Robert Benoist: il più coraggioso dei coraggiosi

Dagli albori del 1900 fino alla F1 nel 1950

da 330tr » 16/09/2016, 19:24

Tratto e tradotto da Motorsport magazine, Pagina 126, aprile 1999, di Phil Llewellin http://www.motorsportmagazine.com/archive/article/april-1999/126/bravest-brave

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Il più coraggioso dei coraggiosi

Robert Benoist fu un pilota campione del mondo prima della seconda guerra mondiale, e un leader della resistenza durante. Phil Llewellin getta uno sguardo sulla troppo breve vita di un vero supereroe.

Daniel Perdridge ricevette ordini dalla "top secret Special Operations Executive" a Londra il 29 febbraio 1944. Gli obiettivi dell'operazione Clergyman in territori che erano sotto lo stivale della Germania nazista dal luglio 1940 erano delineati nella prima delle sette sezioni principali del documento. A Perdridge fu detto: "Abbiamo discusso con voi attentamente della possibilità del vostro ritorno in Francia per portare a termine la missione che vi avervamo assegnato quando avete lasciato quel paese nell'ottobre del 1943.
"Ci avete fatto presente chiaramente che a vostro parere nulla impedisce il vostro ritorno sulla stessa area per svolgere gli stessi compiti.
"Questi erano, in particolare, la distruzione degli altri tralicci sul fiume Loira a Ile Heron, e la preparazione di blocchi ferroviari sulle linee convergenti su Nantes. Ci avete detto che avete fatto ricognizione dei tralicci e attendete il materiale per portare avanti il lavoro, e che le squadre ferroviarie sono state organizzate nel distretto di Nantes, e saranno in grado di agire non appena i materiali necessari saranno ricevuti".

Daniel Perdridge non era il vero nome dell'agente. I documenti ritrovati di una missione precedente lo identificavano come Roger Marcel Robert Bremontier. Ma anche questo era un nome di battaglia. Ciò che rendeva questo agente eccezionalmente vulnerabile, in un mondo di ombre dove di pochi ci si poteva fidare, era la sua fama come uno dei più grandi eroi sportivi di Francia, Robert Marcel Charles Benoist, premiato con Legion d'Onore nel 1927 per essere diventato pilota da corsa campione del mondo. Dieci anni più tardi si era ritirato dopo aver vinto a Le Mans su Bugatti tipo 57SG, e il cui co-pilota, Jean-Pierre Wimille, era destinato anch'egli a diventare un membro della stessa rete di sabotatori. La storia di Benoist mi ha affascinato da quando ho iniziato a leggere di automobili. La sua carriera come pilota sarebbe stata sufficiente, ma il tempo di guerra fa di lui un eroe ancora più grande e più d'impatto per un ragazzo nato nel 1940. Anni dopo la la prima visita a Montlhery, mi fece gran piacere trovare un monumento tra la N20 e la pista ad onorare Benoist e un altro dei campioni di Francia, Georges Boillot. Quello che mi infastidì fu la presa di coscienza che la mia conoscenza di Benoist fosse di un'accuratezza inferiore al 100 per cento. Molti riferimenti alla sua vita dopo il 1940 erano un po' troppo colorati per suonare autentici, ma sapevo che era nato vicino a Rambouillet, a sud-ovest di Parigi, il 20 marzo 1895. Aveva ereditato l'amore del padre per la caccia, divenendo un eccellente fucile, ma la passione per le auto gli fece abbandonare i 'seri studi' e diventare meccanico con Gregorie. Si unì alla fanteria all'inizio della Grande Guerra, ma ben presto divenne un pilota, avendo il primo di numerosi incontri ravvicinati con la morte quando il suo aereo Moraine si schiantò al suolo tra le trincee. Riuscì a strisciare al sicuro giusto appena prima che gli spari riducessero l'aereo a brandelli. Benoist successivamente volò tra Spad e Nieuports e fu menzionato in dispacci tre volte.

