Non saprei esattamente, e non lo so, dove posso collocare questi ragionamenti minimi su un massimo esponente della Storia della Formula Uno.
Spazio Nostalgia?
Spazio di questa stagione?
Dove lo colloco il pilota che ha iniziato a far parlare molto di sè sin dal suo debutto belga in F1 (se ne parlò tanto anche prima...), affrettato sui tempi dettati e imposti dall'episodio, famoso e curioso, del tassista aggredito in GB da Bertrand Gachot che gli permette di salire sulla Jordan verdona, competitiva- eccome- in quel tempo che fu 20 anni esatti or sono, a metà stagione 1991,settimo in griglia subito.
Molti fecero (e faranno) meglio di lui al primo impatto con la F1, vedi un certo J.Villeneuve che negli anni di Schummi è arrivato a ''re'' già insediato sul trono, ne ha limato un pò di potere innervosendolo molto (Jerez 1997), ma che alla fine non solo lo ha lasciato esattamente dove lo aveva trovato,incapace dell'abbattimento totale, ma è stato sconfitto anche nel confronto legato al ritorno,a quanto pare.
E' ovvio che si parla di Michael Schumacher, sette volte iridato, sicuramente aiutato anche dalle macchine guidate e che comunque lo vedevano co-autore in pista del progetto, dello sforzo tecnico per crescere.
Ieri in Canada Schumacher per la prima volta dal suo ritorno ha dimostrato ''....di essere stato Schumacher veramente'', ce lo ha ricordato con una lunga e non casuale serie di buoni momenti, sorpassi, traiettorie, scelte e decisioni ottime.
Nonostante la gara fatta ieri il tedesco non è salito sul podio e chissà, non è assolutamente scontato che ciò possa avvenire da qui alla fine dell'anno: però è stata una gara ''alla Schumacher'', qualcosa che ha reso meno amaro e per certi versi più giustificato il suo ritorno.
Non è facile tornare, mai, nei luoghi che ci hanno visto felici, vincenti, al vertice.
Non lo è per un comune mortale, non lo è ancor più in contesti iper competitivi come è lo Sport e a maggior ragione non è semplice, per nulla, farlo in F1.
Nella mia personale storia di tifoso e appassionato ricordo solo due rientri degni di tale nome: uno molto concreto, molto forte, molto intenso che ha un nome di altrettanta storia: Niki Lauda, che lascia a fine 1979 perchè stanco ma non certo per aver esaurito la classe, la voglia, per aver ''perduto'' quel talento che in una famosa dichiarazione collocava fisicamente nel fondoschiena.
Infatti, nel 1982 dimostrerà- al suo rientro col team di Ron Dennis che ha da poco defenestrato Teddy Mayer alla guida della Mc Laren- subito di saper ancora lottare per le prime posizioni, al punto che due stagioni dopo aggiungerà un terzo titolo iridato ai due vinti con il team Ferrari.
L'altro ritorno riuscito, benchè episodico e romantico, è quello di Marione Andretti: deluso da anni grigi in Lotus dopo il titolo 1978 lascia la F1 dopo la (infruttuosa) parentesi Alfa 1981, ma è un lasciare forzoso; non gli bastano le corse Indy/Cart e ritorna più o meno subito con la Williams a Long Beach, ma non va bene...ri-lascia ancora, e sarà a Monza, a fine stagione, in quell'orripilante 1982 che Mario scalderà il cuore di tutti con la pole e il podio con la Ferrari, grazie al suo recupero da parte del sempre tempestivo Drake che lo ingaggia per l'occasione.
Della prestazione non altrettanto all'altezza del GP seguente non interessa comunque a nessuno, ed è giusto così.
In tanti hanno cercato un ritorno a quelle glorie passate: fra i campioni del mondo che dire, c'è stato il citato Villeneube ma anche il blasonato Alan Jones che ci prova due volte a tornare, prima con una Arrows e poi col progetto Beatrice, due inutili tentativi, ma Jones è un pò più grasso, sembra un altro pilota, con altre motivazioni.
Potrei proseguire ma non voglio annoiare nessuno, aggiungetele voi se vi va altre emozioni, ricordi di campioni o sedicenti tali tornati o tornanti: io dico solo che ormai sono 20 anni(anzi le stagioni trascorse sono 21) che si parla di Schumacher ai vertici e anche per ragioni personali sono stato felice di questo exploit che spero prosegua a Valencia e dopo(non so...): al debutto del ragazzo di Kerpen avevo 30 anni e rivederlo così, è inutile, m'ha fatto sentire più giovane: è lo stesso, consolidato e studiatissimo effetto nostalgia che ci prende quando sentiamo quella canzone di allora o vediamo alla TV nell'ennesima trasmissione bastaa proprio su tutto questo l'esibizione del cantante/attore degli anni Settanta botulinizzato e stiratissimo: a Michael il botulino non potrebbe servire.
E la ripresa, per inciso, delle diatribe fra i ''pro'' e i ''contro'' Schummy (perdurano gli schieramenti anche dopo aver lasciato Maranello!) dimostra che c'è, eccome....
ciao giovani!