Hill tuttavia sottolineò come non ci fu una presa di coscienza del team quando in Germania uscì di pista per una rottura meccanica e venne da tutti additato come pollo, credendo che avesse commesso un errore.
Poi, complice la versione B della FW17 e la successiva FW18, tornò ad essere l'Hill del 1994, ma ormai la reciproca fiducia era compromessa.
Montoya poche settimane fa sottolineò come, a suo dire, il problema di Vettel sarebbe da ricercare in una ragione tecnica. Cosa confermata da Antonini e, successivamente, sia da Vettel che da Leclerc.
Dopo le modifiche di Singapore Vettel ha ritrovato una maggiore fiducia nella vettura che, tuttavia, mantiene un retrotreno instabile. Seb è notorio non prediligere questo stile di guida, mentre Leclerc ha ammesso di aver dovuto "reimparare" a guidare la vettura, fino ad adattarsi perfettamente ad essa, traendone comunque il massimo vantaggio.
Ai tempi di Hill la performance si giocava sui secondi di differenza, qui su pochi decimi, indi una differenza minimale di percezione del mezzo porta a quel gap minimo sul lap time che può portarti dalla pole al terzo posto.
Tale discorso vale anche per la vettura 2018 che, a detta del tedesco, era meno guidabile e meno bilanciata della vettura dell'anno precedente, ma dotata di un motore migliore. Ha candidamente affermato che, con il motore 2018 sulla vettura 2017, avrebbe vinto il titolo. Non stento a crederlo.
Se tu la vettura non la senti puoi essere o lento, ma costante, oppure puoi cercare di superare il tuo limite, esponendoti ad errori (cosa che entrambi i piloti Ferrari hanno fatto).
Noi valutiamo asetticamente la performance bollando il pilota di turno come finito, ma senza addentrarci nell'aspetto tecnico, pensando che questo o quello avrebbero potuto fare meglio.
Nel 2018 Vettel è uscito di pista in Germania né più e né meno di come sono usciti quest'anno Hamilton e, soprattutto, Leclerc (che al pari del tedesco ha gettato una probabile vittoria).
Non una voce che si sia alzata contro gli errori di questi ultimi due, solo giustificazioni.
Il che mi porta a dire che è solo una questione di simpatia o meno del pilota. Ma una vittoria buttata resta una vittoria buttata (e lo zero di Leclerc ha avuto la sua incidenza).
Continuando poi vi è stato l'orribile WE ungherese, ove la pioggia ha tarpato le ali alla Ferrari (che incomprensibilmente, da anni, teme questa eventualità). A Spa è arrivata una vittoria ed a Monza l'incidente al via: lo scorso anno si disse che una partenza non si può pianificare, ma abbiamo visto come è stato possibile - con le dovute differenze di conformazione - farlo a Sochi quest'anno. WE ove Raikkonen ottenne una pole grazie alla scia (corsi e ricorsi) e dove venne comunicata la sostituzione al pilota che avrebbe dovuto fare da gregario. Poi è venuto l'incidente con Hamilton, ma il casino era già stato fatto e, certamente, quella fase poteva essere gestita meglio. Anche al netto del fatto che le Mercedes si dimostrarono imbattibili a Monza sul passo gara.
Da li in poi la competività del mezzo era sparita, ma vien più semplice parlare di pilota finito.
Cosa che poi non è così, perché ben difficilmente i piloti finiti si rialzano e tornano alla vittoria.
Ma escluse le questioni tecniche, che hanno sempre la loro influenza sugli eventi, passiamo alla percezione globale.
Hill era dato per morto perchè doveva battersi contro Schumacher, pilota all'epoca senza difetti e smodatamente aggressivo.
Damon era stato catapultato da gregario a pilota da titolo. Nel suo DNA non v'era il titolo mondiale, ma lo sviluppo del messo e l'ausilio a campioni quale Senna e Prost.
In Williams gli chiesero troppo, ma il suo lavoro non fu mai adeguatamente riconosciuto. Meriterebbe un monumento nella sala trofei per come gestì il post Senna, per come si fece carico di una situazione assurda e per come, anche oltre i limiti della decenza, difese la squadra.
Per me Damon resta un grandissimo, per come ha vinto contro tutto e tutti, nonostante una esperienza ed un talento inferiore agli avversari.
Vettel invece si ritrova a dover correre non contro piloti infallibili, ma contro un mezzo inattaccabile e con una vettura troppo incostante nelle prestazioni.
Corre contro un Hamilton che può permettersi di passeggiare e che, quando chiamato a fare qualcosina in più, si dimostra prono agli errori, ma più fortunato.
Dal 2014 non ho mai visto Hamilton cercare di superare il limite tecnico della sua monoposto.
Vettel invece ha corso e vinto gare improbabili con un mezzo, a volte, degno al massimo del quarto posto. Tutto questo viene totalmente dimenticato, come se il suo compagno di squadra precedente (uno che performa con una Sauber) avesse portato a casa trofei in quantità (13 vittorie contro 1).
Davvero, se siete onesti intellettualmente, riconoscerete che il "predestinato" è stato capace di ottenere 6 pole, come è stato capace di errori evidenti e - soprattutto nella prima parte della stagione - abbia a volte pasticciato con la gestione gara.
Tutti gli avversari di Vettel hanno compiuto errori importanti: Leclerc, Bottas, Hamilton e Verstappen (alcuni dei suoi addirittura clamorosi), ma sono stati assolti dalla critica. Al pari alcuni di loro hanno compiuto scorrettezze che non sono sfociate in penalizzazioni. Solo a Vettel è stata portata via una legittima vittoria, tanto più che dopo di lui altri hanno beneficiato di un cambio di registro dovuto alla assoluta insensatezza della penalizzazione canadese.
Si stanno creando falsi miti unicamente per andar contro ad un pilota, e questo è intellettualmente poco concepibile.
La Ferrari del 2018 non era all'altezza della Mercedes così come Leclerc non è l'infallibile pilota che viene dipinto (nota a margine: ieri il fenomeno di turno era Ricciardo che, una volta messo su una monoposto mediocre, pare sparito dai radar degli appassionati ed essere diventato uno dei tanti).
Per Hamilton ci sono giustificazioni (è stanco, malato, ogni tanto inizia la stagione in sordina...).
Per Leclerc ci sono giustificazioni (è giovane, non ha mai corso in un top team, non ha esperienza).
Per Versappen ci sono giustificazioni (non ha un mezzo all'altezza, deve osare troppo, impara in fretta dagli errori).
Per Vettel no. Vettel è semplicemente FINITO.
Io lo trovo inconcepibile.
La realtà è che Vettel paga ancora l'anatema di Alonso, che tanto è piaciuto alla stampa nostrana, e che dava la giusta giustificazione agli insuccessi. Però nessuna parola sul fatto che il soffiaggio degli scarichi funzionasse solo su Vettel perchè elaborato sullo stile di guida unico del tedesco (così come la Benetton con Schumacher)...