Arnaldo Cavallaari è morto ieri
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Addio al favoloso pilota di Adria
Scomparso il grande Arnaldo Cavallari
Il padre dei rally di casa nostra, il pilota che ha vinto tanto e che tanto ha fatto perché altri piloti diventasse campioni affermati, è morto la sera del 2 aprile, tristemente solo. Arnaldo Cavallari oltre a essere stato un asso del volante è stato il simbolo di una disciplina che prima di lui era patrimonio degli assi scandinavi e dopo è diventata grande con le auto e i piloti italiani.
Era velocissimo sia sull’asfalto che sulla terra, capace di vincere in pista e in salita poi si era tuffato con il massimo impegno nei rally dove ha collezionato quattro titoli tricolori, una Mitropa Cup e un titolo del Granturismo di serie. Un palmares strepitoso perché messo assieme quando le gare erano durissime e le vetture erano fragili.
Famoso anche per aver scoperto il talento di Sandro Munari, il Vecio (come lo chiamavano tutti nel giro) sapeva combinare al meglio l’irruenza della guida con l’intelligenza, qualità indispensabile al suo tempo per riuscire a portare in fondo alle gare la vettura.
Nato il 12 luglio 1932, aveva chiuso la carriera verso la metà degli anni ’70 con varie partecipazioni alle corse africane. Ha corso e vinto con le Alfa Romeo Giulietta, Giulia Quadrifoglio e Gta, poi con le Lancia Fulvia HF e pure con la Porsche. Dopo si era tuffato nel mondo del pane (sua l’ideazione della famosissima ciabatta polesana) perché la famiglia da sempre aveva un’attività legata ai mulini ed alla farina.
Generoso oltre misura, aveva dissipato una fortuna per sostenere le attività sportive e sociali sul suo territorio, la città di Adria in particolare, ben poco ricambiato e via via abbandonato da troppi quando gli affari avevano smesso di girare; fino a chiudere in maniera tristissima la sua esistenza nell’indifferenza totale ed in grossissime difficoltà economiche. F.C.