In questo periodo sto leggendo un libro, scaricabile gratuitamente QUI.
Scritto da Charles Jarrott, anno del Signore (mi pare) millenovecentosei.
Chi fu costui?
Uomo d'affari, uno dei primi ad interessarsi di ciclomotori, tricicli, auto da corsa. Corridore anch'egli, un pioniere assoluto.
Dalla sua meravigliosa penna emerge il mondo dimenticato dei padri del motor racing. Nel libro racconta con infiniti aneddoti e splendide e gustose immagini le corse di quelle epoce lontane, dai divieti di circolazione a motore in Francia, alla corsa all'affermazione degli Stati Nazionali per le Gordon-Bennet, alle corse in linea, a quelle in circuito.
Nel libro egli rivive con noi quei "massacri" terrificanti, divisi in giorni, in cui era un miracolo arrivare alla fine. Ci racconta in prima persona gli infiniti problemi per far muovere quei pochi cavalli, le sveglie alle 3 del mattino, la ricerca di un riparo per la notte, le strade polverose e pericolose, i mezzi instabili; e poi la crescita delle potenze, gli incidenti via via più spettacolari per arrivare alla famigerata "corsa della morte", una Imola 1994 antelitteram, raccontata con parole che m'han fatto accapponare la pelle, per averle risentite esattamente identiche quasi un secolo dopo..quella Parigi-Madrid che si fermò a Bordeaux causa catastrofi.
Ci racconta della sua unica vittoria in un (pre..) Gran Premio, e del suo unico serio incidente, in cui venne dato per morto, coperto con un lenzuolo..lui e il suo meccanico, solo svenuti!!
Ci racconta poi dei grandi campioni dell'epoca, delle grandi macchine, di quell'inizio novecento così progressista e veloce, così straordinario, in cui il futuro si doveva raggiungere a bordo di una palla di cannone, alla massima velocità possibile, quel presente futurista così ben sublimato dal movimento italiano che ne portava il nome.
Un libro straordinario, ricchissimo di humor inglese, scritto benissimo e in un inglese moderno e comprensibilissimo.
Spesso sorprendente, come quando si scopre che la voglia del protagonista vien meno a causa della "commercializzazione dello sport." E siamo nel 1905 o giù di lì...
Su questo sito uno stralcio del libro, in cui si parla della "corsa della morte".
http://www.grandprixhistory.org/paris1903.htm