Non e il terzo segreto di Fatima che l'assetto attuale della Ferrari sia dovuto a Sergio Marchionne, lo scomparso manager italo Canadese ha avuto molti estimatori che gli riconoscevano il salvataggio della Fiat, altri il salvataggio della dinastia Agnelli, mentre i molti detrattori stigmatizzavano la chiusura di stabilimenti aperti con fondi pubblici e lo spostamento fiscale all'estero, non potendo spostare gli stabilimenti, i libri contabili erano più agevoli, ed una sostanziale retromarcia sugli investimenti del settore auto regalando fette di mercato ai tedeschi.
Tuttavia da appassionato di F1, ero più interessato a cosa avrebbe fatto in Ferrari una volta eliminato Montezemolo che negli ultimi anni era vicino al team solo a parole.
Dopo la pagliacciata di Mattiacci, un bravo manager a cui era stato chiesto di fare un lavoro non suo e che lui non aveva potuto o voluto rifiutare, Marchionne prende in mano anche la gestione sportiva oltre a quella finanziaria.
Confesso che ero perplesso dell'arrivo di Marchionne che conoscevo come manager dedicato agli aspetti finanziari piuttosto che come uomo prodotto, e poi, non so se aveva mai messo piede dentro un circuito quindi da qui la mia perplessità.
Marchione fa comunque scelte importanti destinate ad avere effetti rilevanti sulla gestione sportiva, privilegia le risorse interne piuttosto che inseguire tecnici dai nomi altisonanti, sopratutti mette alla direzione tecnica Binotto, tecnico motorista che ha lavorato in silenzio in quel di Maranello,e dopo una girandola di tecnici spesso in lotta tra di loro Binotto riesce a massimizzare il lavoro di tutti.
Bisogna riconoscere che la scelta di Marchionne e quanto mai centrata e non improvvistata, evidentemente Marchionne era un buon conoscitore di uomini al contrario dei tanti chiacchieroni avvicendatisi a Maranello.
Pat Fry, Allison, sono i primi che mi vengono in mente ma c'è ne sono molti altri e questo mi fa pensare a cosa succedeva e come si lavorava in Ferrari, gli uomini c'erano, le competenze pure come possiamo vedere in pista ma di certo non potevano lavorare e non erano messi in condizione di lavorare.
Bimotto non scende dal cielo stava in Ferrari ma evidentemente non valorizzato ed utilizzato come meritava, Nato in Sizzera da famiglia reggiana deve aver assunto la capacità organizzativa degli orologiai svizzeri per come fa funzionare il team dal punto di vista tecnico.
Un elogio quindi a Binotto ed un grazie a Marchionne per averci dato l'attuale assetto del team, speriamo che duri nel tempo.