La F1 non è noiosa, meglio: non è più noiosa di quanto lo sia spesso stata.
Il guaio della F1 è che è diventata asettica e insipida.
Tracciati disegnati dalla stessa (insipida) mano dove ad una curva da pelo si sono preferite infrastrutture megagalattiche (spesso desolatamente vuote).
Tutti gli attori, dai tecnici ai piloti, dai giornalisti ai teammaneger, tutti si atteggiano a stelle dello spettacolo e si lamentano della location se non è a cinque stelle.
Le stesse donne dei piloti (razza scomparsa) sono ora relegate al ruolo di starlet, di veline confinate in un angolo a far sfoggio della loro (vuota) bellezza.
Viviamo l'epoca dell'apparire e non dell'essere e la F1 si è perfettamente adeguata. Anzi ne è stata un'antesignana. Tutto perfetto, pulito, politicamente corretto. I tempi scanditi al secondo dove nulla e nessuno può sgarrare, dal pregara alla drivers parade, fino alla premiazione. Un tempo i piloti venivano trascinati sul podio barcollanti sporchi e puzzolenti, oggi passano prima dal salone di bellezza dove manca si facciano il bidet. Poi la camminata tra due ali di veline plaudenti nel tentativo di ribadire l'annoso concetto che ai cavalieri tutte si concederebbero. Peccato che anche queste ragazze siano asettiche e che il tutto appaia una triste messainscena. Nulla a che vedere con una slinguata tra Nina e Jochen o la mano malandrina di Baffo Hill con la ragazza che gli metteva al collo la corona d'alloro. E mi accorggo che mi manca anche quella
E' dura passare da Zermiani con Piquet alla giornalista (figa o cesso poco importa) col pilotino di oggi. Il tutto al cospetto del più inutle degli odierni attori: l'addetto stampa
Tutto sembra diventato un party per arricchiti. E forse è così
Ciò detto continuerò a guardare la F1 come tutti gli altri avvenimenti motoristici.
Per abitudine, perchè non posso cambiare all'alba dei 70anni la mia vita.
Per potermi lamentare con cognizione di causa e non gridare governo ladro senza essere andato a votare.