In questi giorni causa infortunio che mi costringe a casa ho doverosamente completato in vergognoso ritardo

la lettura di almeno questi due libri

Il volume di Moser descrive la durissima carriera di un pilota che seppur validissimo è comunque un "privato", con tutte le innumerevoli difficoltà che questo comporta.
Molto bello, è d'obbligo fare i complimenti a Bschenker e tutti gli altri che vi hanno partecipato, da Pessina a Bellasi: tantissime pagine con belle immagini, cronache delle gare e trasferte di Silvio Moser.
Il fatto che sia scritto da chi ha vissuto tutto ciò di prima persona contribuisce ad arricchire il valore del libro, oltre ad aggiungere tantissimi aneddoti che rendono la lettura molto gustosa e scorrevole.
Complimenti ancora, forse neppure piloti più famosi e fortunati di Moser possono vantare un libro così!
Il volume su Amon è in inglese, di John Julian con alcune preziose collaborazioni su cui spicca quella dello stesso Amon, è concentrato sulla stagione 1967 e dintorni, tra F1, Tasman,prototipi e can-am: un pilota assunto in Ferrari come spalla ma che di colpo si trova a sopportare l'intero Team dopo la tragedia di Bandini, l'incidente di Parkes e la pausa di riflessione di uno stravolto dalle circostanze Scarfiotti. Anni durissimi dove per lo sfortunato Amon portare infine a casa la pelle è stata la sua vittoria. Ma avrebbe meritato molto di più...
Bella la citazione sulla bellezza strabordante della P4 e quella più "fine" della 312 F1, paragonandole rispettivamente a Sophia Loren e Audrey Hepburn.
Mi sarebbe piaciuto tanto leggerlo a mio papà, che tanto ammirava Clark ma principalmente è sempre stato "innamorato" di Chris Amon.