Oggi è il 25 aprile, il giorno della 1000 km
Le tribune difronte ai box c'erano, ma erano meno di oggi. Quella centrale è rimasta uguale negli anni, con quella forma un po' particolare che nascondeva un ristorante, così come quella dei cavalli a San Siro. Retaggio di un tempo e di una cultura passati e passati di moda: anche negli anni '60 si mangiava male.
Per la 1000 km s'innalzava in prima variante della Sopraelevata una tribuna in tubi Dalmine e assi di legno: piccola, scomoda, ma sempre stracolma perchè il posto offriva una bella visuale e si vedevano passare le macchine due volte ad ogni giro. Riempita la tribuna la gente andava ad affollare il prato all'interno della Nord e i più coraggiosi ed incoscienti s'arrampicavano sui cartelloni pubblicitari alti come una casa di tre piani: alcuni su fino in cima, altri affacciati dai buchi fatti a mo' di finestre in facciata.
- 1969.jpg (49.54 KiB) Osservato 5337 volte
Di tribune non ce n'erano più fino alla Seconda di Lesmo, ma tutta la stradina interna alla pista brulicava di spettatori. Almeno tre file in piedi attaccati alla rete e sopra le loro teste il primo piano dei trabatelli su cui sedevano tante persone e poi almeno un altro.
In alcuni tratti al posto dei trabatelli che consentivano la vista, erano stati parcheggiati dei pulmini VW attaccati alla rete: i propietari sul tetto a vedere la corsa e gli altri a non vedere nulla. Scoppiavano discussioni e spesso si sfiorava la rissa, ma c'era poco da fare perchè i prepotenti la spuntavano. Li ho sempre detestati.
Il tratto di bosco tra la Roggia e le Lesmo era un vero campeggio: tende di tutti i tipi, misure e colori. La mattina se si passava in quella zona veniva spontaneo non fare rumore per non disturbare chi ancora dormiva. Qualcuno è già sveglio e si guarda attorno con aria un po' spaesata, altri vanno a lavarsi in bagni che già fan schifo da fuori, altri già accendono i fuochi per il pranzo. A mezzogiorno l'odore di salsiccia arrosto la fa da padrone in tutto il Parco, lo scambio di cibo è ammesso e gl'idiomi si mescolano in uno strano esperanto dove tutti si capiscono senza capire una parola. E poi birra e poi lambrusco.
La tribuna della Seconda di Lesmo è immensa e stracolma, ma lo sono anche i cartelloni pubblicitari all'esterno della Prima.
Giù, giù fino alla Parabolica dove anche lì è stata innalzata una tribuna in tubi Dalmine e assi di legno. E' molto più piccola dell'attuale, ma si vede bene anche un piccolo tratto del rettifilo dei box perchè gli alberi all'interno della curva non sono ancora cresciuti.
Anche l'interno del rettifilo opposto del catino è contornato di spettatori e se in seconda variante non è stata costruita alcuna tribuna poco male: il terreno è più alto della pista e funge d'anfiteatro naturale. E' un posto strano e ci si sente come isolati così lontani dal cuore del circuito. Ci si muove adagio, come in una sorta di rispetto. Come si fosse in chiesa.
Qualcuno fa la spola tra lì e la Parabolica: attraversa l'immenso prato adibito a parcheggio, arriva al viale Mirabello e guarda verso l'Ascari come aspettasse di veder arrivare le macchine. Come una volta.
Poi volta lo sguardo a sinistra e lo fissa sulla Sud che attraversa il viale. Le macchine passano lì, arrampicate verso il rail, incollate al muro. I motori al massimo fanno un suono belissimo, la gente le guarda e sorride in modo sciocco e innocente.
Come bambini.