Mille Miglia - il mito delle corse su strada

GP2 Series, Rally, Nascar, Cart, IRL, Superbike, MotoGP etc etc

da Prinz4L » 18/05/2009, 23:52

Prossimo intervento più "mirato", per ora beccatevi questo:

[quote="Niki"]
Dici che c'è figa, eh? :asd:
Generalmente le due cose si attirano a vicenza :asd:
...
[/quote]

Mille Miglia e Vicenza, anzi A Vicenza.
Qualche (sigh!) anno fa. Prima tappa Brescia-Vicenza con "sosta notturna" nella mia città.
Avevo la morosa a Verona, la lascio verso mezzanotte e torno lungo la SS11 con una vecchia 128, primo brivido: davanti, dietro e attorno a me le "regine" delle corse di ogni tempo. Che emozione!  :D

Arrivo all'ingresso di Vicenza, l'accordo con i compagni di merende era preciso: mollate a nanna le rispettive femmine appuntamento in Piazza dei Signori; però lungo la strada c'è qualcosa di diverso, niente soliti spartitraffico semafori e deviazioni, incredibilmente "via dritti" per il centro città.  Ai primi due posti di controllo (vigili urbani) nessuno mi ferma, mi dico: io ci provo!  :P

E incredibilmente funziona, nell'euforia generale mi fanno passare e assieme a ben più blasonate Automobili imbrocco Corso Palladio a velocità di sfilata, braccio fuori e mi godo le ovazioni del pubblico. :thumbup:

Alla fine del corso (abitualmente pedonale) alle prime transenne ci sono gli amici: lo sguardo sgomento e divertito nel vedermi arrivare da lì è una delle cose che mi porterò appresso negli anni, che goduria!  :scared:

Rientro a casa alle tre, ma alle cinque e mezza eravamo già in Parco Querini per la partenza della tappa, primo "top driver" che incrociamo è Renato Pozzetto, più in coma di noi e a malapena riesce a individuare fronte e retro della sua macchina. :asd:
Verso le otto ci avviamo seguendo alcune auto, c'è sempre gente lungo le strade, poi "destra due" verso Padova in direzione università.
Beh, non ci siamo arrivati! Presi dall'entusiasmo siamo poi ritornati lungo il percorso a vedere gli altri "passaggi"; concludiamo con una focaccia e ottimo prosecco offerto da uno che era lì vicino a noi, mai più rivisto.
L'automobilismo è anche questo.

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da Pedro59 » 19/05/2009, 6:10

[quote="Prinz4L"]
(...) concludiamo con una focaccia e ottimo prosecco offerto da uno che era lì vicino a noi, mai più rivisto.
L'automobilismo è anche questo.
(...)
[/quote]

Direi che è soprattutto questo...
Grazie Prinz per questo ricordo che mi ringiovanisce di trent'anni !!!!
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da Pisy » 20/05/2009, 17:30

Si il vero sport motoristico è soprattutto questo; quello che avete descritto con passione e nostalgia. Quando da piccolino andavo a Imola per le prove ufficiali con mio padre e gli amici...entrata alla portoghese grazie ad un amico commissario e tanta di quella roba da mangiare e da bere che sfamavamo un'intera tribuna (un panino e un bicchierino lo offrimmo anche a Oscar Orefici e a Schittone...)
Ci sono anch'io per ritornare alle gare tipo Mille Miglia, Targa Florio...
Vogliamo tornare a chiamare i piloti "i nostri eroi", mentre adesso sono solamente dei conduttori.
Sognamo un po' poi vedremo cosa succederà.
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da Niki » 20/05/2009, 17:59

[quote="Prinz4L"]...primo "top driver" che incrociamo è Renato Pozzetto...[/quote]

La cartina tornasole di quello che è diventata la 1000 Miglia  :thumbdown:
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da Prinz4L » 20/05/2009, 22:17

[quote="Niki"]
[quote="Prinz4L"]...primo "top driver" che incrociamo è Renato Pozzetto...[/quote]

La cartina tornasole di quello che è diventata la 1000 Miglia  :thumbdown:
[/quote]

Messo apposta fra virgolette, non è certo questa la MM che stiamo sottoscrivendo nella petizione (?) e tragicamente hai ragione.  :'(
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da Pedro59 » 22/05/2009, 11:31

Beh, torniamo all'argomento.
La Mille Miglia viene da lontano.
In quegli anni c'è necessità di lanciare l'Italia al tavolo dei grandi, le corse automobilistiche sono ancora elitarie, anche come partecipazione di pubblico.
Si pensa a qualcosa che dia una svolta, una scossa, ad un movimento che non sembra decollare.
E l'idea arriva...


