Ieri sera ho visto il documentario realizzato sul recupero e rimessa in pista della Ferrari 312B effettuato da Paolo Barilla.
Un'ora e venti di emozioni, di ricordi, di immagini d'epoca alternate al girato attuale, di passione vera e competenza estrema. Forghieri impera, ed è impagabile osservare come, pur in un lavoro decisamente meno importante di quello che svolgeva ai tempi della sua avventura alla Ferrari, sia ancora presente, ferreo, sanguigno e preciso in ogni passaggio.
Un po' banali, forse, le mini interviste ai personaggi che hanno vissuto in diretta i tempi della 312B, condite da qualche luogo comune, ma in generale un lavoro che ho trovato ben fatto, che non annoia, anzi.
Quando passano i poco più che 80 minuti si resta con la voglia di vedere ancora, e ancora, e ascoltare quel rombo figlio di un automobilismo d'altri tempi, oramai anacronistico.
Guardando quel telaio, quei mille rivetti, quell'alluminio piegato a mano, non si può fare a meno di confrontarlo con l'asettica perfezione delle attuali F1, e rimpiangere ancora una volta la perdita di un mondo fatto di sudore, abilità, sacrifici e passione pura.
Operazioni come questa raccontata dal film ci restituiscono un po' di quel sogno che manca oggi, e che nelle competizioni abbiamo probabilmente perso per sempre.
Il documentario sarà in sala esclusivamente fino a domani sera, poi probabilmente scomparirà per diventare un dvd o simile tra qualche tempo.
Se avete la possibilità, approfittatene per vederlo in sala, perché ne vale la pena.
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