Dopo aver ricevuto i suoi galloni per aria, Benoist esordì sportivamente nel 1921, guidando nientemeno che una poco entusiasmante cyclecar Marcay. Il giro Parigi-Nizza doveva sembrare una passeggiata nel parco dopo i combattenti aerei, tuttavia era ravvivato da gare in salita e un tratto lungo la Promenade des Anglais. Benoist presto entrò nel team Salmson, vincendo una prova di velocità nel Bois de Boulogne; corse poi la 200 miglia a Brooklands preparandosi per gli anni di gloria con Delage. Dopo aver vinto il Gran Premio 1925 di Francia a Montlhery, pose l'alloro del vincitore alla curva dove Antonio Ascari si era ucciso poco prima.

L'abilità di Benoist era integrata da quella di Albert Lory, il progettista ex Salmson il cui 1,5 litri sovralimentato otto cilindri in linea dotava le auto da corsa ribassate di Louis Delage, con 170bhp a 8000rpm. L'unico inconveniente nel 1926 era che il sistema di scarico trasformava l'abitacolo in un forno, adatto a bruciare i piedi e pieno di fumi. Nel 1927, dopo che Lary modificò il suo gioiello di motore, Benoist fu proclamato campione del mondo dopo aver vinto ogni gara a cui era iscritto, in particolare i Gran Premi tenuti a Montlhery, San Sebastian, Monza e Brooklands.

La decisione di Delage di smettere con le corse concluse la carriera di Benoist come pilota a tempo pieno, ma quelli erano periodi in cui gli uomini validi potevano essere concorrenziali anche correndo in modo incostante. Le sue apparizioni successive includono Le Mans in una Chrysler ed una Itala, la vittoria del 1929 nella 24 ore di Spa in un'Alfa Romeo, diversi Gran Premi al volante di una Bugatti Tipo 59, vari record ottenuti a Montlhery e la vittoria di Le Mans, a velocità da record, con la quale raggiunse la sua grande ambizione personale terminando la sua carriera al top.

La ricerca di informazioni affidabili sulle sue avventure di guerra comprende due libri avvincenti, Special Operations Executive 1940-1946 e SOE in Francia. Il loro autore, MRD Foot, mi raccontò che i documenti SOE di Benoist erano sopravvissuti nelle profondità di Whitehall. Non mi fu permesso di esaminarli da solo, ma potei fare domande. Molto di ciò che segue si basa su risposte a queste domande.

Benoist lavorava per Bugatti a Parigi nel settembre 1939, quando la Germania invase la Polonia ed esplose la seconda guerra mondiale. Fu richiamato ma, considerato troppo vecchio per volare, si rigirò i pollici fino a otto mesi di tregua prima che finisse la tempesta. Usando tattiche blitzkrieg, esemplificati dai carri armati in rapido movimento e bombardieri urlanti in picchiata, la punta di diamante di Hitler venne spinta attraverso tutta la Francia in pochi giorni, forzando verso casa la spedizione britannica da Dunkerque. Determinato a fuggire, Benoist si diresse verso sud in Bugatti tipo 57S, e, secondo un racconto, era a Poitiers quando la sua agile auto incrociò lo sguardo di un ufficiale tedesco e fu ammassata in un convoglio. La mattina dopo, il francese decise che il suo momento era giunto quando la colonna raggiunse un bivio, in campagna. Convinto di poter guidare più velocemente di quanto i tedeschi sorpresi potessero sparare, Benoist spinse a tavoletta, lasciò la strada principale e guidò come se la sua vita fosse in gioco. Ed era proprio così.

La situazione in Francia si sclerotizzò a tal punto che fu in grado di tornare al lavoro presso la sede di Bugatti a Parigi. Fu poi avvicinato da un vecchio amico, William Grover, meglio noto come il famoso Bugattista 'Williams', vincitore del primo Gran Premio di Monaco. Inglese che viveva in Francia da anni, Williams era ormai un leader della Resistenza. Benoist spesso prendeva in prestito i camion del suo datore di lavoro per il trasporto di armi, munizioni ed esplosivi verso nascondigli che includevano un edificio in disuso ben al di fuori casa dei suoi genitori. Ma il gruppo si disintegrò quando diversi membri furono arrestati, portando infine all'esecuzione di Williams. Il destino che attendeva "tutte le truppe terroriste e sabotatrici dell'inglese e i loro complici" era essere "spietatamente eliminati", secondo un ordine emesso da Hitler nell'ottobre del 1942.

