da avvocato » 27/05/2017, 8:00
Mi chiamo Lorenzo Bandini, e ho trionfato con la Ferrari, pur essendo stato un bambino solo, povero e pieno di dolore.
Nacqui nel 1935 in Libia, colonia italiana, da famiglia benestante che fu costretta con l’inizio della guerra a ritornare in Italia, vagando tra la Romagna e Reggiolo, per poi perdere ogni bene.
A dieci anni persi mio papà, che non fece mai più ritorno a casa quella sera, e ne soffrii tantissimo.
Mi piacevano i motori, l’officina, e un giorno mia mamma, parlando con il suo compaesano Goliardo Freddi, gli chiese se a Milano nella sua officina ci fosse un posto per me. E fu la mia fortuna, perché lui vide subito in me il figlio maschio mai avuto e io in lui il papà ritrovato.
In più, conobbi sua figlia Margherita, di cui mi innamorai.
A vent’anni persi anche mia mamma, ma avevo già loro: Margherita chiedeva a Goliardo, Goliardo annuiva e io cominciai a correre con le sue vetture.
Nel 1961 arrivo in Ferrari, vinco a Pescara, nel 1963 conquisto Le Mans con il mio amico Lodovico Scarfiotti, e nel 1964 conquisto il mio primo Gran Premio in Austria, contribuendo in maniera decisiva alla conquista del titolo ferrarista di John Surtees, lasciandolo passare all’ultimo giro dell’ultima gara in Messico.
Nel 1966 Surtees se ne va dalla Ferrari e l’anno dopo sono il caposquadra ferrarista: il 1967 inizia con le gare trionfali di Daytona e Monza e a Montecarlo sono il favorito.
E invece a Montecarlo andò come sapete. E la cosa che più mi amareggiò quel giorno fu sentirmi tradito da chi avevo onorato con tanta lealtà per tutta la carriera: compresi solo alla fine di essere stato manipolato dai box, di avere avuto informazioni e sollecitazioni che mi disorientarono, perché le mie sensazioni alla guida erano diverse. Questo mi innervosì a tal punto da sentirmi frustrato, cominciai a guidare in maniera incerta e non pulita, e ciò mi indusse all’errore nel punto più delicato della pista.
Ma non serbo rancore, ho vissuto la vita che ho voluto, che è stata una vita insieme difficile e bellissima, anche se troppo presto me ne sono andato.
Ho amato Margherita, Goliardo, la Ferrari, e anche l’Italia.
E ora veglio su di voi, negli spazi immensi del bianco intorno, accanto ad un sole vivo ed intenso quanto il ricordo di me da parte di tutti.
Mi chiamo Lorenzo Bandini, e ho trionfato con la Ferrari, pur essendo stato un bambino solo, povero e pieno di dolore.
Siate felici pensando a me.