Indycar Series 2009

GP2 Series, Rally, Nascar, Cart, IRL, Superbike, MotoGP etc etc

da DanieleSkywalker » 09/08/2009, 18:49

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da Elio11 » 13/08/2009, 8:35

Notizie vecchie antecedenti a  Mid-Ohio:

Indycar - Mario Moraes rinuncia alla gara di Mid-Ohio per problemi familiari

Mario Moraes non sarà al via della prossima gara Indycar Series a Lexington per l’appuntamento di Mid-Ohio. Il pilota del team di Jimmy Vasser e Kevin Kalkhoven è stato costretto per cause di forza maggiore a non prendere parte all’evento. Il ventenne brasiliano infatti, ha deciso di dare forfait per “problemi di natura familiare” a quanto viene attestato dal comunicato stampa ufficiale. Sembra infatti che il padre del giovane pilota sia affetto da una gravi problemi di salute. Una decisione di tatto quella del KV Racing, di permettere a Moraes di stare vicino alla famiglia. Non è stato annunciato ancora il sostituto per la gara di domenica, probabilmente verrà richiamato, a meno di colpi di scena, Paul Tracy, quest’anno per quattro gare il secondo pilota della scuderia.

Indycar - Con Robert Doornbos HVM ritorna a schierare due vetture … anche nel 2010

HVM Racing  torna a calcare il mondo delle ruote scoperte con due vetture al via.  Robert Doornbos non solo sarà il compagno di scuderia di Ernesto Viso in occasione degli ultimi appuntamenti del 2009, ma il contratto prevede anche un prolungamento per l’intera stagione 2010. L’olandese torna dunque nella scuderia che lo ha visto debuttare nel mondo delle corse d’oltreoceano, nel 2007, quando con HVM- Minardi USA conquistò il titolo di “Rookie of the year” in Champ Car World Series. Il pilota supportato da ING nelle gare corse quest’anno in Newman-Haas, sarà al volante della vettura n°33 a partire proprio dalla “Honda Indy 200″ di  Mid-Ohio, al contrario di quanto preventivato nei giorni scorsi. Lo sponsor PDVSA del team affiancherà anche il ventisettenne, per una livrea arancio-nera.

“Sono veramente contento di tornare sotto la guida di Keith Wiggis, Michael Cannon e HVM Racing” - dice il diretto interessato - ” Siamo stati un’accoppiata vincente nel 2007. Il mio obiettivo è ovviamente ripetermi e conquistare il titolo di “Rookie of the Year” qui in Indycar Series. Devo ringraziare soprattutto Keith, perchè ha riposto sempre molta fiducia in me, nonostante le prestazioni poco positive di quest’anno.

Foto vettura: http://www.eracemotorblog.it/2009/08/06 ... -2010.html

Indycar - “De Ferran Motorsports” un nuovo team per il 2010
Gil de Ferran ha annunciato ufficialmente il suo approdo nel campionato Indycar Series nelle vesti di team manager a partire dal 2010. L’ex campione Cart e IRL ha deciso di  ritirare a fine anno dalla serie ALMS la sua squadra. La scuderia Indycar Series sarà composta da due vetture. Il brasiliano, che è tornato nell’abitacolo dopo un’assenza durata quattro anni, ha rivelato i suoi piani futuri dopo la pole position fatta siglare nell’appuntamento di Mid-Ohio con la “Acura ARX-02a”. Per lungo tempo si era vociferato negli ambienti Indycar di un imminente arrivo del team guidato dal quarantunenne, ora di fatto concretizzatosi almeno sulla carta.

“Ho ufficializzato una decisione ponderata a lungo. Questa è stata la mia ultima volta nelle vesti di pilota del  “De Ferran Motorsports” qui a Mid-Ohio nel campionato American Le Mans Series. Appenderò il “casco al chiodo” e mi dedicherò unicamente al progetto Indycar Series. La mia intera carriera è stata segnata da una volontà continua di cercare nuovi stimoli, ed i nuovi orizzonti saranno rappresentati appunto da questo nuovo progetto”.

Nulla di ancora certo sul fronte sponsor e piloti. Nei mesi scorsi si è parlato insistentemente di Takuma Sato, per lui un debutto assoluto in America, e di Simon Pagenaud, ex-compagno di scuderia di Will Power nel team “Walker Racing-Team Australia” in Champ Car nel 2007, ora pilota ufficiale ALMS per Gil De Ferran. Addirittura alcune voci vorrebbero Scott Dixon in procinto di lasciare “Ganassi Racing” per approdare nel team costruito sulle ceneri del “Roth Racing”.
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da Elio11 » 13/08/2009, 8:37

Dopo Mid-Ohio

Indycar - Mid-Ohio Gara - Dixon fa venti


Vincendo domenica a Mid-Ohio, Scott Dixon ha conquistato la ventesima vittoria della sua carriera nella Indycar Series, diventando il pilota più vincente della categoria. Se si considerano tutte le varie categorie dell’automobilismo a ruote scoperte (AAA, USAC, CART, Champ Car World Series e Indy Racing League), il neozelandese è invece diciannovesimo, in una graduatoria guidata da AJ Foyt con 67 vittorie. Grazie a questa che è la sua quarta vittoria stagionale, Dixon passa in testa al campionato, 3 punti davanti a Ryan Briscoe, secondo a Mid Ohio, e 20 davanti al compagno di squadra Dario Franchitti, terzo sia in gara domenica che in classifica. “Ovviamente si tratta di un traguardo fantastico per me e per il team“, ha detto Dixon. “Senza di loro non sarebbe stato possibile. La Indycar è una grossa sfida per me e per la squadra. Io voglio correre ancora per molti anni, e sarebbe bello poter arrivare a 25, 30 o 35 vittorie. Non mi importa tanto essere il leader del campionato adesso. Voglio esserlo alla fine. Adesso l’importante è guadagnare punti sugli altri. Oggi la macchina era perfetto, ho sperato solo non uscisse una bandiera gialla nel momento sbagliato altrimenti avrebbe potuto rovinarci la strategia.” “Senza dubbio oggi era troppo forte“, ha detto Briscoe, che ha ottenuto il secondo posto per la sesta volta in questa stagione. “Ho sentito che diceva che poteva fare quello che voleva con la sua vettura. Io ho avuto uno di quei giorni l’anno scorso proprio qui a Mid-Ohio. Potevo fare qualsiasi cosa. Quando qui trovi il giusto setup per la tua macchina essa diventa molto veloce. Ma se sei anche un po’ largo, è scoraggiante. Ci sono alcune curve veloci, ci sono alcune curve lente. Se è non si è a posto, si paga per questo. E’ stato proprio uno di quei giorni per me.”

