Sul pattino Ferrari (di cui non viene fatto il nome direttamente) ricordo che, sicuramente, fu Schumacher a dirlo, più alcuni anni dopo diversi altri team principal di scuderie inglesi, ma non appena troverò i passaggi incriminati li citerò più che volentieri, anche se sono voci e fatti notori da diversi decenni.
Sulla soluzione dei triangoli posteriori, la Williams fu l'unica a seguire quella scelta di un profilo alare unico, che lavorava in sinergia con un rilevante abbassamento del posteriore vettura, il profilo inferiore svergolato a V e una pressoché totale carenatura del fondo vettura.
Tale particolare scelta aerodinamica andava di pari passo con un assetto estremamente basso al posteriore, esasperato, ma comunque nel solco del trend di quegli anni.
Le proteste furono molte dato che, per la stessa conformazione delle sospensioni, si trattava di profili alari mobili.

La vista posteriore esalta al meglio il lavoro di dettaglio effettuato ed è di una rara bellezza (e spiega come qualsiasi modifica all'alteriore andasse a mettere in crisi tale sofisticata aerodinamica posteriore).
Sulle modifiche al telaio andrei molto più cauto: modificare una scocca omologata segandone parti e limandone gli interni è tutt'altro che regolare, tanto più quando ne va ad indebolire la rigidità strutturale.
La Williams reagì bene all'impatto di Imola, ma subì una vistosa crepa sul lato anteriore sinistro che arrivava fino quasi al fondo del telaio, proprio nei punti limati ed alleggeriti.
Ricordiamo che quell'area dovrebbe essere indeformabile e non dovrebbe subire rotture di quel tipo.
Su Verstappen non occorre esprimersi, dato che cercava una giustificazione ad una lunga serie di errori che, in buona approssimazione, erano dovuti alla sua scarsa esperienza.
Occorre sfatare un mito sulla scarsa competitività della Benetton n. 2, ritenuta priva di aiuti: basta vedere i risultati della stagione di Vestappen il quale, non appena acquisita un po' più di dimestichezza con la vettura, iniziò a portare a casa risultati di rilievo, culminati con un doppio podio in Ungheria e Belgio (pur a seguito di squalifica). La verità è che i secondi piloti Benetton non erano di assoluto livello. Letho era convalescente da un bruttissimo infortunio (ma fece vedere cose discrete in alcune qualifiche), Verstappen troppo inesperto (arrivava direttamente dalla F3) ed Herbert venne buttato nella mischia all'ultimo e senza troppe prove.
Toet ha chiarito alcuni aspetti dell'operato del team sulla gestione della trazione, chiaramente sviluppati sullo stile di guida di Schumacher (anni dopo la stessa cosa venne fatta da Newey sullo stile di guida di Vettel, corsi e ricorsi della storia).
Sul perché tali aspetti non venissero condivisi con la seconda guida, non è dato sapere, ma non necessariamente riguarda la scelta di utilizzare dispositivi elettronici. Briatore era noto per fornire due trattamenti diversi al primo ed al secondo pilota, basti chiedere a Trulli ed a Piquet ed, in linea minore, a Patrese.
Che esistesse una procedura per il launch control, è possibile, ma fatto sta che la Federazione aveva in mano tutti gli elementi e decise di agire di conseguenza, ma su altro ho dei dubbi, considerando anche le tante notizie che sono emerse anni dopo.
Purtroppo Jos si qualifica troppo spesso per quel che è, nonostante negli anni di F1 lo reputassi uno dei miei piloti preferiti.
Per capire il livello del ragazzi basti vedere le prestazioni di Herbert nel 1995 che su una vettura virtualmente invariata rispetto al 1994, e realizzata per assecondare i desideri di guida di Schumacher, ebbe a togliersi molte soddisfazioni, permettendo anche alla Benetton di vincere, grazie ai suoi punti, la coppa costruttori.