stepv11 ha scritto:Vorrei salutare tutti e Pedro in particolare con un breve racconto su Giotto Bizzarrini, mio professore di Tecnica delle Prove su Motori per Autotrazione all'Università di Firenze a Ingegneria.
Premesso che era, ovviamente, diverso da tutti gli altri professori, più che altro presi dall'esercizio della loro baronìa, Giotto Bizzarrini era un personaggio vero, uno che arrivava al parcheggio di S. Marta con un furgone un pò sgangherato e carrello con una F.3, perchè poi doveva andare al circuito del Mugello a provare.
Durante l'anno, a lezione, ed eravamo in quattro a seguirlo (no quattro gatti, ma quattro studenti) , il Suo dogma principale, più volte espresso con rafforzativi vari era il seguente: "sui collettori di scarico, chi capisce un pò di termodinamica, eh ci deve convogliare aria fresca, così si migliora il rendimento volumetrico senza spendere un caxxo".
Quando gli pareva, e non era comunque troppo propenso, ci raccontava qualche aneddoto della Sua vita professionale. Uno bellino è di quando scappò per una settimana dalla Ferrari. Stavano lavorando sulla 250 GTO e la pista di prova per la verifica pratica degli interventi era la strada dell'Abetone. Un pomeriggio partì dalla fabbrica e si avviò a velocità sostenuta, cioè pieno, verso l'Abetone. Preso dalla situazione e dal poco traffico, usando le parole sue " Eh mi feci prendere la mano....", su un tornante, in uscita centrò un mezzo agricolo, disfacendo il prototipo, del valore all'epoca, di mezzo miliardo...... Senza pensarci un attimo, sapendo che il Vecchio lo avrebbe fatto ammazzare nel piazzale di fabbrica, organizzò per il recupero del relitto e scappò.
Per una settimana si rese irreperibile (non mi ricordo se entrò in malattia) e poi sperando che le acque si fossero calmate, tornò al lavoro. Il pomeriggio stesso, mentre era in buca a lavorare sul relitto, vide un'ombra sinistra che dall'alto lo osservava. "Come va Ingegnere?". "Eh benino, insomma ho fatto un pò di danni...." "Non si preoccupi, qui da noi si dice sempre che chi va al mulino si infarina" E se ne andò senza urlare, come suo solito. Di questo episodio ho trovato traccia anche nel libro "Ferrari che gente".
Bizzarrini era convinto che Ferrari era, si, uno che urlava in faccia come un pazzo, ma che in realtà fosse al massimo della sua pericolosità quando parlava piano e rimaneva calmo, come quando lo fece buttare fuori dal Rag. Della Casa insieme a Chiti, Tavoni etc, dopo una normale riunione di lavoro, ma su questo argomento non ha mai voluto andare oltre.
Appena avrò tempo vi racconterò di quando entrò in Presidenza urlando come un pazzo e noi quattro dietro a Lui, che si sembrava dei pulcini bagnati....
Il grande Giotto Bizzarrini, protagonista di questo bellissimo aneddoto di stepv11, è scomparso
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