Una corsa che passa da casa /1

Per rendere popolare qualcosa è necessario farla conoscere.
Nei primi anni venti le auto sono misteriose per la quasi totalità del popolo italiano.
Nell'intero Mugello, per fare un esempio, un territorio comprendente diversi comuni e relativamente prossimo sia a Firenze che a Bologna, le auto si contano sulle dita di una mano.
Una è di proprietà di un certo Martini, possidente terriero che quando passa è solito gettare spiccioli ai ragazzi che gli fanno ala sulle strade polverose e che quando vedono la nuvola che ne annuncia il passaggio accorrono a frotte.
Nel resto d'Italia, paese ancora prevalentemente agricolo, eccezion fatta per le principali città la situazione è analoga.
Il regime spinge per la modernizzazione, le auto da corsa sono considerate un ottimo veicolo propagandistico, ma sono confinate su circuiti brevi, o nel caso della Targa Florio, periferici rispetto a Roma che Mussolini vuole centrale in ogni attività.
Logico quindi pensare ad un corsa che "passi dalle case degli italiani" e i primi a farlo seriamente, con i mezzi per realizzare le loro idee e gli appoggi giusti, sono quattro ragazzi di Brescia: Aymo Maggi, Franco Mazzotti, Carlo Castagneto e Luigi Canestrini.
La prima idea è una Brescia-Roma, che poi diventa Brescia-Roma-Brescia che salva capra e cavoli. (continua)
Il nome glielo danno per caso perchè coincide, miglio più miglio meno, con la lunghezza del percorso che attraversa davvero l'Italia centro-nordorientale.
Il regime sposa con "entusiasmo fascista" la proposta che dà dell'Italia un'immagine moderna ed efficiente non foss'altro a livello di rete viaria, capace di sopportare i bolidi da corsa.
(continua)
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da Pedro59 » 22/05/2009, 11:35

Una corsa che passa da casa /2
La prima edizione, grazie alle molte porte che si spalancano grazie all'appoggio del Segretario del Fascio bresciano, S.E. Turati autentico appassionato delle corse, si svolge pochi mesi dopo.
Vincono Giuseppe Morandi e Fernando Minoja con una O.M. 665, una marca che diventerà famosa per i veicoli industriali, ma che all'epoca lo è soprattutto per le auto da corsa. La 665 si comporta bene anche a Le Mans e ha vinto diverse altre gare importanti, come il Circuito del Mugello.
Il modello stradale è stato ribattezzato "Superba" e con questo nome entra nella storia.
Non è tempo di comunicazione di massa, ma la notizia della "grande corsa" arriva ovunque e sulle strade la gente aspetta per ore il passaggio dei concorrenti.
Lo sforzo organizzativo è eccezionale: si parla di oltre 25.000 militi mobilitati per garantire la sicurezza (!?) di piloti e spettatori e, cosa che fa indubbiamente piacere al regime le marche concorrenti, con la sola eccezione di tre piccole cilindrate francesi, sono tutte italiane: Alfa Romeo, O.M., Lancia, Isotta Fraschini, Itala, Ceirano, Diatto, Ansaldo, Bianchi, Fiat.
Ancora più soddisfacente è il risultato: la media oraria del vincitore, rispettabili 77Km/h, e superiore a quella  "di un treno direttissimo"- scrive la stampa.
Il primo classificato torna a Brescia dopo oltre 21 ore di gara, Giuseppe *****ulani, vincitore della classe H con una Peugeot 5HP, arriva oltre dodici ore dopo.
Quando, dopo 33 ore dal via, taglia il traguardo se ne sono andati via tutti ed i giudici vengono richiamati da casa per ufficializzare l'ordine d'arrivo.
Il successo è comunque enorme, tanto da convincere gli organizzatori che in un primo tempo l'avevano pensata come un evento unico a ripeterla a cadenza annuale.
Non saprei dire in quanti realmente quell'anno  "abbiano visto" la Mille Miglia, di sicuro sono stati molti di più quelli che l'hanno aspettata per ore e ore sul bordo della strada.
E da allora ogni anno saranno di più.   
Ultima modifica di Pedro59 il 22/05/2009, 14:57, modificato 1 volta in totale.
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da Pedro59 » 22/05/2009, 11:41

[quote="Pedro59"]

(...)  Giuseppe *****ulani, vincitore della classe H con una Peugeot 5HP, arriva oltre dodici ore dopo.
(...) [/quote]

Ehi boss, dura la vita eh ?
Se hai dovuto mettere in automatico la censura su *****...  :o :o :o :o
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da Uitko » 22/05/2009, 15:18

[quote="Pedro59"]
[quote="Pedro59"]

(...)  Giuseppe *****ulani, vincitore della classe H con una Peugeot 5HP, arriva oltre dodici ore dopo.
(...) [/quote]