Al via Briscoe era riuscito a mantenere la leadership dopo la pole position ottenuta sabato. Ma al sesto giro Justin Wilson, partito i prima fila accanto a lui, sfruttava una indecisione del pilota australiano per passarlo alla curva dieci. Il pilota di Dale Coyne mantiene tranquillamente la leadership, anche se dopo la prima serie di pit stop Dixon comincia ad avvicinarsi. Il sorpasso arriva al giro 37, quando i due piloti si apprestano a doppiare Milka Duno, che per qualche curva rallenta Wilson favorendo il sorpasso di Dixon. Da questo momento in poi Dixon domina la gara, mantenendo gli avversari a distanza. Dietro si accende invece una accanita battaglia tra Briscoe e Franchitti, ed alla fine i due giungeranno al traguardo staccati da meno di 3 decimi. Wilson invece perde tempo a causa di un ultimo pit stop disastroso, causato prima dalla fine dalla benzina che lo costringe a tornare ai box lentamente, e poi dallo spegnimento del motore. Alla fine terminerà in tredicesima posizione.

Miglio risultato stagionale per il team di AJ Foyt, che termina quarto. “Un quarto posto per questa squadra equivale ad una vittoria“, ha detto Ryan Hunter-Reay. “E in questo momento è lo stesso per me. Siamo stati in grado contenere il divario dai leader e tenere un passo costante e vicino al loro fino alla fine. Siamo molto soddisfatti di questo.” Quinto ha terminato Hideki Mutoh, seguito dal compagno di squadra Marco Andretti. Settimo ha concluso Paul Tracy, che per questa gara ha sostituito Mario Moraes, volato in Brasile per la morte del padre. Ottavo ha terminato Graham Rahal, a lungo quarto prima di perdere diverse posizioni a cuasa di un problema ai freni che gli ha causato anche una uscita di pista. Completano la top ten Raphael Matos e Tony Kanaan, risalito in decima posizione dopo essersi ritrovato dopo poche curve in fondo al gruppo a causa anch’egli di una uscita di pista. L’altro pilota di Penske, Helio Castroneves, ha terminato soltanto dodicesimo dopo un testacoda, mentre Danica Patrick si è trovata anch’essa in difficoltà, perdendo parecchi giri a causa di un incidente con Mike Conway.

Classifica finale:

Pos  Driver            Team                      Time/Gap

1.  Scott Dixon        Ganassi              1h46m05.7985s
2.  Ryan Briscoe      Penske                +  29.7803s
3.  Dario Franchitti  Ganassi              +  30.0551s
4.  Ryan Hunter-Reay  Foyt                  +  33.7307s
5.  Hideki Mutoh      Andretti Green        +  34.1839s
6.  Marco Andretti    Andretti Green        +  46.7669s
7.  Paul Tracy        KV                    +  49.7020s
8.  Graham Rahal      Newman/Haas/Lanigan  +  50.4517s
9.  Raphael Matos      Luczo Dragon          +  51.2286s
10.  Tony Kanaan        Andretti Green        +  52.0810s
11.  Oriol Servia      Newman/Haas/Lanigan  +  52.6215s
12.  Helio Castroneves  Penske                +  53.2362s
13.  Justin Wilson      Dale Coyne            +  53.5768s
14.  Robert Doornbos    HVM                  + 1m10.0812s
15.  Ernesto Viso      HVM                  +      1 lap
16.  Dan Wheldon        Panther              +      1 lap
17.  Ed Carpenter      Vision                +      1 lap
18.  Richard Antinucci  3G                    +    2 laps
19.  Danica Patrick    Andretti Green        +    2 laps


Ritiri:


    Mike Conway        Dreyer & Reinbold    69 laps
    Milka Duno        Dreyer & Reinbold    56 laps



Indycar - Quinta vettura per l’Andretti-Green a Sonoma


Nella prossima prova della Indycar Series, in programma domenica 23 sul circuito di Sonoma, California, l’Andretti Green Racing schiererà una quinta vettura che sarà affidata al francese Frank Montagny. Il pilota francese, che aveva già corso per Andretti in American Le Mans Series nel 2008, farà così il suo debutto in Indycar. Montagny, che verrà schierato sulla quinta auto del team, finanziata dagli sponsor del team di Indy Lights AFS che corre in partnership con l’Andretti Green Racing, è fiducioso di poter essere competitivo fin dall’inizio. “L’anno scorso ho avuto la possibilità di provare una vettura Indycar e mi sono molto divertito“, ha detto Montagny. “Essere in grado di prova presso la pista questa settimana sarà molto utile per me per imparare il circuito e preparare la corsa. C’è un sacco di lavoro da fare per essere pronti, ma credo che saremo all’altezza della sfida.”
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da Elio11 » 13/08/2009, 8:41

AGR dunque con ben cinque vettura al via! Al di là delle apparenze però credo proprio che il team sia costretto a ridurre il suo parco partenti il prossimo anno.

Contando che Mutoh (e soprattutto Formula Dream) sono indirizzati altrove, che Patrick fa la spola nelle voci di mercato fra Nascar e Ganassi Indycar, potrebbero esserci tre vetture o addirittura due. Sempre che lo stesso Montagny non riesca a strappare un contratto a tempo pieno, o che altri piloti a piedi non facciano lo stesso (Bourdais, Servia, Junqueira). Non disdegnando poi le ipotesi suggestive Power e Wheldon...

Quanto a Newman-Haas per ora è una voce ma sembra che nel 2010 il pilota titolare possa essere Alex Lloyd. Bisogna vedere se sarà compagno di scuderia di Rahal (o di Bourdais) e cosa faranno questi due.
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da DanieleSkywalker » 13/08/2009, 19:07

[quote="Elio11"]
AGR dunque con ben cinque vettura al via! Al di là delle apparenze però credo proprio che il team sia costretto a ridurre il suo parco partenti il prossimo anno.

