Occorre essere realisti ed obiettivi.
La Ferrari non aveva speranze di sopravvivenza senza l'intervento della Fiat.
Le macchine che produce oggi sono tecnicamente all'avanguardia, quelle degli anni '60 solo prestazionali ma inaffidabili, scomode e rumorose. Gli acquirenti erano ricchi che volevano apparire gironzolando tra Montecarlo e S. Margherita, ma che per i loro viaggi usavano la Mercedes perchè "ci arrivo nello stesso tempo, sono meno stanco e non viaggio con l'incubo del carro attrezzi".
"Ferrari è ricco, ma la Ferrari è povera" soleva dire il Drake già a quei tempi ed era terribilmente vero.
Con gl'introiti della produzione, meno di 500 pezzi l'anno, la GES dell'epoca, per chiamarla così, s'arrabattava come poteva e Forghieri non aveva a disposizione i soldi per uno stampo moderno di una testa bialbero. Le vittorie su cui la Ferrari stava costruendo il proprio mito e sorreggendo le proprie finanze, quelle soprattutto nelle gare di durata come la Mille Miglia, la Targa e Le Mans, erano per la maggior parte ottenute in assenza di una concorrenza "industriale" che, quando arrivò, spostò l'ago della bilancia come già accaduto 10 anni prima con i mordi e fuggi della Mercedes.
Tornando a Luca Luca faccio notare un solo particolare. Quando nel '91 prese la Presidenza, si trovò con questo parco modelli a listino: 412GT, Mondial, 348 e Testarossa. Le peggiori mai costruite. L'avvento immediato della 456 salvò la baracca, perchè ci vuole tanto a costruire e poco a distruggere. La fama del Cavallino era scesa a livelli peggiori dei nostri attuali BTP.