Ehi boss, dura la vita eh ?
Se hai dovuto mettere in automatico la censura su *****ulani...  :o :o :o :o
[/quote]
Già e ne ho levate parecchie di censure...
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da Niki » 22/05/2009, 19:19

[quote="Pedro59"]
[quote="Pedro59"]

(...)  Giuseppe *****ulani, vincitore della classe H con una Peugeot 5HP, arriva oltre dodici ore dopo.
(...) [/quote]

Ehi boss, dura la vita eh ?
Se hai dovuto mettere in automatico la censura su *****ulani...  :o :o :o :o



[/quote]

:lol: :lol: :lol: :lol:
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da Pedro59 » 23/05/2009, 8:05

Il giorno dei giorni /1
Nella storia della Mille Miglia è ovvio che, accanto alle note di costume, sia sempre protagonista la velocità.
Dai 77,238 Km/h della prima edizione, già nel 1930 viene superata la "soglia psicologica" dei 100 Km/h.
Ci riesce Tazio Nuvolari in coppia con Giovan Battista Guidotti.
Tazio, che sta diventando un mito anche sulle quattro ruote, dispone di una macchina eccezionale , perfetta per quel tipo di gara: l'Alfa 6C 1750 compressore, l'ultima evoluzione dell'auto già vittoriosa nelle due precedenti edizioni con Campari.
Di un'auto identica dispone anche Achille Varzi, campione di stile, forse uno dei più completi e raffinati piloti di ogni epoca, e già fra il mantovano volante e l'asso di Galliate si annuncia una rivalità avvincente.
I due, infatti, nonostante pilotino entrambi l'ultimo modello dell'Alfa Romeo e siano compagni di squadra nell'Alfa Corse corrono entrambi per vincere, in questo assecondati anche dalla superiorità del loro mezzo.
Per la prima volta si presenta al via anche la "Scuderia Ferrari" fondata a Modena da Enzo Ferrari, ex pilota dal carattere impossibile e dalle idee immense.
Dispone di auto identiche (almeno sulla carta) a quelle di Varzi e Nuvolari, affidate a Scarfiotti, Caniato  e Tadini, che ancora non espongono sul cofano il simbolo destinato al mito: un cavallino rampante nero su fondo giallo.
(continua)
 

 
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da Pedro59 » 23/05/2009, 8:09

Il giorno dei giorni /2
(segue)
La gara è subito avvincente.
Varzi parte dieci minuti prima di Nuvolari, ma la prima parte della corsa, fino a dopo il primo passaggio per Bologna, è dominata da un altro futuro asso dell'Alfa Corse, il romagnolo Luigi Arcangeli che corre per la Maserati.
Arcangeli, come Nuvolari e Varzi, è stato un asso delle due ruote, se possibile ancora più ardimentoso e focoso del mantovano volante del quale forse non possiede la lucidità agonistica.
Lo hanno soprannominato Gigione, per la sua corporatura che, accanto a quella di Nivola sembra imponente.
Proprio per la sua generosità chiede troppo ai freni della sua "Tipo 26" che lo tradiscono sull'Appennino toscoemiliano, esce di strada e la sua Mille Miglia finisce.
Restano al comando Nuvolari, in vantaggio, e Varzi che però precede ancora il mantovano lungo il percorso essendo partito prima.
Varzi è impeccabile, ma Nuvolari continua a guadagnare e come d'incanto ecco l'episodio più leggendario della storia dell'automobilismo eroico.
Poco dopo Padova e prima del bivio per Venezia(*), che quell'anno veniva sfiorata dalla corsa,  Nuvolari e Guidotti scorgono davanti a loro la sagoma dell'Alfa di Varzi.
Le due Alfa Romeo procedono per un po' l'una in vista dell'altra, Canavesi, il meccanico di Varzi si volta, la distanza è ancora cospicua. Forse Varzi accelera l'andatura.
Giovan Battista Guidotti racconta allora che Nuvolari aveva spento i fari per far credere a Varzi che si era fermato e indurlo a rallentare ormai certo della vittoria.
Correndo a fari spenti Nuvolari si era avvicinato al rivale  e poi aveva addirittura sorpassato Varzi, sorpreso, che cavallerescamente aveva a quel punto ceduto la strada con un saluto.
Su questo episodio si è scritto molto, anche una parte della leggenda di Tazio Nuvolari.
Molti hanno confutato le parole di Guidotti osservando che a quell'ora i fari erano inutili perchè già era sorto il sole.
Probabilmente hanno ragione questi revisionisti, ma perchè toglierci il gusto del mito ?