Il padre di Benoist, la madre e la sorellastra furono portati alla prigione di Fresnes a Parigi. La tentazione di fuggire deve essere stata irresistibile, ma nulla preoccupava Benoist più che la salvezza dei suoi genitori. Avendo bisogno di discutere la situazione con un collega, ma non volendo compromettere gli amici che erano abbastanza coraggiosi per rifugiarsi a Parigi, andò ad una cabina telefonica pubblica in Rue Wagram. Lì fu avvicinato da "un uomo inglese dall'aspetto con un pessimo accento francese", che lo salutò per nome. Robert Benoist negò di essere Robert Benoist, ma fu improvvisamente affiancato da due tedeschi e introdotto nella parte posteriore di una macchina in attesa. Seduto tra i suoi rapitori, Benoist notò la porta a destra non chiusa correttamente. Più freddo del ghiaccio, rischiò aspettando finché la macchina sterzò presso una curva secca a sinistra. La porta si aprì e l'autista frenò violentemente mentre il più vicino tedesco cercò di di tirare la porta, ma Benoist lo spinse con sufficiente violenza da far precipitare entrambi in strada. Dopo aver raggiunto l'appartamento di un amico, ammaccato e stracciato, si riorganizzò con abiti freschi e altri beni essenziali diretto verso un indirizzo in Avenue Hoche.

La situazione diventò ancor più pericolosa quando il suo amico riferì che otto uomini erano in agguato all'ingresso dell'edificio. Benoist reagì prendendo per i tetti per diverse ore, arrampicandosi da un edificio all'altro prima di irrompere in un ufficio e, infine, ritrovarsi in una strada tranquilla. Fu trasportato a Londra, addestrato come agente SOE diventando il capitano Benoist. Il documento lo descrive come "Uno studente molto attento, entusiasta e capace, che in considerazione della sua posizione nel settore francese potrebbe diventare un organizzatore di prima classe. Ha una buona conoscenza di esplosivi ... Divertente, personalità gentile se a volte ostinata".

La prima delle due missioni ebbe inizio nel mese di ottobre 1943, quando un Hudson lo lasciò nei pressi di Angers, in un campo utilizzato così spesso per le operazioni clandestine che era soprannominato "l'aeroporto inglese". Gli obiettivi di Benoist inclusero la costruzione di un nuovo circuito di agenti nella zona di Nantes e la preparazione a demolire tralicci che portavano energia elettrica dai Pirenei alla Bretagna. Doveva rimanere due mesi in Francia, ma rimase fino a febbraio 1944, impossibilitato a portare a termine le sue missioni in quanto la maggior parte dei suoi contatti a Nantes erano stati arrestati.

Due sopravvissuti erano con lui quando il loro camion fu fermato da un poliziotto a Chartres. Decise di portarli al suo quartier generale, alzò la sua bicicletta mettendola nella parte posteriore del camion e avrebbe scavalcato accomodandosi dietro se Benoist non gli avesse suggerito di viaggiare in tutta comodità a fianco del conducente. Benoist si fece volontariamente da parte posizionandosi nel cassone, da dove sarebbe ben presto saltato.

Il SOE riportò 'Daniel Perdridge' in Francia il 2 marzo 1944. Il suo intento era quello di distruggere i tralicci elettrici, per poi ascoltare per istruzioni codificate su altri obiettivi. Ad esempio, le ferrovie dovevano essere attaccate quando la BBC avrebbe trasmesso, in francese: "Era il sergente a fumare la pipa in aperta campagna".

Alla fine di maggio il suo operatore radio, Denise Bloch, chiamò Londra per dire che il leader dell'operazione Clergyman era pronto ad attaccare gli obiettivi. Benoist riferì anche di aver contattato 2.000 membri delle forze francesi dell'Interno vicino a Rambouillet, mentre altri 10.000 erano in attesa di ordini, a nord di Parigi.