[/quote]

E forse sarà un bene, viste le prestazioni delle vetture AGR ultimamente.....
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da Elio11 » 13/08/2009, 21:23

[quote="DanieleSkywalker"]


E forse sarà un bene, viste le prestazioni delle vetture AGR ultimamente.....
[/quote]

Un bene per loro, per la categoria è purtroppo un'altra avvisaglia di recessione... negli States hanno subito maggiori contraccolpi rispetto all'Europa per la crisi. Comunque consoliamoci con le probabili new entries. Anche Newman Haas rischia di schierare una sola vettura, quest'anno ci sono  andati molto vicini.

A proposito di Lloyd dicono che forse corre due gare quest'anno con Newman Haas, al di là del discorso 2010.

Altre voci molto molto stuzzicanti:

1) Paul Tracy è stato a colloquio con Paul Savoree della AGR ed entrambe le parti hanno manifestato intenzioni positive nell'ottica di un eventuale accordo , lo sponsor ci sarebbe dunque. Resta da vedere quale sarà il rapporto fra Michael e Tracy, perchè negli anni che furono non erano certo idilliaci.

2) Eric Bachelart della Conquest sembra aver venduto l'equipaggiamento a Jim Freudenberg (il titolare della Kelley Racing di Scott Sharp) e Alex Tagliani per un nuovo team a partire dal 2010.
Ultima modifica di Elio11 il 13/08/2009, 21:28, modificato 1 volta in totale.
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da Elio11 » 13/08/2009, 21:52

Gli ultimi editoriali di Alessandro Abramo Carretti. Analizzati la gara di Sparta-Kentucky, e la preview di Mid-Ohio.


L’ANALISI - Kentucky, un capolavoro!

Sarà stata la presenza di Jackie Stewart al fianco di Roger Penske, sarà stato l’acquazzone che non ha permesso di effettuare le prove, sarà stato il PtP introdotto da questa gara, ma la gara del Kentucky Speedway 2009 è stata un Capolavoro dell’automobilismo. Quando si vedono certe gare, allora possiamo dire… Campionato Americano in USA su anelli per tutta la vita!

Era nell’aria, si respirava un’atmosfera diversa già da qualche gara. Oltre alle voci delle nuove propulsioni dal 2011 e l’arrivo di nuovi e vecchi tracciati, lo USAC/Indycar si preparava ad alcuni cambiamenti che ne avrebbero già quest’anno modificato i risultati e le prestazioni in pista. E così è stato quando dalla scorsa gara in Kentucky sull’anello di Sparta, oltre al già citato Push-to-Pass, sono arrivate le novità a livello aerodinamico e motoristico, che hanno permesso a scuderie e piloti di personalizzare maggiormente le proprie vetture. Ognuno di questi ingredienti ha favorito un netto cambiamento prestazionale, ma anche una sola bandiera gialla in pista ha fatto sì che i valori in campo non venissero troppo alterati, rendendo la gara di Sparta la migliore della stagione ed una delle migliori degli ultimi anni. Guardiamo cos’è accaduto al Campionato Americano negli ultimi 40 anni per renderci conto di ciò che è cambiato e perché.

Il fu USAC, per decenni, non è stato agli stessi livelli della F1. Da quando, agli inizi degli anni ’70, il Campionato Americano ha iniziato quel decadimento qualitativo culminato poi nel collasso del 1979 con la nascita della CART, sono passati più di 30 anni. Dal 1979 al 1984 la durata di un lustro ha lasciato al Campionato Americano la sola 500 Miglia di Indianapolis che per oltre un decennio è stata l’unica gara del calendario USAC riducendo la lotta per il titolo a quella singola prova. Solo con il 1996 è ricominciata una flebile ripresa che ha portato oggi l’ex-USAC a riprendersi le prestazioni di un tempo. I tempi sono cambiati e la crisi petrolifera del 1973 era ben altra cosa da quella che gli States stanno passando attualmente: oltretutto lo USAC/Indycar ha subito per quasi 20 anni il peso della CART, dopo di questa sono arrivate la NASCAR e la famiglia France e infine la tremenda crisi economica che ha picchiato forte sulla Formula più vecchia della storia. Essere un campionato per monoposto implica costi ben superiori a qualunque altro tipo di campionato automobilistico: scocche e motori particolari che sono unici a tutto il mondo. Nonostante Dallara e Honda siano rimaste le uniche fornitrici del Campionato Americano, quest’ultimo resta inevitabilmente il più costoso dopo la F1,quindi alla portata di pochi eletti, e l’arrivo in USAC/Indycar di molti dei team della CART non ha immediatamente dato i suoi frutti, pur portando un numero di sponsorizzazioni maggiore.

Resta il fatto che dopo il decennio con la sola 500 Miglia di Indianapolis, il Campionato ha ripreso a decollare com’era fino alla prima metà degli anni ’70 con professionalità e qualità sempre più vicini alla F1. Domenica scorsa il Campionato Americano ha reso prova al mondo di quanto sia tremendamente accattivante e prestazionale un GP su anello, all’indomani dell’ufficializzazione del nuovo calendario 2010 che vede diminuire ancor più le gare su anello in favore dei tracciati misti, all’indomani delle buie notizie sulla probabile chiusura di Milwaukee.

Domenica Ryan Briscoe ha vinto la più bella gara che il Campionato Americano abbia offerto quest’anno, forse la più bella gara di quanto abbia offerto anche la F1 in questo 2009. L’australiano ha vinto una splendida gara anche grazie alle sue meravigliose prestazioni e ad un risultato di valore della Vision, che finalmente rivede Tony George ritornare alla guida della propria scuderia. A soffirne sono state le due Ganassi di Dixon e Franchitti, giunte sul traguardo distanziate dal duo di testa.

Domenica è stato disputato il primo grande capolavoro dell’automobilismo 2009, una gara degna dei 107 anni di storia del Campionato Americano e che prospetta il ritorno di quest’ultimo agli stessi livelli della F1. L’aumento dei costruttori, l’aumento delle squadre in pista, il ritorno sempre maggiore di piloti di alto livello può far prevedere soltanto una qualità maggiore del Campionato, che si spera non debba perdere le sue principali caratteristiche di sempre: i Ring e gli Stati Uniti!

Complimenti AAA/USAC/Indycar stai tornando, complimenti a quello che hai dimostrato domenica notte, complimenti per averci nuovamente mostrato quanto di più bello può regalare una gara su anello. Questo è il Campionato Americano, esiste da più di un secolo e quello che ha mostrato domenica è solo un granello d’asfalto di quello che è stato, è e sarà. Che meraviglia!




