Il termine Superfast arriva da lontano: più di 60 anni da quando Maranello lo usò per la prima volta. Era il 1956 e Pinin Farina espose al sallne di Parigi una 410 Superamerica modificata. Vettura molro "americana" con tanto di pinne posteriori che la caratterizzavano.
L'anno dopo fu la volta della 4.9 Litre Superfast che rispetto a quella precedente aveva, per fortuna, perso le code.
Tra il 1960 e il 62 vengono presentate la Superfast II, III e IV che altro non sono che rivisitazioni della 400 Superamerica in produzione.
Infine dal 1964 al 66 ecco comparire la prima ed ultima Superfast prodotta in piccola serie e non pezzo unico come le precedenti. Si tratta della 500 Superfast che ha molte caratteristiche curiose. In primis un motore 5 litri che ha la struttura dei "Colombo", ma l'interasse dei "Lampredi". Fu utilizzato unicamente su questo modello che venne prodotto in soli 36 esemploari.
Della 500 Superfast non vennero approntati depliant illustrativi, sembrava quasi un passaparola tra sovrani, divi dello spettacolo e magnati di ogni genere. Era un coupè 2 posti costruito su un telaio sovrabbondante, quello della 330 GT 2+2, dove il lusso era ai massimi livelli. Si dice costasse come due Rolls Royce.
Comunque tutte questi sei modelli di Superfast non hanno alcuna caratteristica sportiveggiante e non si vede quindi il motivo di ripescare questo nome per l'ultima arrivata di Maranello.
Stendiamo poi un velo sul 812 dove l'800 fa pensare sia ispirato alla potenza. Ma tant'è: il nome resta il brutto della nuova nata, tutto il resto sembra ok.
Strano comunque l'upgrade della cubatura di un 250 cc circa, strano perchè, anche per ragioni d'opportunità, porterà ad un cambio di propulsore anche sulla neonata GTC4Lusso.
La linea certamente affascina, sperando che le tante "scolpiture" siano realmente necessarie all'aerodinamica e non fini a sè stesse.
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Un ultimo punto: anche questa nuova Ferrari ha una bocca anteriore di notevoli dimensioni come tutte le altre uscite dal centro stile interno. In questo caso però si può notare come sia una scelta voluta: il muso è su due piani e su quello interno è stata piazzata la griglia presa d'aria radiatore che ingloba ai lati due entrate d'aria probabilmente per il raffreddamento dei freni. Si fosse dipinto nel colore della carrozzeria la parte di griglia che contorna il passaggio per il radiatore, l'apertura sarebbe apparsa molto più piccola e contenuta in linea con la tradizione. Magari con una bella griglia a profili cromati e non a nido d'ape, stile 599 GTO, come è stato scelto di fare.