Niki, il tuo è certamente un discorso interessante e, almeno per me, anche intrigante.
Tu parli di Ferrari made in Maranello e non in Torino, ma a quando vogliamo far risalire il punto d'inversione?
Preso il 1969 come anno d'ingresso della Fiat si potrebbero dire made in Maranello le vetture uscite fino a 3 anni dopo, il 1972. Che poi le Ferrari siano state Ferrari fino all'anno in cui Monza è stata Monza è una pura coincidenza del tutto casuale
Ma cribbio, come direbbe qualcuno che abita vicino all'autodromo, stiamo parlando di 44 anni fa. E già, ma qualcuno è ancora più severo, fissa la "morte" delle Ferrari da strada al 1966, anno in cui Forghieri smette d'occuparsi della produzione di serie dopo aver messo in strada la 275 GTB4. Oh, ancora 'sto Forghieri dirà qualcuno. No, non è per la sua persona, è che in quell'anno nasce quella che oggi si chiama Ges: un reparto corse diviso materialmente da quello produzione. Fino allora erano le stesse persone che si occupavano delle due cose. I risultati sono sotto gli occhi: la Daytona (nome di fantasia mai riconosciuto ufficialmente) era certamente meno sportiva della 275 GTB4.
A proposito di 275 GTB4: è la prima volta che compare il numero 4 in una sigla. In questo caso sta ad indicare il numero di assi a camme. Non è cosa da poco. Fino allora le gloriose GT del Cavallino montavano motori monoalbero, una vergogna tecnica, quando Maserati e Alfa erano da sempre bialbero. Ferrari giocava un po' sull'equivoco perchè sulle schede, alla voce distribuzione, veniva riportata la frase "2 assi a camme in testa" sorvolando che essendo il motore a V questi fossero solo uno per bancata
Comunque fissare il 1966 come spartiacque mi pare eccessivo, torniamo al 1972. L'ultimo modello, uscito proprio quell'anno, è la 365 GT4 2+2 Vabbè, come sigla ci siamo, come linea stendiamo un pietoso velo: per una volta anche Pininfarina stecca. Stecca ma non si pentono nè a Torino, nè a Maranello: passando a 400 e 412 quella orrenda linea durerà la bellezza di 13 anni.
Ma torniamo ai primissimi anni '70. Nel 1971 ecco la prima Ferrari di serie a motore posteriore: la 365 GT4 BB La sigla è ancora made in Maranello (anche nell'errore della seconda B mutuato dalla F1) ed anche la "cattiveria" del motore. Un po' meno la distribuzione dei pesi, ma di questo si è già parlato. Nella sua evoluzione in 512 ecco i primi segni dell'influenza di Mamma-Fiat: la componentistica, per sinergia di gruppo, non è più quella esclusiva (e costosa) scelta da Maranello, ma quella dei fornitori Fiat. Finchè si parla di devioluci pazienza, ma se invece di tratta di cuscinetti a sfere il problema affiora e non si riesce più a concludere una 24 ore
A proposito. con la 512 BB ecco sparire l'indicazione della cilindrata unitaria, ma credo sia il problema minore. Siamo nel 1976 e in quegli anni c'è un po' di confusione. Mamma-Fiat ha preteso che anche le 8 cilindri venissero prodotte col marchio Ferrari, perfino la 308 gt4 nata Dino diverrà Ferrari in fine produzione, e il concetto di cilindrata unitaria perde significato non essendo più scontata la presenza di 12 cilindri sotto il cofano.
A proposito di nomi e sigle. E' il 1984 a segnare il ritorno al passato con due invasioni di campo pesanti: GTO e Testarossa, due icone che meritavano maggior rispetto
Occorre attendere gli anni '90 e l'arrivo di Luca Luca per tornare a una denominazione "normale": 456 GT, ma è un fuoco di paglia perchè la seconda 12 cilindri dell'epoca del Ciuffo non viene battezzata 456 GTB, ma 550 Maranello.
Come si vede i problemi sulle denominazioni hanno radici profonde di decenni e non nascono certo oggi.
Comunque non starei tanto a sottilizzare sui nomi, anche se il discorso di
330tr è più che valido, l'importante è che il contenuto tecnico delle auto del Cavallino è certamente oggi a livello d'eccellenza e speriamo lì rimanga nonostante il golfino di Marchionne.
Parlare d'inutilità di cambi velocissimi o differenziali intelligenti davanti a limiti di velocità sempre più stretti è tanto evidente da divenire uno sparare sulla Croce Rossa: tutte le supercar, Ferrari in testa, sono esercizi di tecnica talmente inutili che per giustificare la loro esistenza occorre considerarle giocattoli e non mezzi di trasporto.
Il contestare di rifarsi sempre a tecniche sperimentate e messe a punto in F1 mi ricorda la risporsta del castracani a cui s'imputava il fatto di esporre orologi nella vetrina del suo negozio: " Perchè, lei cos'altro ci metterebbe?"