Lexington, preview: Coda di rondine

Appena una settimana fa il Campionato Americano ha colpito e stupito il mondo delle corse con una gara da antologia, entrata subito nella storia consacrando Ryan Briscoe come uno dei migliori piloti dell’anno. Il tracciato del Kentucky spediva l’australiano in testa al campionato, chiarendo definitivamente che lui solo era l’unico Penske a poter tentare la scalata al titolo detenuto da Dixon e dalle Ganassi. Domani si correrà sul Mid-Ohio, una delle piste più amate, apprezzate e belle di tutto lo stato: la pista permanente dell’Ohio.

Nonostante siano trascorsi appena otto giorni, molte notizie e cambiamenti hanno imperversato. Come in F1, anche in Indycar sono arrivati i primi divorzi stagionali. In questo caso è stato un divorzio consenziente quello fra il Newman-Hass-Lanigan e Robert Doornbos. Una clausola del contratto prevedeva una scissione pacifica fra i due contraenti e Doornbos ha preferito salutare andandosene alla HVM ad affiancare Viso che durante la 500 Miglia aveva corso con Nelson Philippe. Ora la scuderia schiererà una seconda vettura per Doornbos fino alla fine della stagione. Subito si erano scatenate le voci che vedevano Bourdais di ritorno in NHLR ed invece Carl Haas ha fatto affidamento ad Oriol Servia, ricordandosi dell’ottimo lavoro svolto nel 2005 dal catalano, quando Bruno Junqueira dovette abbandonare dopo Monterrey.

Lo stesso giorno del cambio di casacca di Doornbos, giunge fresco fresco il comunicato in cui la Conquest annuncia che schiererà Nelson Philippe e Matsuura. Del resto con Tagliani si era concluso un rapporto non propriamente felice e il canadese se ne era andato lasciando il posto al francese Philippe. Il nipponico verrà schierato a Motegi, mentre Nelson prenderà il via a Sonora e Homestead. Anche Moraes non correrà per un grave lutto familiare e verrà sostituito da Paul Tracy per la KV. Altre due news di un certo rilievo giunte da pochi giorni scuotono in negativo ed in positivo il Campionato Americano. Da una parte la decisione della Patrick di andare a correre in NASCAR per Ganassi, sgretolando le ultime speranze di chi la voleva in F1 (ma lo stesso Peter Windsor ha ammesso che il nome della Patrick era troppo grande); dall’altra la conferma diretta che Gil De Ferran schiererà due vetture per il Campionato Americano a partire dal 2010: i piloti scelti saranno Simon Pagenaud e Takuma Sato.

Sull’onda di tali e tante novità ci dirigiamo a Mid-Ohio per raccontarne le gesta e la storia di questo Stato da cui vengono tanti, tantissimi campioni dello USAC e della CART. Erano dell’Ohio Harry Harkness, Barney Oldfield, Mauri Rose, Ted Horn, Bobby Rahal e Sam Hornish, solo per citare i nomi più celebri di campioni e campionissimi provenienti dallo stato della bandiera a Coda di Rondine.

L’Ohio è uno degli stati più importanti e abitati degli States, terra molto vicina all’automobilismo dove risiedono le industrie di pneumatici. Cleveland, che ne è il centro nevralgico, è anche la capitale della gomma su strada. Qui, per un quarto di secolo la CART, ha disputato l’annuale GP dell’Ohio sul Burke Lakefront Airport. Fin dall’inizio della storia sportiva dell’automobilismo americano, l’Ohio c’era. La storia agonistica dello Stato inizia al primo decennio del secolo, quel decennio che anche per noi di 422race.com resta per molti versi avvolto da nebbie e misteri. La maggior parte delle stagioni da corsa del primo ‘900 non hanno ancora dato alla luce documenti validi per dirci come Harkness, Strang, Tracy (Joe) o Heath hanno conquistato la loro titolazione. Abbiamo solo il 1905 vinto da Victory Hémery e Barney Oldfield, e dal 1909 in avanti. L’Ohio nella stagione del 1905 compare con l’anello di Glenville: vince Charles Burman, un pilota proveniente proprio dall’Ohio di cui si conosce solo la partecipazione a questa gara e a quella di Grosse Point, disputata appena una settimana prima. Ritroviamo l’Ohio nel 1911 nella prima gara su misto di cui si hanno notizie in questo Stato. E’ una gara doppia con due distinte competizioni diversamente titolate al suo interno: Cincinnati è la città al cui interno si disputano questi due ‘round’. La prima va ad Eddie Hearne, il campione americano che nel 1923 conquisterà il titolo, il giovane pilota è al suo primo trionfo in carriera. La seconda gara andrà al gallese John Jenkins nella sua unica vittoria in Campionato.

Nel 1912 ci si sposta a Columbus nuovamente su un ring, dove vincerà Spencer Wishart. Nel ’13, sempre a Columbus, sarà il grande Ralph Mulford a conquistare la gara dell’Ohio. Dal 1916 al 1919 un nuovo anello, ma stavolta di ritorno a Cincinnati. Dei quattro vincitori due di rilievo: lo svizzero Louis Chevrolet, poi fondatore della omonima casa automobilistica, nel 1917 e Ralph De Palma nel ’18 sulla sua fedele Packard. Un balzo di otto anni e nel 1927 si approda finalmente a Cleveland, la capitale dello pneumatico: il Randall Park Raceway il teatro della gara; il vincitore il giovane e promettente Frank Lockhart. Lockhart, anch’egli nativo dell’Ohio, diverrà uno dei campioni mancati di sempre. In tre stagioni (che in verità si ridussero a due, in quanto nel 1925, anno del debuttò, si schierò nella sola gara di Culver City non riuscendo a partire) disputò 24 gare vincendone ben 9. Lockhart perse la vita il 25 aprile del 1928 a Daytona Beach mentre cercava di superare il record di velocità sulla Stutz Black Hawk. Il Campionato Americano sarebbe iniziato il 30 maggio seguente ad Indianapolis.