Col D-Day, che rese i tedeschi più che mai risoluti a schiacciare l'opposizione francese, molti dei compagni di Benoist vennero arrestati il 15 giugno. Tre giorni dopo, Benoist fu catturato dopo un viaggio a Parigi per visitare la madre morente. Non sappiamo chi lo abbia tradito, ma i sospetti includono suo fratello, Marcel. La Gestapo tentò di arrestare Jean-Pierre Wimille, che saltò da una finestra e si nascose in un ruscello. Denise Bloch fu inviato a Ravensbruck e ucciso. Circa 75.000 dei francesi che sono morti nei campi di sterminio "appartenevano a un movimento di resistenza o di un altro", come riportato dalla SOE in Francia.

Benoist fu torturato presso la sede della Gestapo in Avenue Foch, poi portato al campo di concentramento di Buchenwald. Quasi 60.000 persone furono trovate vive in questo luogo da incubo quando avvenne la liberazione nel mese di aprile 1945, ma il capitano Robert Marcel Benoist non era tra loro. Era stato appeso per il collo con una corda di pianoforte, il 14 settembre del 1944.

Il mio aneddoto preferito su Benoist incarna la freddezza e il coraggio dell'uomo, e può essere vero perché il suo documento del SOE fa riferimento all'incidente. Aveva raggiunto l'ultimo di questi tetti di Parigi, quando notò una porta aperta e una scalinata; ai piedi delle scale vide il portiere, bastone in mano. "Non sono un scassinatore", disse in fretta. "No", rispose il portiere, "ma credo che tu sia Robert Benoist. Vieni in casa mia a bere un drink." Brindarono, si scambiarono ricordi, poi il portiere esplorò le strade trovandole sicure e Benoist continuò per la sua strada.

È stato il più coraggioso dei coraggiosi.
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da sundance76 » 16/09/2016, 19:48

Riconosciuto dagli storici come il primo vero campione del mondo "ufficioso" della Storia, visto che nel 1927, quando già esisteva il "Campionato Mondiale Marche di Automobilismo" (antenato dell'attuale Mondiale F1), egli aveva portato la Delage al titolo mondiale, vincendo tutti i Gran Premi in calendario, tranne la Indy 500.
Il Mondiale 1927 (dedicato solo alle Case) infatti si articolava su 5 gare: Indy 500, Francia, Spagna, Italia, Inghilterra.
Benoist, a bordo della sua Delage 1500 sovralimentata, dominò la stagione 1927, aggiudicandosi il GP di Francia a Monthléry (che aveva già vinto nel 1925, quando perse la vita Antonio Ascari, padre di Alberto), poi il GP di Spagna a San Sebastian, il GP d'Italia a Monza e il GP di Gran Bretagna a Brooklands.
Tutte gare durissime, tra 500 e 700 km di percorrenza.
A fine stagione, la Delage si laureò Campione Mondiale Marche, ma per tutti il vero Campione del Mondo era lui, Benoist, che ottenne la prestigiosa Legion d'Onore dallo Stato francese.
Soddisfatta del titolo mondiale, la Delage si ritirò dalle competizioni, e Benoist rimase a piedi. Lotterà per anni per ottenere un altro obiettivo: la vittoria alla 24 ore di Le Mans, che si concretizza nel 1937, quando a bordo di una Bugatti, Robert trionfa, proprio in coppia col connazionale Jean-Pierre Wimille.

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"Chi cerca di conoscere il passato capirà sempre meglio degli altri il presente e il futuro, e non soltanto nel nostro piccolo mondo di effimere quanto amate frenesie corsaiole." G. C.

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da Baldi » 17/09/2016, 8:54

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La Bugatti da Le Mans...
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da Baldi » 17/09/2016, 9:38

Mio disegnino sul taccuino degli schizzi.


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da 330tr » 17/09/2016, 10:53

:clap: :clap: belli!!
Tra l'altro, leggendo delle torture naziste, m'è tornata in mente la "Iena della Gestapo", Violette Morris..che mondo infame negli anni '40..
Dove un'appassionata e pilota di corse francese ha forse potuto torturare il più grande campione di corse francese.. :(
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da 330tr » 17/12/2019, 23:32

GP di Francia 1925, rimasto tristemente famoso per la morte di Ascari Antonio.
Filmato della gara vinta da Benoist, al link seguente

http://fastimages.net/catdv/clip-details.jsp?id=499843
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