Connacht ha scritto:Secondo me è prematuro, è come dire che la musica è destinata a implodere perché dai King Crimson passa a Britney Spears e i Backstreet Boys, che artisticamente sono un sacco di spanne sotto ma hanno venduto molto di più e muovono cifre da capogiro per quanto riguarda pubblico, merchandising, glamour, eventi vari.
Con una ricerca superficiale i numeri che trovo mostrano che il brand F1 è in crescita dal punto di vista mediatico:
https://racingnews365.com/f1-2020-viewi ... popularityPenso che semplicemente i vecchi appassionati di corse prima o poi diserteranno tutti abbandonando la F1 (anche quelli che si lamentano da anni, in alcuni casi decenni, eppure sono puntuali a vedere ogni gran premio), magari dedicandosi ad altre serie più di nicchia, ma per chi gestisce il carrozzone non sarà un problema, perché ognuno di loro sarà rimpiazzato da 10 nuovi spettatori più casual che preferiscono le nuove trovate e portano audience e introiti.
Attenzione però, oggi giorno il brand viene valutato anche tramite likes/followers/commenti sui social media, spesso fatti da gente che nemmeno guarda la gara.
Non è un vero valore del prodotto.
I dati televisivi mostrano altro e spesso anche i circuiti non si riempiono.
Se alle TV non converrà più mettere tutti i soldi che mettono ora, e le tribune si svuotano, possono anche avere il valore del brand che vogliono.
Avere un follower su Instagram non è come avere un tifoso in tribuna o davanti alla TV.
Oltretutto vediamo che i trend sui social durano settimane.
Cantanti, attori o altre star dei social che non vendono un disco o fanno un film nel mondo reale diventano famosi dal nulla in 5 minuti e spariscono dopo 3 settimane.
Se è così che il management vuole gestire la F1 liberi di farlo.
L'appassionato che lascia è rimpiazzato da 10 likes (ammesso che siano tutti veri, sappiamo che tutti usano bot per gonfiare la rete di followers), ma i likes domani vanno ad un'altra cosa più interessante.
L'appassionato si sveglia alle 4 per vedere il GP d'Australia.