Si salta una stagione e si torna in Ohio nel 1929 disputandovi ben tre gare, tutte non valide ai fini del Campionato. La prima sull’anello da un miglio di Toledo, vinta dal futuro campione Wilbur Shaw. La seconda ancora al Randall Park anch’essa, vinta da Shaw. La terza nuovamente a Toledo, andata ancora a Wilbur Shaw. Nel 1930 un altro ring, quello di Akron-Cleveland nella cittadina di Northampton Township: vittoria a Shorty Cantlon. Nel 1937, dopo anni lontano dall’Ohio, si torna al Randall Park e Rex Mays vince una delle tante gare che nel biennio 1940-1941 lo porteranno a vincere il titolo, subito prima dell’entrata in guerra degli Stati Uniti ed interrompendo per quattro anni il Campionato Americano, evento mai accaduto fino ad allora. Nel 1946 si ricomincia a correre: quella stagione verrà ricordata nella storia delle corse come la più ricca di gare che l’automobilismo ricordi, con oltre 60 corse disputate fra il 14 aprile ed il 10 di novembre di quello stesso anno! Il titolo, come i due a seguire, andrà a Red Horn. Sono gli anni delle short-race, brevi gare che andavano dai 13 ai 50 km. Solo in pochi casi ci si spingeva oltre questa lunghezza. Tutte le gare (o quasi) si disputavano su ring di un miglio o poco meno, con Grand Prix che andavano da 10-15 a 50-75 tornate, ben lontani dai 200 giri di oggi. Anche le gare sui ring di Powell e Dayton non si differenziavano da queste caratteristiche. A Dayton, città natale del compianto Frank Lockhart, si disputarono cinque manche mentre a Powell altre tre, tutte in date diverse, portando ad otto singole competizioni quelle disputate nello stato dell’Ohio. Da notare che il britannico George Robson vinse su di ognuno dei due tracciati in quella incredibile stagione. Nel 1947 si arriva a Brainbridge. Sull’ovale da un miglio si impone Ted Horn, in un periodo d’oro per il tre volte titolato, che si impone vincendo il campionato dal 1946 al 1948, tripletta mai ripetuta da nessuno nella storia dello USAC. L’Ohio tornerà nei calendari del Campionato Americano solo nel 1956, quando quest’ultimo, proprio in quella stagione, avrà mutato nome da AAA in USAC. Si torna nella Dayton di Lockhart e la vittoria va allo sconosciuto Ed Elisian, all’unico successo della sua carriera. Peccato che la gara non fosse valevole ai fini del campionato.

Un balzo di un quarto di secolo, quando l’automobilismo per monoposto è cambiato radicalmente, riporta l’Ohio nel Campionato Americano. Nel frattempo le monoposto hanno assunto aspetti ben diversi dal lontano 1956, i piloti non sono più gli stessi e solo il grandissimo AJ Foyt, ancora in attività, aveva corso con gente che c’era ancora nel 1959 quando aveva debuttato. Lo USAC ha ridotto notevolmente le sue gare in calendario ed è nata la CART. È il 1980 ed in Ohio si decide di tornare a correre, stavolta su di un impianto permanente denominato Mid-Ohio Sports Car Course nelle vicinanze di Lexington, della lunghezza di quasi due miglia e mezzo. L’edizione del 1980 è valevole sia per lo USAC che per la CART: la vince Johnny Rutherford che quell’anno conquista entrambi i campionato. Dal 1983 a Mid-Ohio corre solo la CART: enumerare tutti i grandi che vi hanno vinto risulterebbe abbastanza noioso, ma potrebbe essere piacevole ricordare le due vittorie di Teo Fabi e le altrettante di Alessandro Zanardi. Con questi due driver anche l’Italia ha dato il suo sostanzioso apporto alla pista permanente di stato. Chi ci ha vinto il maggior numero di volte è Emmo Fittipaldi: il brasiliano più vincente di sempre si è imposto in ben tre occasioni sulla pista di Lexington, nel 1988, nel 1992 e nel 1993, anno in cui vinse il suo secondo titolo USAC,e l’ultimo in assoluto della sua lunga carriera nelle monoposto (il quinto per le statistiche).

Il matrimonio fra CART e Mid-Ohio si conclude nel 2003, anno in cui la CART subisce il primo fallimento, cambiando nome dalla seguente stagione in CCWS. Dal 1982 la CART si ritaglia un tracciato non-permanente nel Burke Lakefront Airport di Cleveland. Il tracciato diviene il GP di Cleveland e de-facto il GP dell’Ohio, mentre quello di Lexington viene relegato a gara permanente. Il tutto si riallinea a quanto accade dal 2004 in poi, quando Lexington esce dal calendario mentre Cleveland resta fino alla chiusura della CART nel gennaio 2008. In quasi trent’anni la lunghezza del tracciato ha subito tre modifiche e altrettante variazioni di pista. Tre piloti si dividono il record di vittorie, ognuno dei quali ha fatto tris sul cittadino di Cleveland: Danny Sullivan, Emerson Fittipaldi e Paul Tracy. Cleveland oggi rivuole il suo GP e spera di potervi riaccedere tramite il Campionato Americano che non vi ha mai corso. Dopo 23 anni lo USAC/Indycar torna a Mid-Ohio nel 2007, facendo di Lexington il quarto tracciato misto dopo St. Petersburg, Detroit e Sonoma. Nella combattutissima stagione 2007 Dixon si impone precedendo Dario Franchitti per poco più di due secondi. La scorsa stagione Ryan Briscoe precedette Helio Castro-Neves e Scott Dixon: evidentemente è destino che chi vince in Mid-Ohio non sia a fine stagione il vincitore del Campionato.

Le libere di ieri hanno messo in evidenza le ottime prestazioni delle Ganassi con Dixon in pole provvisoria e Franchitti terzo. Un promettente Wilson in seconda piazza e Paul Tracy in una incoraggiante sesta posizione. Male le Penske con Briscoe 7° e Castro-Neves addirittura 12°. Le AGR un po’ in ordine sparso. Kanaan 4°, Andretti 8° mentre malino la Patrick 14° e Mutoh 16°. Doornbos, al debutto in HVM, si piazza 15° mentre sulla Beck 3G, dopo la parentesi Lazier, torna Antinucci che si mette dietro solo la Duno del D&R. Elettrizzati dalla favolosa vittoria dell’australiano in Kentucky, palpitanti per un campionato combattuto a tre, possiamo realmente attenderci una gara in Ohio degna dei grandissimi piloti che vi provengono e della tradizione motoristica che oltre un secolo fa è andata crescendo. Mentre attendiamo lo start di domani, la Coda di Rondine dell’Ohio sventola sul tracciato di Lexington.

