da Powerslide » 19/07/2015, 13:22
Quattro cinque tecnici seduti al muretto, la faccia rivolta alla pista. Sono il terminale interfaccia col pilota: parlano con lui, lo ascoltano, lo consigliano esaminando i dati sviluppati da altrettanti colleghi piazzati nel retrobox e a loro volta interfacciati con un altro plotone di tecnici inserragliati in fabbrica, magari a migliaia di chilometri di distanza. Un fiume di dati che partendo dalla macchina viene elaborato, analizzato. simulato. Roba da pelle d'oca se solo pensiamo al cruscotto carico di strumenti che, non poi troppi anni fa, il pilota leggeva e interpretava.
Ma torniamo al muretto. Se non ci fossimo ormai abituati, dando la cosa per scontata, ci renderemmo conto che c'è un fondo d'incongruenza nella situazione: ma pechè stanno con la faccia rivolta alla pista? Non possono vedere nulla oltre la cortina di schermi a far muro davanti ai loro nasi. E' solo un retaggio dei tempi passati, quando ancora si poteva guardare ed ascoltare.
E' una mia opinione, non siete assolutamente in dovere di condividerla, ma molta, se non tutta, la porcheria che si è instaurata in F1 parte da lì, dal muretto e da tutti i tentacoli informatici che transitano da lui.
Io sono fermamente convinto che le gare avrebbero tutt'altro svolgimento ed appeal se i piloti non avessero alcuna possibilità di dialogare con i box, al limite un canale radio a disposizione esclusiva del direttore di corsa per motivi di sicurezza. Tagliato quest'idiota cordone ombelicale, ne tagliamo anche un altro: la trasmissione dei dati dalla macchina al box. I tecnici potranno scaricarli ed esaminarli solo a gara conclusa.
E non sto togliendo nulla al progresso dell'auto. Forse che vostra moglie vi elargisce consigli dalla casa di Roma mentre sfrecciate a Sasso Marconi in direzione Milano ?
Chiunque di voi abbia avuto occasione, magari solo per una volta e magari solo come turista pagante, di entrare in pista, sa quale sensazione d'estrema solitudine si prova. Una sensazione di timore, di gioia terribile (come avrebbe detto Lui) che proietta un gradino più in alto nel piattume della vita.
E ci si comporta di conseguenza. I sensi si acuiscono tesi a percepire un segnale dal mondo esterno. Magari proprio un segnale da quegli omini vestiti d'arancione, messi lì a salvaguardia della vostra pelle. Rischiando magari un po' della loro.
Oggi gli omini arancio non entrano più in pista, non possono più farlo, è loro vietato. Diverrebbero solo un pericolo in più per quella massa di assatanati telecomandati che di loro si fotte.
Se un quattro volte campione del mondo è riuscito a fare un sorpasso a 300 (sì, avete letto bene TRECENTO) km//h sotto bandiera rossa, non ci si può stupire o accusare un ragazzo per esser passato a 200 là dove c'era una gialla seguita a zero metri da una verde. E' vero, ha infranto una regola, ma una regola che ormai da anni era stata abolita se non nella lettera certamente nello spirito.
Il pesce puzza sempre dalla testa ed è incredibile come quella massa di coglioni che governa l'automobilismo non se ne renda conto e spieghi in quasi 400 pagine che Jules è stato un pirla e che loro hanno la coscienza pulita..
Abolire le cose inutili e dannose è un'operazione a costo zero e che tanto porterebbe a questo sport, sia movimentando l'evento, sia ridando al pilota quelle che un tempo erano sue prerogative, sia restituendogli un piccolo alone di sacralità. E una volta, magari anche solo una volta, salvando una vita.