Vorrei chiarire che di questa impresa non mi interessa la componente politica nè la propaganda che il regime fascista all'epoca produsse a esaltazione del fatto (peraltro, in linea coi suoi interessi).
Mi piace pensare a questi 6 uomini che si fanno immergere in un mare sconosciuto, a cavallo di tre siluri pieni di esplosivo, per piazzarlo sotto la chiglia di navi inglesi riparate in un loro porto, Alessandria d'Egitto.
Fu una delle rare imprese che nella SGM portarono il nome degli Italiani (in quanto soldati, militari) nel mondo con ammirato stupore.
Non che fu meno onorevole la resistenza italiana agli Inglesi in Africa, ai Russi nella steppa;soldati spediti a fare una guerra che molti non condividevano.
Ma non tutti furono, come vuole la storiografia estera sul tema, ''cattivi soldati''.
Anzi.
Mi ripeto: ci vuole un coraggio simile a quello del cavalieri del rischio, che ci piacciono alla guida delle F1 (in particolare di un tempo, parlo per me) ,per solo pensare a cose come questa di Alessandria, perfino riuscite!
Una sintesi per chi vuol saperne un pò di più:l'episodio avvenne esattamente 70 anni fa,all'alba del 19.12.1941.
Il sommergibile Scirè salpò dai moli spezzini nella notte del 3 dicembre 1941, al comando di Junio Valerio Borghese,e dopo alcune soste raggiunse- dopo una navigazione in zona ritenuta minata dalle forze navali britanniche - il mare antistante il porto di Alessandria d'Egitto «a 1,3 miglia nautiche, per 356° dal Fanale del molo di ponente del porto commerciale di Alessandria, in fondale di m.15» come ricorda lo stesso comandante della Decima Flottiglia MAS,Borghese, nelle sue memorie del 1950.
Il tenente di vascello Luigi De la Penne a questo punto assunse il ruolo per il quale si erano tutti preparati a lungo, anche a Spezia; così autorizzò la partenza della flottiglia di maiali (si tratta siluri a lenta corsa, cavalcati da due uomini di equipaggio, progettati per portare sottacqua l'equipaggio degli assaltatori sotto agli obiettivi,al fine di lasciare il mezzo carico di esplosivo sotto la chiglia delle navi)e lui stesso ne guidò uno.
In tutto, tre equipaggi di maiali,per un totale di sei fra specialisti ufficiali e sottufficiali (i maiali erano immatricolati con i numeri 221,il 222, il 223) attaccarono le navi inglesi, ancorate nel porto di Alessandria d'Egitto.
Gli specialisti operatori Antonio Marceglia e Spartaco Schergat affondarono la corazzata Queen Elizabeth,vanto della flotta britannica,mentre Vincenzo Martellotta e Mario Marino affondarono la petroliera Sagona, e danneggiarono pesantemente il cacciatorpediniere Jervis.
In seguito Winston Churchill,tornando sull'episodio, affermò che sei italiani, dotati di un materiale dal costo irrisorio, avevano seriamente spostato,in quei giorni di dicembre, l'equilibrio delle forze nel Mediterraneo a vantaggio dell'Asse...
Nell'occasione gli equipaggi furono catturati,chi subito e chi dopo alcuni giorni.
L'equipaggio di Shergat (morto per ultimo due anni fa) effettuò una missione perfetta ma giunto a terra fu riconosciuto dalle banconote inglesi, sterline fuori corso, a loro fornite dai ''geni'' del SIM (servizio informazioni militari) e ingabbiato subito.
Invece il De la Penne venne individuato all'emersione ed indicò ai comandanti inglesi la necessità di far allontanare in fretta gli equipaggi delle navi minate: venne rinchiuso con il suo secondo nella stiva della nave bersaglio della sua azione, nel vano adiacente al deposito munizioni, ma sopravvisse alla deflagrazione.
Le navi subirono danni severissimi anche se affondarono in pochissimi metri d'acqua; e vennero comunque escluse dall'impiego operativo per moltissimi mesi, la Queen Elizabeth per ben 17, spedita in Virginia (Norfolk) a farsi riparare....