Albo d’oro dell’Ohio (parziale fino al 1909):

1905 Charles Burman (USA-Ohio)
1911 race 1 Eddie Hearne (USA-Kansas)
1911 race 2 John Jenkins (GB)
1912 Spencer Wishart (USA-Pennsylvania)
1913 Ralph Mulford (USA-New York)
1916 Johnny Aitken (USA-Indiana)
1917 Louis Chevrolet (CH)
1918 Ralph De Palma (USA/I)
1919 Joe Boyer (USA-Missouri)
1927 Frank Lockhart (USA-Ohio)
05/26/1929 (Toledo) Wilbur Shaw (USA-Indiana)
06/02/1929 (Cleveland) Wilbur Shaw (USA-Indiana)
05/26/1929 (Toledo) Wilbur Shaw (USA-Indiana)
1930 Shorty Cantlon (USA-Illinois)
1937 Rex Meys (USA-California)
06/23/1946 Elbert Booker (USA-Michigan)
06/29/1946 Bus Wilbert (USA-New York)
06/30/1946 Joie Chitwood (USA-Texas)
07/21/1946 George Connor (USA-California)
08/08/1946 George Robson (GB)
08/25/1946 George Robson (GB)
09/22/1946 Bill Holland (USA-Pennsylvania)
10/06/1946 Hal Robson (CDN/GB)
1947 Ted Horn (USA-Ohio)
1956 Ed Elisian (USA-California)
1980 Johnny Rutherford (USA-Kansas)
2007 Scott Dixon (NZ/AUS)
2008 Ryan Briscoe (AUS)

Albo d’oro CART Mid-Ohio:

1980 Johnny Rutherford (USA-Kansas)
1983 Teo Fabi (I)
1984 Mario Andretti (USA/I)
1985 Bobby Rahal (USA-Ohio)
1986 Bobby Rahal (USA-Ohio)
1987 Roberto Guerrero (COL)
1988 Emerson Fittipaldi (BR)
1989 Teo Fabi (I)
1990 Michael Andretti (USA-Pennsylvania)
1991 Michael Andretti (USA-Pennsylvania)
1992 Emerson Fittipaldi (BR)
1993 Emerson Fittipaldi (BR)
1994 Al Unser Jr. (USA-New Mexico)
1995 Al Unser Jr. (USA-New Mexico)
1996 Alessandro Zanardi (I)
1997 Alessandro Zanardi (I)
1998 Adrián Fernández (MEX)
1999 Juan Pablo Montoya (COL)
2000 Helio Castroneves (BR)
2001 Helio Castroneves (BR)
2002 Patrick Carpentier (CDN-Québec)
2003 Paul Tracy (CDN-Ontario)

Albo d’oro CART Cleveland:

1982 Bobby Rahal (USA-Ohio)
1983 Al Unser (USA-New Mexico)
1984 Danny Sullivan (USA-Kentucky)
1985 Al Unser Jr. (USA-New Mexico)
1986 Danny Sullivan (USA-Kentucky)
1987 Emerson Fittipaldi (BR)
1988 Mario Andretti (USA/I)
1989 Emerson Fittipaldi (BR)
1990 Danny Sullivan (USA-Kentucky)
1991 Michael Andretti (USA-Pennsylvania)
1992 Emerson Fittipaldi (BR)
1993 Paul Tracy (CDN-Ontario)
1994 Al Unser Jr. (USA-New Mexico)
1995 Jacques Villeneuve II (CDN-Québec)
1996 Gil de Ferran (BR)
1997 Alessandro Zanardi (I)
1998 Alessandro Zanardi (I)
1999 Juan Pablo Montoya (COL)
2000 Roberto Moreno (BR)
2001 Dario Franchitti (GB)
2002 Patrick Carpentier (CDN-Québec)
2003 Sébastien Bourdais (F)
2004 Sébastien Bourdais (F)
2005 Paul Tracy (CDN-Ontario)
2006 A.J.Allmendinger (USA-California)
2007 Paul Tracy (CDN-Ontario)
2008 cancellato
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da Elio11 » 14/08/2009, 18:42

Pare che Andretti-Green si stia sfaldando del tutto. Dal prossimo anno la società (Andretti-Paterson e Kim Green-Savoree) potrebbe sciogliersi dando vita a due scuderie distinte.
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da Elio11 » 18/08/2009, 13:20

Indycar - Andretti Green Racing: Tra Michael Andretti e Kim Green sodalizio al capolinea?

Una notizia rimbalza quasi inaspettata dagli States in Europa. La scuderia “Andretti-Green Racing” potrebbe scomparire e dare vita a due squadre distinte e differente, almeno nella migliore delle ipotesi, qualora si verifichi il “divorzio” professionale fra Michael Andretti e Kim Green. Robin Miller non da scampo e prospetta un futuro cinereo per la squadra che ha in questo decennio dominato assieme a “Penske” e “Ganassi”  il campionato IRL. A causa di dissapori malcelati accorsi negli ultimi tempi e di scelte di direzione ed organizzazione alquanto antitetiche, Michael Andretti e Gary Peterson, fondatore quest’ultimo del programma Indy Lights della AGR, potrebbero prendere le distanze da Kim Green e Kevin Savoree. Il figlio di Mario Andretti avrebbe però un opzione contrattuale, e probabilmente non in concomitanza anche il supporto della 7-Eleven, nei confronti di Tony Kanaan che, dunque, potrebbe continuare ad essere il compagno di scuderia di Marco. Sembra difficile ipotizzare infatti una cessazione degli effetti dell’accordo quinquiennale sottoscritto dal pilota brasiliano appena un anno fa : ne resterebbero dunque quattro di stagioni valide sulla base del contratto firmato.  A meno della presenza di clausole che  prospetterebbero una eventualità contraria. In tal caso potrebbe, forse, Tony Kanaan prendere quel posto in Target Ganassi che gli era stato prospettato lo scorso anno, ma non al posto di Dario Franchitti, bensi’ di Scott Dixon, destinato  a comporre assieme ad un altro non identificato pilota lo schieramento del team “De Ferran Motorsport”. Quanto a Danica Patrick, la sua avventura all’AGR sembra essere giunta al capolinea, e si parla insistentemente di due opzioni : Nascar e Target Ganassi. Mutoh potrebbe essere dirottato altrove.

