sua attitudine, questo voler primeggiare a qualsiasi costo, questo sentirsi al di sopra di qualsiasi altro pilota, in un circus ove all'epoca il 75% dei partenti rappresentava il gotha del motorismo, lo pone al di sotto già dello stesso Prost e questo avvalora, a parer mio, la completa inutilità di un avvicendamento in casa Ferrari.

Alain, arrivato a Maranello, lavorò sodo per adattare la macchina al suo stile, lavorando con Nichols, ma partendo da una base non sua e cercando di massimizzare i risultati concentrandosi sul ritmo gara.
Ayrton, in Williams, pretese subito cose non facilmente realizzabili, rifiutandosi di adattarsi, in attesa del Gp di Francia, ad una vettura azzoppata dalle modifiche regolamentari.

Non oso pensare cosa sarebbe potuto accadere arrivando a Maranello nel 1991, trovando una vettura risalente al 1988, con la distribuzione dei pesi totalmente sbagliata, pensata per Prost e con un motore in debito di cavalli rispetto al suo Honda.
Ovvio che a posteriori è facile farsi delle idee, ma non so se Ayrton avrebbe mai potuto funzionare in Ferrari.
Me lo vedo sulla falsariga di Alonso, pronto a chiedere la testa di questo e quello in attesa di una monoposto vincente...
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