da gilles70 » 26/09/2011, 10:56
Questa volta non si può non essere daccordo con Alberto Sabbatini :
Il bello è che c’è ancora qualcuno che storce il naso davanti alle vittorie di Vettel. Bravo sì. Ma non un leader assoluto. La polemica era scoppiata alla vigilia di Monza, favorita da un botta e risposta a distanza fra Horner e Domenicali. Il primo esaltava il suo giovane pilota tedesco, l’altro sottolineava che Vettel non è ancora un leader all’altezza di Schumacher e Alonso.
Domenicali ha anche spiegato che per fregiarsi di una tale definizione (cioé un leader) servono esperienza, punti, vittorie, mondiali. E non è l’unico a pensarla così. Per un Ascanelli estimatore assoluto, il quale pensa che Vettel sia il miglior pilota al mondo sul bagnato e in un aspetto determinante della guida come frenata e inserimento in curva per come riesce a portare velocità “dentro” la curva, c’è sempre qualcun altro che sminuisce Sebastian. Alludendo al fatto che in fondo lui ha il vantaggio di guidare la Red Bull, cioé una supermacchina con cui sono capaci tutti o quasi di vincere.
Dimenticando forse che Vettel ha portato all’unica vittoria della sua carriera la Toro Rosso che proprio da prime file non era. E che, forse, se la Red Bull adesso è vincente, non è solo merito dell’ingegnere che l’ha fatta, ma anche e soprattutto del pilota che l’ha presa in mano a inizio 2009 e ha contribuito a svilupparla. Visto che dopo appena quattro gare l’ha portata in trionfo, cosa che a Coulthard e Webber per tre anni, anche con il genio Newey al fianco, non era mai riuscita.
Adesso che vince sempre, forse qualcuno si scorda che Vettel cominciò a guidare una F.1 a 19 anni. E che quando Mario Theissen lo infilò dentro la Bmw F.1 per le prove libere del Gp Usa per sostiturie l’infortunato Kubica, Vettel stampò un incredibile quarto tempo (!!) nella prima sessione del venerdi davanti a quasi tutti i migliori (Raikkonen e Massa in primis) che fece strabuzzare gli occhi a più di un team manager. E che convinse Marko a riprenderselo in tutta fretta nel vivaio Red Bull prima che le lusinghe Bmw glielo portassero via.
Se poi non vi bastano i giudizi, facciamo parlare i numeri. Allora si scopre che in fatto di punti, vittorie e mondiali, Vettel non è da meno a nessuno. E nemmeno quanto a esperienza. In 5 anni di F.1 Vettel ha disputato 75 Gp: ne ha vinti finora 18 (uno ogni quattro), ha superato Fittipaldi e Moss per numero di vittorie ed eguagliato Raikkonen; se va avanti così entro fine anno può raggiungere comodamente Hakkinen (20 vittorie) se non addirittura Fangio a quota 24 (!).
Ancor più impressionante la sua striscia di pole position: a 24 anni Vettel è già l’ottavo di tutti i tempi. Ha fatto meglio di Lauda, Piquet e Alonso. Quando a Monza, dopo la decima pole in tredici gare, gli hanno chiesto se ambiva a battere il record di Mansell (14 pole in una stagione, 1992) lui ha risposto con una semplicità e una umiltà disarmante. Ha spiegato di aver fatto tante pole solo perché tutto gli ha sempre girato per il verso giusto quest’anno, ma quasi vergognandosi, ha aggiunto che record e paragoni sono fuori luogo perché nella sua testa il re delle pole position è e resta sempre Ayrton Senna. E che si potrà parlare di confronti sul giro veloce soltanto quando qualcuno riuscirà a farne una striscia lunghissima per tre o quattro anni di seguito come faceva il brasiliano. Non prima.