Kim Green, probabilmente assieme al fratello Barry, e a Kevin Savoree potrebbero dar vita ad un’altra scuderia nata dalla scissione. Sempre ricordando che in tal caso si tratterebbe di un revival e non di una nuova scuderia “ex nihilo”, almeno in relazione all’eventuale nomenclatura scelta. Il team “Andretti Green Racing” è tuttora il più corposo dal punto di vista del numero dei piloti a disposizione, ben quattro. Tony Kanaan, Dan Wheldon e Dario Franchitti hanno conquistato tre titoli piloti con questa scuderia.
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da sundance76 » 18/08/2009, 13:52

Il team Green è lo stesso di Jacques Villeneuve nel 1994-95?

E se non sbaglio, ci fu anche allora una storia di riunioni e scissioni, tipo Green-Forsythe?
"Chi cerca di conoscere il passato capirà sempre meglio degli altri il presente e il futuro, e non soltanto nel nostro piccolo mondo di effimere quanto amate frenesie corsaiole." G. C.

https://www.youtube.com/watch?v=ygd67cDAmDI
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da Elio11 » 18/08/2009, 14:53

[quote="sundance76"]
Il team Green è lo stesso di Jacques Villeneuve nel 1994-95?

E se non sbaglio, ci fu anche allora una storia di riunioni e scissioni, tipo Green-Forsythe?


[/quote]

Si hai ragione. E' lo stesso però in parte. Mi spiego: fu fondato da Barry Green (il fratello di Kim Green) e da Forsythe nel 1993. Allora si chiamava "Forsythe Green Racing" infatti però non partecipò al campionato "Indycar" (allora Cart) ma alla serie propedeutica proprio con Jacques.  Villeneuve corse in Cart nel 1994-1995 e lo fece con "Team Green". Accadde infatti che il sodalizio durò circa un anno, mentre già nel 1994 Barry Green si presentò con un team proprio "Team GREEN" (assieme al fratello) sponsorizzato dalla Player's. Una sola vettura (n°12 il primo anno, n°27 nel 1995). La sponsorizzazione era praticamente quella che nel nostro immaginario collettivo è legata alla Forsythe (celeste-bianco-blu). Poi arrivò la sponsorizzazione della KOOL "Team KOOL Green"  e della 7-Eleven che praticamente fu la base di quella odierna di Tony Kanaan (prevalenza del bianco e del verde con striscie sottili gialle). Dal 1998 diventò una scuderia con due piloti : Paul Tracy e Dario Franchitti furono compagni di scuderia per circa cinque stagioni se non sbaglio. Ad esempio quando Tracy perse la 500 Miglia Indianapolis del 2002 (il famoso caso delle bandiere gialle al penultimo giro) guidava per la "KOOL Green" anche se lo sponsor in quell'occasione fu "7-Eleven".
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da sundance76 » 18/08/2009, 15:12

Giusto, ora ricordo.

Nel '94 Green e Forsythe litigano e si dividono. La Player's rispettò i contratti e per il 1995 rimase con Green, ma poi nel '96 se ne sarebbe andata col più "rassicurante" Forsythe.

Eppure, con una squadra piccola e senza motori ufficiali, Green e Villeneuve vinsero meritatamente il campionato 1995, compresa la 500 miglia di Indianapolis.
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da Elio11 » 20/08/2009, 20:33

ANDRETTI GREEN RACING SHAREHOLDERS SIGN LETTER OF INTENT TO SPLIT OFF PROMOTIONS BUSINESS

INDIANAPOLIS, Ind. (Aug. 20, 2009)- The shareholders of Andretti Green Racing, Inc., Michael Andretti, Kim Green and Kevin Savoree, announced today that they have executed a letter of intent to split off Andretti Green Promotions and Andretti Green Toronto into a separate company from Andretti Green Racing.

Andretti Green Racing began competing in the Indy Racing League in 2003 and currently fields four fulltime teams in the IndyCar Series and two teams with AFS Racing in Firestone Indy Lights. Andretti Green Racing also campaigns A1 Team USA in the A1GP World Cup of Motorsport. Andretti Green Promotions was formed in 2004, and owns and operates the Honda Grand Prix of St. Petersburg, which served as the 2009 IndyCar Series season-opening event. Andretti Green Toronto owns and operates the Honda Indy Toronto IndyCar Series event which premiered this past July.

The letter of intent is subject to the execution of definitive agreements with an anticipated closing of October 2009. The terms of the letter will not be disclosed. Upon the completion of the transaction, Andretti will wholly own and operate Andretti Green Racing while Green and Savoree will wholly own and operate the promotions business.

JOINT STATEMENT FROM SHAREHOLDERS MICHAEL ANDRETTI, KIM GREEN AND KEVIN SAVOREE:
"Since becoming partners in 2002, we have been fortunate to see our companies expand and diversify quickly and successfully. All of us believe that this decision will maximize the potential of both companies in the future."
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da Elio11 » 22/08/2009, 22:19

Indycar - Sears Point Sonoma - Will Power e Nelson Philippe sfortunati : ricoverati dopo un crash

Will Power (Penske) e  Nelson Philippe (Conquest)  sono stati trasportati d'urgenza in una struttura medica ospedaliera a seguito di un incidente che li ha visti coinvolti durante le libere valide per l'appuntamento di Sears Point di Sonoma (Infineon Raceway).

La dinamica dello sfortunato episodio ha visto il francese, ingaggiato da Conquest Racing per correre alcune gare del 2009 da un mese a questa parte, fare un testacoda dopo aver affrontato  il dosso della "Curva 4" del tracciato. Rimasto a bordo linea con la vettura parcheggiata e con il motore ammutolitosi è stato colpito involontariamente dalle vetture sopraggiunte in quel momento, con i piloti inconsapevoli data la visuale. Prima è stata la volta della HVM di EJ Viso, che si è trovato la vettura davanti improvvisamente nel mentre in cui percorreva la discesa. Il venezuelano ha colpito con il pneumatico posteriore sinistro, rompendo di conseguenza la sospensione, il muso della Conquest disintegrandolo. Proprio in quel momento arrivava anche Will Power, impossibilitato ad evitare il contatto, peraltro molto violento. Entrambi i piloti sono stati prontamente soccorsi dai commissari di pista con le precauzioni necessari. Power è stato portato nell'ospedale più vicino con un elicottero, da valutare attentamente la dorsalgia che è stata subito riscontrata. Philippe è stato portato via da una ambulanza con probabilmente una frattura all'arto inferiore. Questi i danni fisici più gravi, al di là dei dolori postumi frequenti in occasioni del genere. Il portavoce della serie Indycar Series ha per ora tranquillizzato tutti, asserendo che ambedue sono svegli e coscienti.

