da TANAO 73 » 01/06/2015, 14:20
"Una Formula 3 in grandissima salute violata da piloti inadeguati.
Trentasette macchine in pista testimoniano il grande lavoro svolto tra il 2012 e 2014 da Gerhard Berger quando è stato alla guida della commissione “single-seater” della FIA. Tecnicamente la Formula 3 era e resta la regina delle formula propedeutiche, ma le note dolenti arrivano dal fronte piloti. Essere nella lista degli iscritti, pagare un budget, indossare casco e tuta e scendere in pista non vuol dire necessariamente essere un pilota in grado di disputare una stagione di Formula 3. La prova è arrivata dagli eventi visti a Monza nei tre giorni di attività: incidenti che hanno sfiorato la tragedia, mancanza di rispetto in pista ed anche fuori, piloti assolutamente inadeguati ad essere al volante di questo tipo di vetture ed alcuni genitori altrettanto fuori luogo nel paddock. Ho apprezzato molto la decisione del direttore di gara di sospendere gara-3 dopo l'ennesimo demolition-derby: ci sarebbe stato da mandare a casa metà dei piloti al via, ma non potendo farlo li ha mandati a casa tutti. Se non altro è un segnale che fa capire che qualcosa non ha funzionato, e che c'è un concreto allarme sicurezza da non sottovalutare. Sono stati decine gli episodi che nella tre-giorni di Monza avrebbero meritato una sanzione: ruotate, tamponate, tagli di chicane nonché sbeffeggiamento della linea bianca continua (i commissari posti all'esterno della Parabolica ne hanno segnalati più di 100 in una sola gara!).
Son tutti padri del nuovo Verstappen.
Alla base del festival degli orrori visti a Monza ci sono fondamentalmente due componenti: piloti impreparati e padri (o pseudo-manager) che non conoscono le basi del Motorsport. Nel primo caso intendo una lunga serie di piloti che non possiedono UN CURRICULUMadeguato alla Formula 3. Alcuni non hanno ottenuto alcun risultato nelle formule minori, altri le hanno addirittura saltate di netto, sulla scia del percorso di Max Verstappen, diventato il riferimento assoluto per decine di giovani che sognano di arrivare in Formula 1 da...minorenni. Peccato che di storie (e di talento) come quella del pilota olandese ce ne siano una ogni 15 anni. La precedente era di Kimi Raikkonen datata 2000 ma il pilota finlandese almeno aveva 21 anni e una maturità ben diversa rispetto ad alcuni “bimbetti” capricciosi visti a Monza. L'altro problema riguarda anche la linea educativa che seguono alcuni piloti. In pista sbagliano e quando tornano ai box non è mai colpa loro. Spalleggiati da genitori che credo non abbiano ancora colto cosa vuol dire fare Motorsport (ma diciamo anche sport in generale) offrono su un piatto d'argento un alibi ai propri pupilli, ai quali non sembra vero di avere sempre un paracadute. Morale: non si cresce, perché non si apprende mai nulla dai propri errori. E' un peccato anche che non si facciano guidare dai team, nei quali spesso ci sono persone con esperienze pluridecennali nel Motorsport. Anzi, spesso un consiglio è visto come un'offesa."
(Roberto Chinchero,Autosprint)
"Se mi fanno paura i più di 1000 cavalli della mia auto? Per me non c'è abbastanza potenza fino a che le ruote non slittano a fine rettilineo."
(Mark Donohue)