Niki ha scritto:Anche perchè, anche allora, dovevano affrontare quella curva con le auto che si ritrovavano, già bare viaggianti. Per cui allora il problema era quasi come quello attuale, ossia modificare i circuiti anzichè le auto.
Ritorniamo però nel 1992, reimmergiamoci in quegli anni.
Le auto sono quanto di più meraviglioso mai visto. Scocche ipersicure di derivazione aeronautica, gomme larghissime con tanto grip, freni efficacissimi, sospensioni intelligenti in via di sviluppo. Non muore un pilota in pista da dieci anni. Sembra tutto perfetto, non è vero che le vetture sono bare volanti. È al contrario il periodo dell'evoluzione massima della formula nata nel '48 e sviluppata sin lì in una costante fiducia nel futuro. Qualcosa tuttavia si incrina. La Williams sta mettendo in campo una vettura troppo avveniristica, con cui potrebbe ammazzare la serie per il prossimo lustro. Meglio correre ai ripari e tornare a vetture più difficili da guidare, com'era ai bei tempi degli anni '70.. Dall'anno prossimo ruote più strette. Poi dal '94 via tutti questi aggeggi elettronici, che tanto non hanno futuro..
In quanto alla sicurezza, dalle nostre poltrone ci dimentichiamo qualcosa: chi guida, tranne alcuni casi, non è un robot o un pazzo. Sono esseri umani. Sentirsi partire il culo della vettura a 250 all'ora è da infarto. Passato l'attimo, ritornato il cuore a pompare e riaffluito il sangue a ridare colore alla pelle, uno si ferma e si chiede se non sia follia rischiare la vita così ad ogni passaggio, quando basterebbe magari una minima modifica a rendere il rischio accettabile.
E ricordiamo che i piloti stessi già nei '70 boicottarono piste meravigliose ma inadatte ai tempi come il vecchio SPA..
Alla fine credo sia una questione di equilibrio.
Se si vogliono vetture veloci (e la F1 deve esserlo, altrimenti declassiamo il numero) è necessario adattare anche i circuiti.
Quando Regazzoni propugnava la riduzione del carico aerodinamico a mio parere non dava un giusto peso alle condizioni al contorno. Sbattere su un muro a 220 invece che a 250 cambia relativamente poco. Peggio ancora contro un albero. Scivolare su un softwall già risolve. Ecco che circuito e vetture sono interdipendenti, e la formula deve prevedere lo studio complessivo di mezzo e ambiente, in nome della sicurezza e quindi tranquillità del pilota alla guida.