(...continua)
"Dopo la vittoria di Digione le cose cambiarono nell'ambiente dell'Alfa Romeo.
Chiti riuscì a ritornare in sella a pieno titolo e credo che la cosa non dispiacesse a Willy Khausen che automaticamente si ritenne sollevato dal ruolo di sovvenzionatore della campagna mondiale, oltretutto aveva trovato uno sponsor italiano: la "CAMPARI".Presto si tornò agli usati costumi della gestione Chiti, passando le nottate a cambiare i motori...A Monza ce la vedemmo brutta per colpa delle gomme che durante le prove "dechappavano".
Risolvemmo con il solito colpo di genio italico utilizzando delle gomme ...stagionate, meno prestazionali, ma che resistevano meglio. Non mancarono comunque i problemi con un incidente, fortunatamente senza conseguenze, a Merzario cui si tranciò il mozzo della ruota posteriore destra nel rettilineo che porta alla "Parabolica". In griglia Laffite ci portò comunque in prima fila, dietro alla sorprendente Mirage di Mass e Schencken e davanti all'altra Alfa di Pescarolo-Bell e alla Renault turbo di Larrousse e Jabouille.
L'avvio della gara fu favorevole ai nostri avversari, presto la Mirage e la Renault presero un vantaggio consistente anche per la tattica conservativa che avevamo impostato per ridurre il rischio pneumatici, puntando sulla carente affidabilità delle nostre concorrenti. Dopo una settantina di giri, infatti sia l'Alpine battistrada che la Mirage cominciarono ad accusare noie meccaniche e Merzario ebbe via libera, mentre anche Pescarolo e Bell furono costretti ad una lunga sosta per sostituire gli ammortizzatori che di fatto li mise fuori gioco.Sfruttando le debolezze altrui riuscimmo a vincere una corsa sofferta molto più di quanto reciti la classifica che vide vittoriosal'Alfa di Merzario-Laffite, davanti alla Porsche di Joest-Casoni e alla Renault che aveva progressivamente perso potenza al turbocompressore, mentre la Mirage si era fermata per il cedimento della trasmissione.Per chi, come me, vedeva le cose dall'interno e con la chiarezza necessaria, ancora c'era poco da festeggiare: le nostre avversarie si erano dimostrate più veloci e una delle nostre macchine aveva ceduto finendo nelle ultime posizioni mettendo in dubbio le nostre certezze sulla superiore affidabilità.Le prossime gare, Spa e Pergusa avrebbero risposto all'interrogativo che da un po' mi ponevo: "Le nostre macchine erano davvero nel complesso prestazioni/robustezza superiori alla concorrenza oppure, come cominciavo a temere, le avevamo sopravvalutate ?"A Spa la Renault e la Mirage non si presentarono e furono due forfait pesanti.
Per quanto riguarda il team francese questo mi confermò quello che avevo pensato dopo il Mugello, ovvero che quella vittoria schiacciante aveva fatto più male a loro che a noi spingendoli a sviluppare il motore per la F.1. aumentando la potenza specifica anziché la rosbustezza. La casa inglese si giustificò con il fatto che la Cosworth impegnata nella più remunerativa F.1 non era riuscita a revisionare i motori del team, in realtà c'era stata anche la grana di Mass che non voleva correre a Spa, tracciato messo al bando dalla GPDA di cui faceva parte. Anche da noi non mancarono i problemi, ma a parte quello solito delle gomme, il peggiore non riguardò le macchine, bensì i piloti."
(continua...)