Azienda modello, coi lavoratori in sciopero
Il 15 maggio, a Dublino, la Ferrari riceverà il premio «Best Place to Work in Europe 2007». Un riconoscimento patrocinato dal Financial Times e scaturito da un'indagine del Great Place to Work Institute su oltre mille aziende in Europa. Sembra che l'azienda di Maranello si sia aggiudicata il primo posto. Ci sarebbe di che essere contenti, se non fosse che, nel frattempo, lavoratori e sindacati hanno dato vita a una dura protesta. Al centro delle rimostranze, "le discriminazioni salariali, la condizione di precariato e di sottoinquadramento di buona parte del personale, l’utilizzo eccessivo di ore di straordinario, talvolta strutturali al risultato produttivo, problemi di sicurezza sul lavoro e un calo nella qualità del prodotto, non più obiettivo aziendale prioritario". Sorge il dubbio: ma i curatori dell'indagine hanno fatto qualche domanda al sindacato?
di Mayda Guerzoni
“Il miglior posto per lavorare in Europa? Non so proprio con quali criteri venga attribuito questo premio, ma ho seri dubbi sul fatto che oggi la Ferrari lo meriti”. Giordano Fiorani, segretario generale Fiom di Modena, ironizza sul primato riconosciuto dal Best place to work institute all’azienda di Maranello, promossa prima nella classifica dei cento migliori luoghi di lavoro europei. Ma lo fa controvoglia. Proprio in questi giorni il clima in fabbrica si è ulteriormente inasprito, dopo la rottura delle relazioni sindacali nel febbraio scorso e tre mesi altalenanti, tra incontri infruttuosi e iniziative di lotta. “È vero che in questi anni, in particolare con l’accordo aziendale del ’95, si era instaurata in azienda – aggiunge Fiorani – una pratica partecipativa e contrattuale avanzata, attraverso un sistema di commissioni bilaterali sui nodi centrali del lavoro e della produzione, come la qualità, le condizioni e l’organizzazione del lavoro. Ma nell’ultima fase i rapporti si sono deteriorati e si è aperto uno scontro difficile”.
Sindacati e Rsu puntano il dito contro “il nuovo corso determinato dalla presenza sempre più invadente della Fiat”, che ha fatto piazza pulita della vecchia direzione, imponendo una stretta alle relazioni sindacali. Quello che Fiorani chiama “un passaggio dal coinvolgimento dei lavoratori al comando”. Tanto che a febbraio, nel nuovo confronto sull’organizzazione del lavoro finalizzato a realizzare i volumi produttivi 2007 e a discutere di salario, la direzione ha di fatto preteso sette sabati lavorativi, prendere o lasciare, di fronte alla necessità di straordinario legata al particolare momento di successo sui mercati internazionali.
Quanto al salario, niente saldo del premio di risultato 2006, nonostante il superamento dei volumi previsti, mentre agli oltre 400 addetti della gestione sportiva sono state elargite, fuori da qualunque contrattazione, consistenti quote salariali (dagli 800 euro in su). Una discriminazione che i sindacati hanno chiesto di sanare, estendendo il riconoscimento alle altre aree. Per tutta risposta, la controparte ha accampato seccamente il diritto a decidere in proprio la politica retributiva aziendale.
Non c’era margine per il confronto. Di qui la proclamazione dello stato d’agitazione, con il blocco degli straordinari e un primo sciopero il 27 aprile per tutto il giorno, poi una nuova astensione dal lavoro sabato 5 maggio, con presidio davanti alla fabbrica. Secondo Fiorani, “le azioni di lotta stanno andando bene, un dato molto importante se si considera che non è facile qui far sciopero. In produzione sulle macchine gran turismo lavorano mille dipendenti (su 2.700 in totale), più della metà fermi al terzo livello, che vuol dire poco più di mille euro al mese. In gran parte sono del Sud, giovani dai 25 ai 30 anni che arrivano col mito Ferrari in testa e una grande disponibilità alle richieste dell’azienda. Ma fanno i conti in fretta con una realtà diversa, più dura in fabbrica e anche fuori. A partire dal costo della casa”.
Discriminazioni salariali e sottoinquadramento, uso eccessivo dello straordinario, troppo lavoro precario tra gli impiegati, relazioni sindacali inaccettabili, pressioni sui lavoratori perchè non aderiscano alle proteste, sono i punti di denuncia dei sindacati, che chiedono la ripresa delle trattative sui punti già al centro della discussione e paventano un attacco alla contrattazione di secondo livello, proprio in casa del superpresidente Montezemolo. In mancanza di aperture da parte dell’azienda, si annunciano iniziative eclatanti di protesta per fine giugno, in coincidenza con i festeggiamenti per i 60 anni della Ferrari.
(www.rassegna.it, Rassegna sindacale, maggio 2007)
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