Niki ha scritto:Schumacher, e ancor di più Prost e Senna, avranno guadagnato si e no la metà o un terzo di quanto guadagnano questi.
Per cercaree di prenderla dal lato filosofico applicato allo sport: una volta si costruiva un'auto per vedere se andava più veloce di un'altra.
Ora questo non è più il punto nodale della questione, le priorità sono altre.
Guarda le sponsorizzazioni. Una volta c'erano grossi gruppi, medie imprese, piccole industrie, ditte o semplicemente firme, addirittura cassamortari e produttori di preservativi.
Ora è esclusivamente o quasi roba finanziaria, ossia il cancro della società.
I grossi gruppi come Petronas o altri ci sono solo per i carburanti che forniscono.
Per il resto sono banche, istituti di credito, finanziari, di investimento, broker, assicurativi, ecc. ecc.
Meglio quando c'era Bin Laden.
Hai ragionissima.
Il vero motivo dietro a questo credo sia il semplice fatto che le cifre per tenere in piedi il baraccone siano fuori di senno per chiunque eccetto qualche sceicco o miliardario e questi istituti che muovono soldi (reali o immaginari).
Quando hai finanziatori a cui interessa che la casella a fine anno sia verde (non importa come) e proprietari che ragionano come manager di azienda, puntando solo a soddisfare gli investitori, non hai piu' uno sport.
E il problema non sono i soldi che prendono i piloti. Sono i soldi che vengono munti dai circuiti, i soldi per le buffonate attorno al GP, e per disegnare, progettare e simulare vetture insensate.
Tutto questo ha creato un ambiente isolato dal mondo reale.
Pochi costruttori di auto possono permettersi di partecipare e spesso in perdita. Pochi circuiti possono permettersi di pagare le tasse richieste, e quindi?
E quindi si mette su uno show che generi soldi in altri modi... peccato non sia piu' motorsport.