Si attendono ulteriori sviluppi e vi terremo aggiornati sulla vicenda.
http://www.youtube.com/watch?v=IJDSWwHRgI8
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da Elio11 » 23/08/2009, 9:03

Indycar - Sears Point Sonoma - Libere 1 - Franchitti il più veloce, aggiornamento medico su Power e Philippe

Dario Franchitti è risultato il più veloce nelle libere 1 disputate a Sears Point, Sonoma. Le prove pre-qualifiche sono però state interrotte bruscamente quando è stata data bandiera rossa dopo l’incidente che ha visto come protagonisti Nelson Philippe , Will Power e EJ Viso. Dopo mezz’ora di stop si è cercato di recuperare dieci minuti alla fine della mattinata.

In seconda piazza la Penske di Helio Castroneves, seguito dal sorprendente Mike Conway con D&R. Tra i primi della classe anche Hideki Mutoh, quarto, migliore della squadra AGR, davanti anche a Scott Dixon. Graham Rahal completa la Top-Six, il suo compagno di scuderia, Oriol Servia ha percorso soltanto quattro tornate prima di riscontrare un problema agli scarichi.

Tra i piloti in difficoltà Ryan Briscoe, uscito nelle prime fasi fuori pista; Dan Wheldon autore di un lungo alla chicane della curva 9/10 e Tony Kanaan, quest’ultimo arresosi di fronte alle bizze dell’impianto frenante. Infine Ed Carpenter ha causato una bandiera gialla per un testacoda ad alta velocità che lo ha scaraventato fuori pista.

Buone notizie da Franck Montagny, capace di issarsi fino all’ottava piazza al debutto assoluto nella serie.

A Will Power è stata riscontrata una frattura duplice: la vertebra lombare L2 e la L4. Ha riportato anche la scheggiatura di alcuni denti. Prima di essere trasferito era comunque in grado di muovere sia gli arti inferiori che quelli superiori. Ci sarà oggi una risononza magnetica.”Sa riconoscere il numero delle dita e non ha perso il senso del tatto” - ha fatto sapere Tim Cedric - “E’ in grado di muovere le sue parti del corpo. Quanto l’hanno portato via era in stato di shock, ma poi si è svegliato prontamente ed abbiamo anche parlato un pò”. Vitor Meira nell’incidente di Indianapolis aveva riportato danni fisici simili, con una frattura localizzata alla L2 ed L3. A detta dei medici Power avrebbe terminato anzitempo la stagione.

Nelson Philippe è stato operato d’urgenza per una frattura composta subita  al piede sinistro e per un’altra alla gamba destra. Tuttavia non possiamo essere  ulteriormente precisi sulle sue condizioni.

Classifica -> http://www.eracemotorblog.it/2009/08/22 ... lippe.html


Indycar - Franchitti conquista la pole a Sonoma

Dario Franchitti ha conquistato la pole position per l’Indy Grand Prix of Sonoma in programma domenica all’Infinenon Receway. Il pilota scozzese è riuscito a far segnare il miglior tempo negli ultimi secondi del Firestone Fast Six, in 1:16,7987, scavalcando così Ryan Briscoe, che partirà al suo fianco in prima fila. “Oggi la macchina era buona appena scesa dal camion questa mattina“, ha detto Franchitti. “Ho fatto un errore al primo giro, ma alla fine è andata bene. In un paio di curve avevo qualche problema, ma in generale la vettura era davvero buona. E’ difficile primeggiare nella IndyCar Series perchè il livello della competizione è cos’ alto e ci sono tanti buoni piloti. Entrare nel Fast Six è un successo ogni volta. Quindi devo ringraziare i miei ragazzi per avermi dato una buona auto.” “Ho avuto delle libere piuttosto movimentate questa mattina, ho trascorso più tempo nella terra che sull’asfalto“, ha detto invece Briscoe. “Ma alla fine abbiamo sistemato la macchina. Avrei potuto essere più veloce, ma non sono riuscito a mettere insieme un giro pulito e ho avuto un problema con i freni. Sono frustrato di non aver ottenuto la pole, ma Dario era davvero veloce e ha certamente fatto un buon lavoro.” Il terzo contendente al titolo, Scott Dixon, partirà invece soltanto decimo. Segni di ripresa per l’ Andretti Green Racing, che ha piazzzato le sue cinque vetture tra i primi dodici, capeggiate da Marco Andretti, quarto. Franck Montagny, all’esordio in Indycar, si è piazzato ottavo. Non hanno partecipato alle qualifiche e non parteciperanno alla gara invece Will Power e Nelson Philippe, coinvolti in un incidente durante le prove libere del mattino. Power soffre la compressione di un paio di vertebre, e domani effettuerà una risonanza magnetica. Egli ha subito anche una piccola commozione cerebrale. Per Philippe è previsto un intervento chirurgico per riparare una frattura esposta al piede sinistro, in aggiunta anche per lui ad una commozione cerebrale.

Griglia di partenza:

Pos  Driver            Team                Time

1.  Dario Franchitti  Ganassi              1m16.7987s
2.  Ryan Briscoe      Penske              1m16.8485s
3.  Helio Castroneves  Penske              1m16.8702s
4.  Marco Andretti    Andretti Green      1m17.0524s
5.  Hideki Mutoh      Andretti Green      1m17.2055s
6.  Graham Rahal      Newman/Haas/Lanigan  1m17.3885s
7.  Tony Kanaan        Andretti Green      1m16.9900s
8.  Franck Montagny    Andretti Green      1m17.0840s
9.  Mike Conway        Dreyer & Reinbold    1m17.0895s
10.  Scott Dixon        Ganassi              1m17.2247s
11.  Danica Patrick    Andretti Green      1m17.6145s
12.  Dan Wheldon        Panther              1m17.6782s
13.  EJ Viso            HVM                  1m17.9180s
14.  Mario Moraes      KV                  1m17.4730s
15.  Robert Doornbos    HVM                  1m18.1095s
16.  Ryan Hunter-Reay  Foyt                1m17.6401s
17.  Oriol Servia      Newman/Haas/Lanigan  1m18.1409s
18.  Raphael Matos      Luczo Dragon        1m17.6552s
19.  Justin Wilson      Coyne                1m18.3353s
20.  Richard Antinucci  3G                  1m17.7500s
21.  Ed Carpenter      Vision              1m18.2413s
22.  Milka Duno        Dreyer & Reinbold    1m23.6185s
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