__________________
(*) anche il luogo del leggendario fatto non è univocamente riconosciuto: questa è una delle ipotesi, forse neppure la più accreditata.   
Ultima modifica di Pedro59 il 24/05/2009, 16:33, modificato 1 volta in totale.
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da Slider » 23/05/2009, 8:23

Piccolo OT su Guidotti e sull'episodio dei fari spenti:
nell'ambiente Alfa Guidotti ha sempre avuto fama di "romanzare" un po' i fatti e di essere non proprio attendibile.
Me lo ha confermato anche Luigi Chinetti in persona che ho avuto la fortuna e l'onore di conoscere qualche anno prima della scomparsa e di accompagnare a una riunione RIAR dove era presente anche Guidotti.
I due non si vedevano da 50 anni!
Concordo in ogni caso con Pedro59 sul gusto del mito.
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da Pedro59 » 24/05/2009, 16:27

ERRATA CORRIGE
Mi sono fidato della memoria e ho preso una topica !
Nel 1930 Luigi Arcangeli correva con una Maserati Tipo 26, tutto il resto andò come ho scritto, ma la sua auto non era un'Alfa Romeo.
Non ancora.
Provvedo a correggere...
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da Pedro59 » 25/05/2009, 22:49

Il giorno dei giorni /3
(continua)
Quella Mille Miglia del 1930, si è detto, fu anche al corsa di Gigione Arcangeli.
Gigione è un romagnolo sanguigno, coraggioso sulle due ruote,  che è stato portato a correre in auto da un altro grande del tempo, il mio quasi compaesano Emilio Materassi.
Materassi l'aveva chiamato, un paio d'anni prima, a far parte della "Scuderia" che aveva fondato  rilevando la squadra corse della "Darracq-Talbot". Purtroppo Emilio era morto quello stesso anno, il 9 settembre del 1928, nel tragico incidente nel Gran Premio a Monza, che costò la vita anche a numerosi spettatori.
La "Scuderia Materassi" aveva vissuto momenti difficili, anche poco documentati, Brilli-Peri aveva continuato il lavoro iniziato da Emilio di cui era fraterno amico, ma poi Arcangeli era passato alla Maserati.
Un bel tipo, Gigione.
Correva spesso con un cappello di paglia, di quelli dei contadini delle sue parti sulla cui fascia c'era scritto "Io, Forlì e il Mondo", era infatti innamorato della sua città.
In quella Mille Miglia, a Bologna era in testa, sulla Raticosa mantenne il vantaggio, nonostante a inseguirlo fossero campioni del valore di Varzi, Nuvolari e Campari, gente difficile da trattare ed oltretutto dotati di auto forse superiori.
Uscì di strada in qualche punto fra la Raticosa e la pianura del basso Mugello.
Non sono riuscito a determinare il luogo esatto in cui Gigione terminò la sua corsa.
Probabilmente fu nel tratto fra il Passo della Futa e la località chiamata Monte di Fo, poco prima dell'abitato di Santa Lucia, in quel tratto di strada, percorso in discesa in quella edizione, che dalla mie parti viene chiamato "Le scalette", un tratto ripido con una serie di curve strette, alternate a qualche tornante.
In una di quelle Arcangeli rimase senza freni e volò fuori strada, cavandosela con un bello spavento.
La sua grande corsa non passò inosservata, l'Alfa Corse lo chiamò subito.
A Monza, nelle prove del Gran Premio dell'anno successivo, Gigione dispone dell'Alfa Tipo A, V12 ottenuto accoppiando due motori V6 da 1750 cc, macchina non facile, ma dalla quale si aspettano tutti molto.
Arcangeli cercò di cogliere l'occasione della vita, ma il destino dispose diversamente, la sua Alfa uscì a Lesmo (mi pare) e per Gigione non ci fu scampo.
Il suo funerale fu un avvenimento epocale.
Quand'ero un ragazzo, qualche vecchio romagnolo malato di "mutor" che incontravi magari al mercato, lo ricordava ancora.
Me ne ricordo uno. Avrà avuto fra settanta e ottant'anni, ma da Forlimpopoli scendeva nel Mugello ancora in moto e parlava volentieri di corse, ma soprattutto amava raccontare di aver conosciuto Arcangeli e tutte le volte finiva per raccontarne la storia.
-"Un dispiasé che a Furlé un'inera sté"- (un dolore così a Forlì non c'era mai stato), con queste parole  concludeva il racconto del funerale che ogni volta aveva più persone, più campioni, più auto, più soldati.
L'unica costante erano gli occhi lucidi che nascondeva soffiandosi il naso con "la pezzola".
Avrò sentito raccontare questa storia decine di volte, ma nessuno che mi abbia mai saputo dire dove uscì quella volta Gigione Arcangeli, dopo il Passo della Futa.
"Era veloce come il vento"- diceva qualcuno -"il leone di Romagna"

   
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